Animali umani
1. È difficile, per quanto nostro dovere, parlare di calcio in questi momenti in cui nel vicino Mediterraneo si sta consumando una immane tragedia. Due milioni e mezzo di persone richiuse in una grande prigione, senza acqua, elettricità né cibo, che aspettano solo di morire (o veder morire i propri cari, che è forse peggio) in quanto “animali umani”. Non persone, quindi.
2. È difficile ma stasera ci proviamo lo stesso, forse anche per dare un senso, se non alla nostra colpevole indifferenza, a questo gioco del calcio e a questo Cesena che tanto amiamo: ci arrabbiamo, talvolta stiamo male, ma al triplice fischio la partita finisce e inizia la nostra vita “borghese”. È una fortuna, per pochi.
3. Allora parliamo di questo Cesena, che vince e convince, con buona pace degli esteti del bel calcio. Anzi, chi non si è reso conto che stasera non c’erano proprio gli estremi per il bel calcio - dall'avversario al campo - è meglio che si dedichi ad altro.
4. Un Cesena che la vince ancora una volta con la panchina, vera grande differenza rispetto alla passata stagione. Un anno fa chi entrava a partita in corso spesso risultava inutile o persino dannoso, quest’anno finisce per far la differenza. Con buona pace di chi dice che la rosa non è completa
5. Ecco, parliamo della rosa corta: stasera è entrato David e tutti abbiamo trattenuto il fiato. L’inizio non è facile, una brutta palla regalata in difesa e un cartellino giallo. Poi la tensione si scioglie, il coraggio aumenta e dalla sua parte non si passa più. Magari non sarà ancora pronto per essere titolare ma all’occorrenza è un ottimo cambio.
6. E poi c’è Bumbu, che non è poi abbia combinato molto. A parte il gol. E scusate se è poco. Dove dobbiamo firmare per avere ogni volta un giocatore che entra, sblocca la partita e poi si eclissa? Va benissimo così.
7. Capitolo Kargbo: impressionante. Ha delle fiammate paurose, è forse il giocatore in rosa che più di tutti ha la capacità di spaccare la partita. Avrebbe meritato un posto da titolare? Col senno di poi sì, visto che l’Arezzo aveva impostato tutta la gara sul non gioco e sui duelli fisici, finendo per ostacolare parecchio il Cesena (anche a causa di un Mawuli che nel primo tempo avrebbe meritato almeno un paio di gialli per le sue entrate killer).
8. Però il Cesena ha superato brillantemente anche questo esame: vittoria in casa di una squadra chiusissima, avvezza al fallo e alla provocazione, e per nulla disposta a giocare a calcio. Atteggiamenti legittimi, sia chiaro, e anche meritori: è così che si affrontano quelle più forti. Ma il Cesena è rimasto sempre lucido mentalmente, non è caduto nella trappola e ha meritato i tre punti.
9. Sei vittorie consecutive sono tanta roba. Certo, il calendario non era dei più complicati: se guardiamo alla classifica di stasera, tra le squadre affrontate quella messa meglio è l’Arezzo in decima posizione a pari punti con l’Ancona.
10. Però Pontedera a parte il Cesena ha sempre dimostrato di essere nettamente superiore a tutte le squadre che ha battuto. E non di poco. È un gran bel segnale. Forse non basta per regalarci un sorriso in questo momento tragico ma per 90 minuti abbiamo vissuto con un po’ più di leggerezza. Grazie Cesena. Restiamo umani.