A CESENA Voto 10. Voto 5. Voto 0
Campionato finito. Almeno a Cesena. È tempo dunque di giudizi finali. Di giudizi a 360 gradi.
Voto 10 a Toscano. Che, a differenza della scorsa stagione, negli ultimi otto mesi non ha sbagliato praticamente nulla. Riuscendo a mettere in saccoccia la sua quarta meritata promozione tra i cadetti. Vero, la rosa bianconera 2023/24 era di primissima fascia. Vero anche che tutte le altre big hanno steccato. Però chi non riconosce i meriti dell’Uomo di Calabria (e del diesse Artico: altro 10 in pagella) o è fazioso oppure è in malafede. Voto 9 ai baby bianconeri. Se mezza Serie A vuole Shpendi (20 sigilli in saccoccia) ci sarà un perché. Berti (piede sopraffino, velocità e fiuto del gol) ha disputato un campionato con i fiocchi. Al pari di Francesconi e di Pieraccini. Buone notizie: la cantera bianconera è tornata (quasi) agli antichi fasti. E non è finita qui. Voto 8 a De Rose. Che, nonostante una carta d’identità non proprio verdissima (37 anni a giugno), ha sfoderato una stagione superlativa. Grinta provinciale, polmoni d’acciaio ed esperienza a vagonate: bisognerebbe clonarlo subito, l’inesauribile Ciccio. Su-bi-to. Magari assieme a Prestia (voto 8 pure per questo altro ‘vecchietto’ terribile). Voto 7 a Pisseri & Friends. Non giriamoci troppo attorno: un anno fa, il Cesena, non è stato promosso in B ‘semplicemente’ perché tra i pali aveva due portieri che facevano cagare. In questa stagione, invece, Toscano ha potuto fare affidamento su un estremo difensore che ha (quasi) sempre risposto presente. Ah, voto 7 anche per Silvestri, per Adamo, per Donnarumma, per Kargbo (per il Kargbo del pre-Ramadan…), per Corazza e per Ciofi. Voto 6 agli Americani. Vi ho visto, non fate quelle facce lì: se guardassi soltanto l’aspetto sportivo pure John Aiello & Company meriterebbero un bel dieci e lode. Però, poi, ci sono anche i bilanci (con relative perdite da ripianare) da analizzare. Ed allora – mentre tutti pensano ‘soltanto’ alle questione di campo, mentre tutti si fanno fagocitare dal Cesenaticamente Corretto – la domandina che mi pongo è sempre la stessa: cosa sarebbe successo se anche quest’anno il Cesena non fosse stato promosso? Meditate gente, meditate. E tremate. Voto 5 ad Ogunseye. Che è partito forte (due gol nelle prime due uscite). E poi invece è finito più volte su Chi l’ha Visto? Per l’ex attaccante del Foggia, a Cesena, bottino finale a dir poco magro: 25 gettoni di presenza e appena 4 reti in cascina. È stato sicuramente lui il giocatore del Cesena più bersagliato dalle critiche del Popolo Bianconero. E anche qui ci sarà un perché. Voto 4 agli arbitri. Va bene, il Cesena ha vinto (pardon, stravinto) il campionato. E ieri sera ha rivisto dopo una vita un rigore a favore. Però non posso sorvolare su certe direzioni di gara a dir poco allucinanti. A Gubbio (rosso appioppato a Corazza) si è sicuramente consumato il fattaccio più eclatante. Ma la lista dei torti subiti da Pierozzi (voto 6, suo il gol che ha ratificato la promozione) e compagnia bella in queste 38 giornate è lunga da Ruffio sino alla Luna. Voto 3 ai ‘soliti’ professori da bar. Alle malelingue. Ai ciarlatani da tastiera. A tutti coloro che, dopo la disfatta iniziale di Olbia (ma anche dopo il doppio pareggio raccolto con Sestri Levante e Pineto), invocavano – incredibile ma vero – a gran voce l’esonero di Toscano e di tutti i suoi collaboratori. Voto 2 alle reti para-palloni. Perché, quelle terrificanti reti che a un certo punto sono spuntate davanti alla Curva Mare, sono immediatamente entrate con merito nella galleria delle più grandi oscenità mai viste a Cesena dal 1940 a questa parte. E che nessuno si azzardi a dire il contrario. Voto 1 alla musica del Manuzzi. Vero, anche in altri stadi d’Italia – prima, durante e dopo le partite – gli altoparlanti sparano a tutto spiano musica di merda. Musica che ti impedisce pure di sentire cosa dice il tuo vicino di posto. Però la sensazione è che a Cesena, le playlist decise dal disc jockey di turno, siano di gran lunga le peggiori dello Stivale. E comunque questa non è Ibiza, Festivalbar con la cassa dritta…Voto 0 alla Serie C. Calendari spezzatino, partite notturne giocate al freddo e al gelo in stadi spesso semivuoti, arbitraggi abominevoli, trasferte a dir poco complicate, squadre B senza tifosi e passione, parenti di tesserati che entrano in campo per menare i portieri avversari, play-off extra-large che non premiano la meritocrazia: cari parrucconi che governate la C, ma davvero questo è il campionato – come dite voi – della gente?
PS 1: Quelli che… ‘carissima’ Serie C, ci si rivede tra una ventina d’anni
PS 2: Quelli che… ‘carissima’ Serie C, ci si rivede tra un paio d’anni (massimo tre anni)