Quale futuro per il Cesena femminile?
Il Cesena vince dappertutto… o quasi. Vince con la prima squadra, vince con la Primavera e sfiora il successo, ossia la promozione, con la squadra femminile. Già, perché ormai anche i più distratti tifosi lo hanno notato, quest’anno le ragazze bianconere ci stanno regalando un appassionante duello di vertice lottando – con armi per nulla pari dal punto di vista economico – per la promozione nella massima serie. Cosa servirebbe, quindi, per compiere in pianta stabile il grande salto?
Un solo Cavalluccio. Fa un po’ male dirlo ma talvolta la squadra femminile viene ancora considerata come Asd Castelvecchio, ovvero un’entità separata dal Cesena FC. A conti fatti lo è – di una vera fusione se ne parla da anni e la stagione prossima sembra sempre quella buona – ma i budget sono separati e amministrativamente le due realtà semplicemente coesistono affiancate per un’imposizione della Federazione. Al momento esistono sinergie – stessa grafica sui social – anche se il marketing del Cesena FC spesso e volentieri si “dimentica” del femminile come in occasione della recente partita disputata dalla ragazze all’Orogel Stadium Dino Manuzzi. A qualcuno non è sfuggito come i social del maschile abbiano prontamente rilanciato la notizia della finale di Coppa Italia femminile allo stadio di Cesena mentre pochi giorni prima non avessero minimamente considerato l’evento dedicato alla proprie ragazze. Si tratta di piccolezze, certamente, indicative però di una certa diffidenza tra le due realtà.
Ora serve, senza troppi giri di parole, qualcosa di più di una sinergia: una fusione societaria, ovviamente con il maschile che ingloba il femminile fino a diventare una sola cosa. Anche se nell’estate 2022, infatti, Massimo Agostini ebbe uno schietto scambio di battute coi dirigenti del femminile – qualcosa circa la volontà ferrea degli americani di ricercare la vittoria in ogni ambito e il prossimo cambiamento copernicano che avrebbe interessato ogni ambito bianconero – da allora poco o nulla è cambiato.
Il Cesena femminile dopo una sofferta salvezza due anni fa si sta continuamente migliorando e aumenta sempre i propri obiettivi. Certo che è difficile competere quando, bonus compresi, la tua migliore giocatrice percepisce al mese più o meno la metà di una panchinara qualsiasi del Chievo femminile, recentemente sconfitta per 4-3 proprio dalle ragazze bianconere. Il tecnico Alain Conte sta compiendo un vero e proprio miracolo sportivo per colmare il gap con le altre ma a lungo andare questo modus operandi non è sostenibile.
Una fusione col maschile porterebbe necessariamente maggiori investimenti nel femminile. Non si parla di cifre folli: con appena l’1% del budget che la società di Aiello pensa di mettere a disposizione per la serie B maschile 2024/25, I dirigenti del femminile potrebbero allestire una squadra in grado di puntare alla promozione in A ed anche di salvarsi l’anno successivo. Attualmente dalla B nazionale fino alla scuola calcio – in tutto 8 categorie di ragazze – costa all’ex Castelvecchio qualcosa come 100mila euro annui. Un budget doppio consentirebbe di puntare con più convinzione alla A.
In tutto questo c’è da mettere ovviamente in conto che una fusione col maschile ridurrebbe in maniera considerevole anche l’autonomia dell’attuale dirigenza, dal presidente Magnani al diesse Sanna. Si tratta però di un sacrificio necessario in nome del bene comune: delle ragazze e soprattutto del Cavalluccio che, indipendentemente dagli assetti societari, scende in campo settimanalmente sia nelle maglie del maschile che del femminile. E quello va onorato al massimo, sempre.