L’errore da NON (ri)fare a Cesena
C’era una volta un giovane portiere americano che sbarcò – nelle vesti di dodicesimo – a Cesena. Quel giovane portiere non aveva nessuna esperienza nel mondo professionistico italiano. Era pieno di lacune tecniche. E non era neppure così simpatico. Diciamo che era simpatico come il grasso del prosciutto che ti rimane incastrato nei denti dopo che hai mangiato una bella piadina farcita. Però quel giovane portiere americano era il figlio del co-presidente del Cavalluccio. Ed era pure ben sponsorizzato da un noto dirigente bianconero. Così, quel giovane portiere americano, anche se l’allenatore (e i senatori) di quella squadra non erano per niente d’accordo, fu tafazzianamente promosso titolare (dall’Alto) già alla prima partita. Compromettendo, in un sol colpo, la salubrità dello spogliatoio. La stabilità degli armadietti del Manuzzi. Le ossa di un paio di giocatori bianconeri. E pure gran parte delle chance di promozione diretta del Cavalluccio. Bene, fermiamoci qui. E riflettiamo. Cosa deve insegnare questa triste storiella a stelle e strisce che vi ho appena raccontato? Semplice: che il Cesena, in vista della stagione cadetta 2024/2025, dovrebbe cercare di evitare di (ri)avere nella propria rosa un ‘certo’ Jonathan Klinsmann. Sì, lo so. Lo so bene. Klinsmann Junior è molto più forte (e anche molto più simpatico) di Lewis Junior. E so anche che Klinsmann Senior – pur essendo un personaggio assai ‘influente’ del nuovo Cesena – ad oggi non è il boss (nemmeno in condominio) del Cavalluccio. Però secondo me, a Cesena, in vista della prossima stagione bisognerebbe ‘tagliare’ il figlio di Jürgen. Vero, in questi ultimi 3 mesi la presenza di Jonathan in riva al Savio non ha creato grossi malumori in seno allo spogliatoio. Però, gentili lettrici e gentili lettori, ricordatevi sempre una cosa molto importante, quasi fondamentale: questo Cesena ‘versione’ 2023/2024 è talmente forte che avrebbe vinto (pardon, stravinto) il campionato di Serie C anche se in rosa avesse avuto contemporaneamente il figlio di John Aiello, il nipote di Anthony Scotto, il cugino di Jerry Deifer e il cognato di Mike Melby. Prima di chiudere, gentili lettrici e gentili lettori, mettetevi in testa pure un’altra cosa: i portieri (più o meno) legati al Vertice Societario, i malumori nello spogliatoio, li fanno nascere – mica volontariamente, ci mancherebbe altro… – quando le cose vanno (più o meno) male. Non quando le cose vanno (più o meno) bene. Per eventuali dubbi citofonare Toscano.