Le richieste di Toscano, le idee di Artico e le mosse degli Usa: é stallo
Un anno fa la Romagna era sott’acqua e i problemi erano altri. Un anno fa la natura presentava il conto all’uomo per le troppe ferite, producendo un disastro mai visto da queste parti sin dai tempi della seconda guerra mondiale. Quell’acqua mista a fango è penetrata nelle nostre vite a tradimento, violando l’intimità di tanti focolai domestici, causando molto più che danni materiali: ci ha fatto riscoprire vulnerabili, fragili, impotenti, un nulla di fronte alla natura. Ci ha spogliati, di affetti ed effetti, ci ha gettati a terra.
Proprio nel momento più difficile le lacrime hanno lasciato spazio alla voglia di reagire, di lottare per conquistare quello che appena un giorno prima era la normalità e il giorno dopo era un lontano ricordo, inarrivabile. Cesena e la Romagna, un anno dopo, si sono rialzate. Le ferite, rimangono, ci mancherebbe. Quelle non andranno via mai, e forse è bene così. Perché nessuno dimentichi mai quel 16 maggio 2023. Ma siamo ripartiti. E in questo contesto, proprio come un anno fa, fa quasi strano parlare di calcio. Ma anche in questo caso il calcio serve per aiutare a guardare avanti, per ripartire.
Un anno fa il Cesena era in attesa di conoscere l’avversario per i playoff. Un anno fa il Cesena sperava ancora di conquistare la B al primo tentativo di Toscano, ed in effetti aveva tutte le carte in regola. Sappiamo poi come è andata, con quei rigori maledetti e con Toscano che prova ad andarsene e viene fermato solo dallo stallo societario, il braccio di ferro Lewis-Aiello, che non gli consente di ricevere la buonuscita per accettare l’offerta del Vicenza. Così Toscano è rimasto. E ha vinto.
E un anno dopo siamo punto e a capo. Toscano è un professionista ed è del tutto legittimato a guardare al proprio interesse, anche economico. La sua richiesta di biennale è legittima e comprensibile anche se il tifoso bianconero potrebbe avere un’opinione differente. Come rivelato alcuni giorni fa, il Cesena era stato irremovibile nel respingere la richiesta di biennale di Toscano e le parti avevano convenuto che sarebbe stato opportuno separarsi.
Però, proprio come un anno fa, le casse societarie al momento sono sotto chiave. Che non vuol dire che gli americani non abbiano soldi o che non li abbiano messi: questi due anni dimostrano il contrario. Semplicemente in attesa di passare da Aiello a Melby i soci devono chiarire chi deve pagare chi e soprattutto chi può pianificare il budget da impegnare per (almeno) il prossimo biennio di serie B.
In pratica siamo di nuovo in stallo. Niente biennale a Toscano ma al tempo stesso niente contratti agli allenatori che piacciono ad Artico (Longo, Sottil e mister X) visto che in B non si parla proprio di noccioline. Siamo in una fase di non decisione. E con la non decisione permane tutto ciò che è in essere, ovvero ancora un anno di contratto di Toscano.
La situazione non è ideale e, dal punto di vista dei tifosi, nemmeno così seria. Una decisione presa, una parola spesa, va mantenuta. È andata bene un anno quando il caso ha trasformato la permanenza di Toscano in un trionfo. La serie B è diversa: vale la pena di rischiare ancora?