Cesena in B e Liverpool eliminato dall’Atalanta. Capelli: “È un anno bellissimo”
Cesena promosso in B, Atalanta da sogno in Europa League: per i suoi due grandi amori non è stata una stagione qualunque. Daniele Capelli il bianconero lo porta nel cuore, sull’ultima promozione in A del Cavalluccio c’è la sua firma e oggi segue con attenzione le gesta della banda Toscano.
Capelli, oggi allena in serie D: a chi si ispira? Tornare al Manuzzi può essere un obiettivo?
“La mia carriera da allenatore è appena iniziata, è chiaro che ho dei sogni come può essere quello di allenare il Cesena, ma non faccio voli pindarici e tengo i piedi per terra perché la vita del mister è molto molto complicata. Nel mio percorso da calciatore ho avuto tanti allenatori e da ognuno ho preso qualcosa. Dal punto di vista gestionale penso a Bisoli: lui ci tirava fuori tutto il meglio, ci faceva andare oltre. Poi ho avuto la fortuna di essere allenato da tre maestri di calcio come Conte, Sarri e Delneri e da loro ho imparato tanto. A livello complessivo penso che quello a cui devo di più e da cui ho preso ispirazione sia Delneri: a 22-23 anni mi ha svoltato la carriera, gli devo molto e dal punto di vista tattico-gestionale ha rappresentato un esempio straordinario”.
Cesena in B, Atalanta da sogno in Europa: per le sue due squadre del cuore non è stata una stagione qualunque. Possiamo parlare di successi della ‘gente’?
“Sono due realtà che vengono accomunate da una passione ‘folle’ in senso positivo. Mi spiego meglio, parliamo di una passione che si percepisce in ogni bar, in ogni luogo delle città e della provincia: questo i giocatori lo avvertono e quando vedono che le cose vanno bene si enfatizza ancora di più dando effetti positivi. Sono felicissimo del ritorno in serie B del Cesena e di quello che sta facendo l’Atalanta anche pensando da dove è partita, cosa che bisogna sempre ricordarsi quando magari non si raggiunge l’obiettivo di giocare in Europa. Alla fine sì, questo è un anno bellissimo”.
La cavalcata del Cesena si è fondata anche su una difesa di acciaio, si rivede in qualcuno di loro?
“Penso a Prestia, l’ho affrontato in passato quando giocavo ancora. Ha molto carisma e agonismo e mi rispecchia anche per ruolo e posizione. Questa vittoria è frutto della compattezza e di una fase difensiva fatta da una squadra forte nella quale giocatori come lui, e non solo, hanno fornito la leadership necessaria”.
Lei è stato tra i protagonisti dell’ultima promozione in A del Cesena, che ricordi ha?
“Il ricordo più bello della mia carriera. Ho conquistato due promozioni in A con l’Atalanta e una a Cesena che posso definire senza dubbio la più bella per me. Venivo da due anni di infortuni e sono arrivato in Romagna per ripartire riuscendoci alla grande. Quell’anno fu bellissimo, emozionante, una cavalcata in piena regola. Non eravamo tra i favoriti per il salto ma lo abbiamo conquistato crescendo di partita in partita fino ad arrivare a vincere i play-off. Quando si ottiene un successo soffrendo è ancora più bello”.
Ricordi belli ma anche brutti: la sua storia con il Cesena avrebbe potuto avere un finale migliore.
“Mi aspettavo di chiudere la carriera a Cesena, avrei fatto carte false. In Romagna avevo costruito una vita e con quella che allora era la mia ragazza ed oggi è mia moglie avevamo deciso di poter continuare a viverci anche al termine del percorso da calciatore. Sono andato via prima del fallimento e da questo punto di vista forse mi è andata anche bene. Ciò che è certo è che io a Cesena ci sarei rimasto, ma non sempre le cose vanno come si desidera. Alla fine quel che è importante è l’affetto reciproco tra me e una città straordinaria che porto sempre nel cuore”.
Cesena e Atalanta, due club che puntano forte sul settore giovanile. Lei è un po’ l’esempio di come la perseveranza venga premiata.
“È quello che è mancato all’Italia in questi anni, ma ora la situazione sta cambiando. Quando vedi questi ragazzi essere protagonisti che sia serie C o serie A significa che c’è qualcosa che sta migliorando. Quando hai un calciatore formato da te si crea qualcosa di diverso, che sposta. Hai dei ragazzi che sognano di esordire e giocare accanto ai propri idoli, hanno un attaccamento diverso e danno qualcosa in più. Perseveranza, attaccamento alla maglia e alla società: sono valori che in campo si vedono”.