Toscano, gli americani e quel dubbio atroce
Ci sarebbe da (ri)parlare della sostenibilità del Cavalluccio. Del monte-ingaggi (da categoria superiore) del Cesena. D’altronde, il mio inquietante quesito, oggi come ieri, resta sempre lo stesso: e se per caso la costosissima Creatura di Toscano dovesse (ri)fallire l’assalto alla cadetteria, cosa succederà il prossimo giugno in riva al Savio? Gli Americani – al di là delle solite incellofanate dichiarazioni di facciata che vengono vomitate ciclicamente in favore dei soliti seguaci del Cesenaticamente Corretto – riusciranno a resistere un altro annetto oppure si stuferanno anzitempo del loro ‘giocattolino’ italiano che fa acqua da tutte le parti e cederanno in fretta e furia il club al primo che passa?
Ci sarebbe da (ri) parlare dello sostenibilità del Cavalluccio, per l’appunto. Però qui in questa sede c’è da parlare innanzitutto di questo Cesena che, dopo i due miseri pareggini al gusto di harakiri e rimpianti raccolti con Sestri Levante e Pineto, ieri sera nel catino amico del Manuzzi – grazie alla doppietta siglata da Kargbo – contro la scorbutica Carrarese è tornato a vincere. Mettendo in cascina il suo settimo successo su dieci apparizioni (in media 2,3 punti a gara: alla faccia di chi vorrebbe ancora l’esonero di Toscano). Limando tre punticini alla Torres (ora a +4, ma con una partita giocata in più). E distanziando di tre lunghezze il pazzo Pescara ‘targato’ Zeman, ora sorpassato in classifica pure dal redivivo Perugia (Perugia che, zitto zitto, si è portato a sua volta a 6 punti dalla vetta e comincia a fare paura sul serio…).
Lo ripeto ancora, semmai qualcuno se ne fosse dimenticato: resta il Cesena la vera grande favorita per la vittoria finale del Girone B di C. Non solo perché la rivelazione Torres non durerà. Non solo perché quest’anno, le big (o pseudo-big), fanno a gara a chi va più piano. Non solo perché il livello di competitività di questo girone non è così elevato come vogliono farci credere. Poche storie: quella bianconera – al di là di qualche lacuna strutturale, in porta e in difesa – resta la rosa più forte del lotto. La rosa più forte. Qualcuno potrà respingere con forza questa tesi affermando che anche la scorsa stagione il Cesena aveva la rosa più competitiva di tutti (Reggiana compresa) e sappiamo tutti come è andata a finire. A differenza della scorsa stagione, però, mister Toscano questa volta in casa non ha arroganti e raccomandatissimi parenti ‘presidenziali’ (spacca-spogliatoio) da lanciare. E nemmeno un competitor (mi riferisco sempre alla ‘solita’ Reggiana) capace di tenere una media di 2,1 punti a gara per 8 mesi.
La strada che porta alla Serie B, per la Romagna che parla bianconero, resta lunga e tortuosa. Tortuosissima. Ci mancherebbe altro. Ci sono ancora tante cosine da sistemare, in Casa Cesena. E, probabilmente, a gennaio un rinforzo di dietro (con gli attributi) bisognerà prenderlo. Ma ora non ha davvero più ha più alibi e scuse, l’Uomo venuto dalla Calabria: questo Cesena non può (ri)fallire l’assalto alla B. Non può. Per tanti motivi. Altrimenti ritorniamo al punto di partenza. Alla ‘solita’ sostenibilità a stelle e strisce che va a farsi benedire. Ai possibili (anzi, possibilissimi) dubbi in salsa americana che potrebbero sorgere in caso di nuovo (costoso, costosissimo) fallimento sportivo.
PS 1: Quelli che… fra due anni il Cesena giocherà in Serie A
PS 2: Quelli che… fra due anni il Cesena giocherà in Serie D