42 milioni di indebitamento: Cesena mai così in pericolo
L’analisi del bilancio al 30 giugno 2016 di AC Cesena è impietosa: quasi 42 milioni di euro di indebitamento consolidato netto.
L’indebitamento consolidato netto è il risultato di debiti verso erario, sanzioni e interessi (30,5 mln; mantenendo sanzioni e interessi al dato di Orienta Partners di inizio 2013, nonostante esso sia passibile di ulteriore aumento), debiti verso fornitori (6 mln), debiti verso banche (8,6 mln) e debiti verso soci e altri finanziatori (10,4 mln; di cui 8,0 mln verso factoring); a cui vanno sottratti i crediti risultanti dal saldo conto trasferimenti (9,2 mln), crediti verso clienti ordinari e altri crediti (0,8 mln) e il credito per paracadute Lecce (3,8 mln; peraltro riferito alla stagione 2011-12, quindi alla gestione Campedelli). Ne esce un valore sconcertante: 41,8 mln di euro di indebitamento.
Il totale dei debiti lasciato dalla gestione Campedelli a Lugaresi è stato di 28 mln di euro – 24,2 mln contando il paracadute Lecce –, nonostante i dirigenti bianconeri continuino a parlare di debiti raddoppiati o triplicati a propria insaputa: va tuttavia ricordato che tutti i bilanci erano certificati da numerosi organismi di controllo interni ed esterni.
Una stagione in serie A. 68 mln di euro di plusvalenze in quattro stagioni. Parole; buona volontà dei soci di Cesena & Co. – Santerini, Urbini e Casadei in prima fila –; le cessioni di Defrel, Sensi, Benalouane, Valzania – eredità della gestione Campedelli –; piani industriali su piani industriali… Eppure, nonostante tutto, la situazione bianconera non è mai stata così disperata.
La sopravvivenza dipende drammaticamente dall’eventuale partita sulla rottamazione del debito con Equitalia, da giocare entro il 31 marzo: la procedura può essere attivata solo con del cash immediato a fronte di un investimento per coprire la trattativa con i riscossori dello Stato. Una partita cui molti addetti ai lavori guardano con scetticismo.
42 milioni di indebitamento consolidato netto nello stesso anno in cui viene aumentato lo stipendio agli amministratori, da 230mila a 260mila euro nella stagione successiva alla retrocessione: questa è la cartina tornasole di cosa significhi gestire il Cesena nel post-Campedelli.
Serve un immediato cambio di rotta manageriale. Confidare in quello che a tutti gli effetti non è che un condono fiscale – con un nome più ‘nobile’ – non è un piano industriale: è correre con le forbici in mano.
Questo dovrebbe essere il momento della responsabilità quando per anni si è data la colpa di ogni problema al passato. Con la responsabilità arriva anche il rispetto per chi ci crede veramente, altro elemento che più volte i tifosi hanno chiesto a gran voce e non sembrano aver ottenuto. Dunque si attende con ferma lucidità la conferenza stampa indetta per la prima decade di febbraio, dove la società bianconera è chiamata a rispondere di questi bilanci che, in caso di mancato accordo con Equitalia, potrebbero condannare la società al default in meno di dodici mesi.