Siamo sicuri che quella rete abbia motivazioni realmente economiche?
Quella maledetta rete. Quella che ha fatto la sua comparsa martedì scorso contro l’Ancona. Quella che secondo la propaganda militante stile Sarah Ashton-Cirillo dovrebbe servire per evitare i troppi furti di palloni finiti in Curva Mare e che sarebbe stata addirittura mobile, ovvero innalzata ogni volta per il riscaldamento e abbassata per l’inizio della partita. E che invece ha una funzione chiaramente metaforica: separare la squadra dal suo popolo, dalla sua parte più calda del tifo.
La tesi principale addotta per giustificare questa oscenità di rete, come già detto, era quella secondo cui l’elevato numero di palloni non restituiti crei un danno economico rilevante per una società in piena spending review. Per un momento allora facciamo finta che non esistano telecamere in Curva Mare in grado di riprendere ogni volto, ogni espressione facciale e ogni singola azione. Facciamo finta che queste telecamere non sappiano individuare veramente chi porta via i palloni, che queste telecamere servano solo per identificare i pericolosi criminali che accendono una torcia in curva e facciamo finta che la società Cesena FC in passato si sia mossa in questa direzione per risolvere il problema. Per ovviamente colpire solo i responsabili e non tutta la Curva.
Facciamo finta che tutto questo sia vero e andiamo a leggere la circolare 3 del 14 luglio 2023 della Lega Pro, firmata dal presidente Matteo Marani, a tema “pallone ufficiale per la stagione sportiva 2023/24”. Tale circolare stabilisce due cose interessanti: la fornitura di 120 palloni ufficiali per la prima squadra (oltre 6 a partita, in media) e, soprattutto, il costo dei palloni extra eventualmente necessari. Si tratta dell’esorbitante cifra di 22 euro a pallone (Iva esclusa). Ipotizziamo ora di “perdere” 10 palloni a partita e di doverli ricomprare tutti, per 19 partite: 190 palloni a 22 euro l’uno fanno 4180 euro.
Domanda: quanto potrà essere costata, sia per lavoro manuale che per materiali, questa nuova rete? Molto probabilmente più dei 4180 euro necessari per acquistare 190 palloni nuovi. Del resto lo stesso vicesindaco Christian Castorri, la cui intenzione era quella opposta, ovvero togliere la rete anche davanti alla Curva Ferrovia, nell’edizione odierna del Il Resto del Carlino rilevava come la nuova rete fosse palesemente antieconomica rispetto al valore dei palloni persi.
Perché, quindi, questa separazione? Perché questa rete mentre nei comunicati stampa si parla in maniera roboante di “fan first”?
Tutto molto semplice: nella mentalità statunitense il tifoso non è quello che supporta e contesta ma quello che consuma. Gli striscioni di questa estate appesi ovunque per chiedere chiarezza da parte della società, le contestazioni a Scalabrelli e Lewis, le tante prese di posizioni dei tifosi bianconeri non sono certo passate inosservate. E arriva la rete. Arriva la separazione. Che in un salotto meraviglioso come il Manuzzi suona quasi come un’umiliazione per la Curva, relegata dietro quei bruttissimi pali, messa in un angolo, fatta da parte.
La passione dei tifosi, i loro abbonamenti, i loro incitamenti, valgono decisamente meno dei 4180 euro di palloni potenzialmente persi. Vogliamo ancora credere che sia una questione prettamente economica?