Denudati
Da tre giorni Striscia La Notizia martella il Cesena riportando le indiscrezioni uscite nell’inchiesta in due parti di Pippo Russo su Calciomercato.com a proposito del player trading con i giovani, arrivando ieri a presentare una risposta della Figc che avrebbe già incaricato Covisoc di verificare quanto riportato. Se fossero fondate le rilevazioni mosse, la Figc potrebbe istruire anche un processo sportivo.
È la prima volta che la questione plusvalenze passa su una televisione nazionale. E, anche per questo, difficilmente si potranno arginare le conseguenze: la scelta di comunicazione del ritiro accredito e del silenzio stampa, insomma, non pare aver granché pagato. E fa male sapere che è proprio il Cesena, una volta avanguardia dei settori giovanili, ad essere nell’occhio del ciclone.
Fa male, sì, ma in passato tentativi di far rilevare la discutibile pratica dell’aumento del fondo ammortamento con plusvalenze da giovani era già stata fatta notare. Il 16/01/2015 ne avevo parlato assieme al collega Marco Manuzzi sulla Voce di Romagna: Rino Foschi a marzo si espose - primo e unico fra tutti - in merito alla questione: “Sono semplicemente debiti rimandati, non prendiamoci in giro. Sono perfettamente legali, ma il rischio di abusarne c’è”. E se il Cesena ha raccolto 68 mln di euro di plusvalenze in quattro anni, i timori di Foschi potrebbero essere quantomai reali.
Quello che valeva nel 2015 vale ancora oggi.
Abusare di player trading - come dichiarò Foschi - è semplicemente posticipare debiti, e dopo cinque anni di gestione sportiva non sembra ci sia stato il salto di qualità: il debito non viene aggredito, ma ristrutturato.
Il “lo fanno tutti” può valere quando si va a votare per l’ennesima volta Silvio Berlusconi, ma non quando si cerca di fare giornalismo: se una pratica sportiva è negativa in termini di sopravvivenza societaria, lo si scrive. A maggior ragione se si ama quella Società.
E proprio perché in cda di AC Cesena spa ci sono anche persone che amano il Cesena calcio, è tempo che proprio queste persone tirino le somme sulla gestione: forse certi passivi - anche morali - sono diventati insopportabili e insostenibili. Non si chiede un cambio di proprietà, quanto un cambio di prospettive, di orizzonti sportivi, di modo di fare calcio. Forse di management, in un tessuto sociale come quello di Romagna pieno di ottimi manager cui delegare le programmazioni economiche.
Si chiede di non diventare gli zimbelli d’Italia, ogni sera, su un programma satirico.
Prendevano in giro anche Edmeo Lugaresi, anni fa. Ma era Mai Dire Gol. Ed era Edmeo Lugaresi. Un gigante del calcio. Un Signore. Che ne usciva solamente rafforzato. E unico.
E, malgrado le assonanze, qui di Edmeo Lugaresi non se ne vedono più.