CORRIERE ROMAGNA. La grande occasione di Daniele Forte
Quel cognome è un biglietto da visita interessante e la speranza è che sia un cognome profetico. Daniele Forte compirà 22 anni il 7 settembre e per quel giorno spera di essersi già fatto un regalo.
«Il mio sogno è debuttare in B - fa il centrocampista proveniente dal Bellaria - e riuscire ad essere protagonista anche con la maglia del Cesena. Con il Bellaria avevo una clausola: in caso di chiamata da una squadra di categoria superiore, mi avrebbero lasciato libero e al Cesena non potevo dire di no».
Protagonista per caso. La storia di Forte è abbastanza variegata: classe 1990, foggiano purosangue, è cresciuto nel settore giovanile della squadra pugliese: «Ma per un foggiano è quasi impossibile riuscire a giocare nel Foggia, perché i dirigenti non hanno pazienza e le pressioni sono tante. Sono andato a giocare in D, al Real Montecchio, e poi ho partecipato al Torneo di Viareggio con la Rappresentativa Dilettanti di Polverelli e Magrini. Quell'esperienza è stata decisiva: proprio Magrini ha deciso di portarmi in estate all'Equipe Romagna e poi di segnalarmi al Bellaria, dove ho giocato nelle ultime due stagioni. La prima è stata difficile all'inizio, mentre questo campionato è stato positivo. Ho giocato sempre (35 presenze, ndr) segnando 3 gol, anche se sono più un centrocampista di rottura».
Fattore Manuzzi. Si ispira a Marchisio («è un punto di riferimento, ma lui è di un altro pianeta»), ama giocare da mezzala destra («però posso fare anche il centrocampista centrale») e conosce ovviamente benissimo Nicola Campedelli: «È un allenatore preciso e scrupoloso, cura tutti i dettagli come l'alimentazione o alcune tipologie di allenamento particolari come le sedute sulla sabbia. Per un giovane è il tecnico ideale e non è un caso che il Bellaria, in questi due anni, sia riuscito sempre a salvarsi con una squadra giovanissima». Oltre a conoscere l'allenatore, Forte ha già giocato per alcuni mesi al Manuzzi: «Quest'anno abbiamo fatto tutto il girone d'andata a Cesena, però lo stadio era sempre vuoto. Io non vedo l'ora di giocare al Manuzzi con le tribune e soprattutto la curva piene. A Cesena c'è la stessa passione che c'è a Foggia e le pressioni non mi spaventano affatto: anzi, il bello del calcio sono proprio le pressioni e le responsabilità che un giocatore si deve prendere nel corso della stagione. Io sono pronto a dare il massimo per riuscire a ritagliarmi un po' di spazio anche in serie B».