Quando Schelotto riuscì a zittire tutta Ferrara e Provincia
No. Davvero. Voi non potete capire. O meglio: potete capire pienamente quello che ora sto per dirvi soltanto se, quel 3 maggio 2009, c’eravate anche voi sugli spalti del Mazza del Ferrara. No. Non esagero. Davvero. NON ESAGERO. Che pure io, semplice giornalista di provincia all’epoca tesserato per l’allora (ancora per poco) scoppiettante La Voce di Romagna, quella domenica di inizio maggio dell’anno del Signore duemilanove, dal Mazza sono uscito letteralmente stravolto. Con i muscoli doloranti. Tutto sudato. Sudatissimo. Sudato fradicio. Come se quella partita l’avessi giocata io stesso. Spal-Cesena 0-1. Molto più di una partita di calcio. Molto di più. LA PARTITA. Ecco sì, la partita. Si giocava la terzultima giornata del campionato di Prima Divisione, quel giorno. Alla truppa del Bisolone, per poter continuare a sperare nel 1° posto, per non perdere terreno nei confronti dell’odiata Pro Patria, servivano soltanto i tre punti. Non esisteva nessun piano B. Bisognava vincere. Stop. Nel primo tempo giunsero i legni di Arma e Ceccarelli. Ad inizio ripresa, il granitico Lauro, si beccò il secondo giallo. A quel punto, per De Feudis & Friends, pareva finita. Anche perché la Spal – guidata in panca dall’ex Dolcetti – cominciò un forcing incredibile. Un forcing asfissiante. ASFISSIANTE. Il gol spallino sembrava sempre di più dietro l’angolo. Il Cesena, ormai con le spalle al muro e peraltro senza la guida di Bisoli (squalificato), non riusciva nemmeno più ad uscire dalla sua metà campo. Per il Cavalluccio erano già pronti i manifesti funebri. Quando all’improvviso, al minuto settantuno, arrivò il sorpresone: punizione calciata da metà campo di Tonucci, sponda di Sacilotto, inserimento di un giovanissimo Schelotto (all’esordio in bianconero dal 1'), goal. GOAL. Un goal, quello sfoderato dal Levriero, che fece improvvisamente ammutolire la torcida estense. E che, al tempo stesso, fece esplodere di gioia i 700 tifosi bianconeri accorsi al Mazza. A nulla valsero poi gli ultimi disperati assalti della Spal. Cazzamalli colpì anche un palo clamoroso, facendo letteralmente vedere i sorci verdi a Ravaglia e soci. Dopo 97 minuti di pura battaglia – 97' sconsigliati ai deboli di cuore – arrivò finalmente il triplice fischio finale. Un’autentica liberazione per il Popolo di Romagna. Per Igor Campedelli, presente in tribuna. E per quella truppa bisolizzata che, di lì a poco, avrebbe vinto al fotofinish la volata promozione con la Pro Patria. Guadagnandosi, dopo appena un anno di inferno, il pronto ritorno nel purgatorio cadetto. Un ritorno meritato. MERITASSIMO. Domenica tre maggio duemilanove: Spal-Cesena 0-1. Sembra ieri. Invece sono passati quasi 15 anni…