Thumbs up & thumbs down
Thumbs up
1. Fabio Artico. Ha azzeccato il mercato, con pochi innesti ma fondamentali. Rimpiazzare Ferrante con Kargbo e Calderoni con Donnarumma è come passare dalla notte al giorno. Però il suo capolavoro più grande è stato quello di saper proteggere Toscano e la squadra da ogni possibile influenza esterna e metterli in condizione di vincere il campionato.
2. Rimini-Cesena 0-2. La partita più bella dell’anno e non certo per gli avversari o perché fosse più o meno sentita delle altre. Semplicemente perché è stata quella interpretata meglio. Il pressing alto portato da Corazza sin dal limite dell’area di rigore ospite è stata una dimostrazione di forza, sia fisica che mentale, davvero impressionante. Gli avversari non sono mai riusciti ad oltrepassare la metà campo con la palla al piede. Quella sera il Cesena ha dimostrato di essere di un’altra categoria.
3. Teleromagna. Pur con tutti i limiti tecnici di una tv di strada, ci ha regalato una grandissima copertura della festa promozione e la diretta gratuita delle più lontane trasferte durante l’anno. Le sintesi e gli highlights con l’iconica telecronaca da tifoso, una sorta di Auriemma bianconero, sono sempre e giustamente diventati virali sui social. Un grande servizio.
4. I tifosi presenti. Beh, quando le cose vanno benissimo è più facile esserci. I tantissimi “tutto esaurito” fatti registrare nei vari stadi sono comunque un record che nessun altro nel girone B può vantare. Però a Cesena la fede supera la fiducia: lo si era capito già dalla campagna abbonamenti, nonostante l’amaro epilogo della stagione precedente e nonostante i prezzi aumentati.
5. I tifosi assenti. Quelli che non possono esserci per i fatti di Italia-Ungheria. Quelli che non possono esserci per i fatti di Ponte Pietra. Quelli che non possono esserci per i fatti di Perugia. Quelli che vorrebbero esserci, che meriterebbero di esserci ma che trovano sceriffi che li usano come trofei per sostenere la propria carriera ministeriale, sono quelli che vanno ricordati. Sempre.
Thumbs down
6. Lo speaker. Sei un giovane in cerca di riscatto dopo una stagione oggettivamente difficile, in cui hai visto poco il campo, meno di quanto ti saresti aspettato. Nella partita più importante ti fai trovare nel posto giusto al momento giusto e segni il gol che vale un campionato. Festeggi coi tifosi ma lo speaker si sbaglia e assegna il gol ad un tuo compagno, acclamato come eroe al tuo posto. Questo è quello che è successo al minuto 87 di Cesena-Pescara: errore grave che denota scarsa conoscenza della rosa bianconera. E questo offusca sia lo scadente spettacolo a fine partita – col tentativo di rubare la scena a Prestia e al suo “voce!” – che la questione musica durante il resto dell’anno.
7. Il marketing. Se escludiamo i video di Gianluca Rossi, autoprodotti, il marketing del Cesena in questo campionato è stato il settore peggiore in assoluto. Tutto quello che si poteva fare per creare disaffezione tra sponsor e tifosi è stato fatto: ad ogni scelta non sportiva (cioè non spettante ad Artico) è sempre seguita una polemica.
8. Le reti di protezione. Siamo in serie B, tutto è bene quel che finisce bene e a Cesena ci dimentichiamo dei fallimenti, cosa volete che siano due partite con le reti davanti alla curva… Eppure, in nome di non si sa cosa qualcuno ha davvero pensato ed autorizzato una simile nefandezza. E qualcun altro ha provato persino cercato di giustificare l’ingiustificabile.
9. Il nutrizionista. Che a Cesena non c’è. Appunto. Spesso Toscano e il suo staff sono stati costretti a combattere coi giocatori per farli rimanere nel peso forma. Non sempre ci sono riusciti. Ogunseye è il simbolo di giocatore con qualche chilo di troppo. Bumbu è l’esempio di atleta che una volta lontano da Cesena ha perso peso, trovato la forma migliore e col Gubbio ci ha fatto vedere i sorci verdi.
10. La vecchia cricca. Da Agostini che tra pochi mesi dovrebbe (salvo sorprese contrattuali) terminare il proprio rapporto col Cesena a Luca Lewis che incasserà comunque il premio promozione e dal 1 luglio tornerà a disposizione dei bianconeri: c’è fretta di lasciarsi alle spalle una parentesi molto poco felice per il popolo romagnolo.