Giovani e player trading tra Chievo e Cesena
Il sociologo del calcio e collega giornalista Pippo Russo ieri pomeriggio su Calciomercato.com ha dato conto di una sua inchiesta giornalistica sul player trading - lo scambio di giocatori - del Chievo dal 2014 al 2017, con un occhio di riguardo per i calciatori più giovani. L’inchiesta getta luce su una delle pratiche più adottate del calcio italiano e, in particolare, punta i riflettori su una delle squadre con cui il Chievo ha avuto più contatti, il Cesena.
Il presidente bianconero Giorgio Lugaresi, sollecitato sull’argomento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Il player trading ha condannato il Parma al baratro di una crisi finanziaria irrecuperabile.
Questo avviene quando il trading è fatto su giocatori che in realtà stentano ad avere un reale valore di mercato e si scommette sulla crescita. Una volta li chiamavano “giovani di belle speranze”. Se il giocatore poi non ‘esplode’ il valore alto a cui è stato scambiato non corrisponderà alla sua reale forza.
Un ‘effetto collaterale’ benefico del player trading è sistemare sul breve periodo il parametro P/A, fondamentale per l’iscrizione alle varie Leghe. Sul lungo periodo, però, il valore dei giocatori scambiati - se non ci sono vendite ‘pesanti’ in mercato - diventa tossico e va ad aumentare drasticamente il passivo delle squadre.
Nel gennaio 2017 citammo il Chievo in riferimento al modello-Parma, ma altre squadre sono afflitte dalla stessa ‘malattia’ del Parma: Vicenza - fallito il 18 gennaio -, Brescia e Genoa. Non il Sassuolo, che pure è squadra che pratica molto player trading, ma ha i mezzi economici per sostenerlo.
L’inchiesta di Russo non si basa su fantasie, ma su dati pubblici, ed è un semplice ma impietoso elenco di calciatori di cui nessuno ha mai sentito parlare, né mai ne avrà memoria. Tuttavia va considerato che spesso da questi scambi nascono appunto anche i ‘piccoli miracoli’ come può essere stato quello di Sensi per il Cesena o di Diawara per San Marino e Bologna. O che i passaggi di questi giovani servano per finalizzare operazioni diverse delle società calcistiche con identici procuratori coinvolti, oppure semplicemente come ritorno per altri calciatori, come ad esempio l’operazione Valzania vs Kone-Varano con l’Atalanta, raccontata in più occasioni.
Logica vorrebbe che le squadre finanziariamente più in difficoltà puntassero a scovare talenti con interventi mirati, e non facendo massa, con un’intelligente e oculata gestione sportiva. Il Cesena deve abbattere il player trading e puntare su uno scouting professionistico moderno, dotandosi anche di analisti e metodi statistici. Dopo cinque anni di gestione appare ancora oggi più evidente come il passaparola degli addetti ai lavori non basti più per uscire a riveder le stelle.
Dal continuare su questa strada al finire alla gogna mediatica in un’inchiesta giornalistica con presupposti solidi come quella di Russo è un soffio.
Ed è solo il rischio minimo.