L’encomiabile Chiarello: “Il mio compito è essere un esempio per tutti gli altri”
Riccardo Chiarello fa parte di quel gruppo ristretto di calciatori che è dietro nelle gerarchie, ma di certo nulla si può dire sul suo impegno e sulla sua serietà, dimostrati appieno anche negli ultimi scampoli di gara contro il Gubbio. Questo il suo commento nel post partita: “Colgo l’occasione per fare i complimenti a chi gioca meno, potrei anche fare i nomi di chi gioca zero minuti e mantiene altissimo il livello dell’allenamento anche il giorno dopo la gara per far sì che non venga mai staccata la spina. Per chi gioca sempre è più facile…
La nostra squadra è veramente forte e composta non da undici elementi, ma anche da quei ragazzi che dalla Primavera vengono a darci una mano ed è gente che sta sul pezzo e che veramente merita molto. Una sconfitta nelle ultime ventotto gare non poteva e non doveva condizionarci. Siamo consapevoli della nostra forza e mentalità, e già il giorno dopo abbiamo detto le cose giuste all’interno dello spogliatoio”.
Il numero quattro ha ben chiaro cosa dovrà fare da qui fino a fine stagione: “L’obiettivo personale è il compito che mi sono dato all’inizio dell’anno: quest’anno sapevo che ero dietro nelle gerarchie, ma ho scelto di essere un esempio per gli altri tutti i giorni e tutto il giorno, perché vincere è troppo importante per me e per tutti.
Quindi posso solo che continuare a dare il cento percento e se veniste a vedere gli allenamenti tutti giorni e vedreste un pazzo che va a duemila all’ora: non è un ragazzino ma sono io che cerco di tirare tutto il gruppo. Do il mio contributo per un obiettivo collettivo, perché è questione di vita o di morte”.
Anche Pisseri spesso viene sottovalutato e relegato a piè di pagina, ma la prestazione sfoderata contro il Gubbio fa sì che i riflettori siano tutti suoi. Queste le sue parole in sala stampa: “Sono contento per aver contribuito alla vittoria contro una squadra in salute e molto forte, perché era fondamentale vincere dopo la partita di Carrara in cui c’è stato anche un pizzico di sfortuna tra l’espulsione ed il secondo gol.
So che prima o poi qualcosa arriva… è anche importante quello che un portiere non fa perché, a volte, è importante stare al proprio posto e fare quel che serve al momento giusto. La parata più difficile? Forse quella su Desogus”.