Cesenate però mai bianconero. Lunardini: “A Recanati approfittammo di un sintetico usurato”
La stagione è quella 2018-2019, il Cesena sta risorgendo dalle ceneri del fallimento e si avvia a vincere il campionato di serie D. In quel giorne F c’era anche la Recanatese, ma incredibilmente, né all’andata né al ritorno i bianconeri riuscirono far punti: per il cavalluccio “tanto caro, NON fu quell’ermo colle”. Molti ricorderanno quella doppia sfida anche per la presenza in campo di Francesco Lunardini. Nato a Cesena, l’ex centrocampista oggi titolare di una Academy a Rimini, non ha mai vestito il bianconero nel corso di una carriera che lo ha portato anche in serie A con la maglia del Parma. Con lui ci avviciniamo alla gara di sabato sera sperando che il Cesena possa tornare dalle Marche recitando una dolce poesia…
Stagione 2018-2019, la sua Recanatese porta via sei punti al Cesena vincitore del campionato. Che ricordi ha?
“Sicuramente furono due grandissime partite da parte della mia Recanatese, eravamo un’ottima squadra di livello altissimo. Avevamo bomber Pera, un fantasista come Borrelli e un tecnico di categoria come Alessandrini. Proprio questo essere più di ‘categoria’ fu secondo me l’arma che ci permise di battere una squadra più abituata al bel gioco e palcoscenici ben diversi dalla serie D. La nostra bravura al Manuzzi fu quella di restare freddi davanti ad un grande pubblico, per molti miei compagni quella è stata la partita della vita, ma non si sono fatti condizionare. A Recanati, poi, approfittammo di un sintetico usurato e dei segreti del nostro stadio. Molte squadre faticavano ad abituarsi ai rimbalzi e fu così anche per il Cesena”.
Nella sua lunga carriera è stato al Manuzzi diverse volte dando diversi dispiaceri ai bianconeri…
“Con il Rimini in serie B nel 2007-2008 vincemmo in rimonta 2-1 ed andai anche vicino al gol. Spesso ho dato dispiaceri al Cesena, ma erano altri tempi”.
Ha mai avuto l’occasione di vestire il bianconero?
“No. Né da ragazzo, né da adulto. Ci fu qualche voce quando lasciai Parma, ma alla fine presi altre strade e non se ne fece nulla”.
Le è dispiaciuto?
“Nonostante sia nato a Cesena, sono cresciuto a Rimini, anche calcisticamente. Inutile però negare che Cesena sia una grande piazza e se avessi ricevuto una chiamata concreta sarebbe stato professionalmente molto stimolante”.
Dopo il ritiro si è un po’ ‘disintossicato’ per dedicarsi ai giovani. Avrà avuto modo però di ‘guardicchiare’ l’andamento di questo campionato, che idea si è fatto di Cesena e Recanatese?
“Il Cesena è partito alla grandissima e sta dimostrando di avere qualcosa in più delle altre big come Perugia, Pescara ma anche Entella e Spal. La Recanatese ha un ambiente sereno e non mi stupisce il fatto che con la programmazione abbiano scalato la classifica”.
Vede qualche analogia tra il Cesena e la Recanatese di quest’anno e le loro rispettive versioni del 2018-2019?
“Il Cesena di oggi ha sicuramente più qualità, è difficile fare analogie tra stagioni e categorie diverse. Anche la stessa Recanatese ha più qualità, mi auguro che vinca chi merita e chi offre il miglior gioco”.
Chi è il Lunardini di oggi nei centrocampi di Cesena e Recanatese?
“Nel Cesena penso a De Rose. L’ho incontrato in serie B con la Reggina e mi piace tantissimo, lui è un vero uomo squadra a centrocampo. Un altro giocatore che mi piace tantissimo è Varone, un centrocampista che può ambire a qualcosa di più. Nella Recanatese il calciatore che può far saltare gli equilibri è Sbaffo, poi c’è un ragazzo come Singagliesi che ho visto crescere e mi auguro possa raggiungere palcoscenici importanti”.
Pensa che per il Cesena possa essere l’anno buono?
“Il tempo ce lo dirà, preferisco non sbilanciarmi. Mi auguro, per il bene della nostra Romagna, che il Cesena possa far bene”.