Dal fiume al mare, Cesena capolista!
1. Dopo tredici partite siamo primi: differenza reti doppia rispetto alla Torres, sei punti sul Perugia e nove sul Pescara. Senza troppi giri di parole: siamo dove dobbiamo essere.
2. Abbiamo vinto la seconda partita consecutiva senza Corazza, ancora una volta non abbiamo preso gol e stasera (come poi accadrà domenica) abbiamo rinunciato a Sphendi e Kargbo. Significa che la rosa è valida.
3. Un vecchio mantra del calcio spiega che i campionati si vincono con le panchine. Avere una squadra titolare fortissima ma essere sprovvisti di rincalzi per i momenti di emergenza è inutile e il Cesena dello scorso anno lo ha dimostrato.
4. Toscano ha dato spazio a tutti: Chiarello titolare, Nannelli gettato nella mischia dopo mesi di sola tribuna, Berti che entra sempre, poi Pieraccini, Pierozzi e praticamente tutti (manca solo Giovannini), compreso Varone.
5. Non tutti hanno risposto secondo le aspettative – il secondo tempo di Chiavari presenta notevoli spunti passibili di miglioramento – ma rispetto ad un anno fa queste rotazioni danno fiducia a tutti e fanno tanto gruppo.
6. Tutto questo ci insegna che è meglio avere un presidente totalmente assente come John Aiello – un po’ come l’interista Zhang – che uno iper presente come Robert Lewis che ha, insieme alla sua cricca e al suo figlio diversamente bravo, letteralmente gettato al vento la promozione e gli 8 milioni spesi nella scorsa stagione.
7. Cosa serve ancora per consolidare questo primato? Saper gestire meglio i momenti di sofferenza, mentre questo Cesena sembra sapere (e volere) solo chiudere le gare segnando tanto più dell’avversario.
8. Pisseri non tocca mai la palla con i piedi e per una squadra tecnica come il Cesena è davvero un controsenso. I bianconeri sono forti sulle fasce ma non è mai l’estremo difensore ad impostare: i compagni non gliela passano mai e quando Pisseri rinvia l’esito è sempre incerto.
9. Il risultato di questo problema è che nelle fasi più concitate sono sempre i difensori a dover sbrogliare la situazione. Pressare i difensori è per gli avversari molto più facile che pressare il portiere e il Cesena va in sofferenza anche in superiorità numerica.
10. È già ora di pensare alla Lucchese e al catenaccio che verrà a fare domenica pomeriggio, con soli due giorni di riposo per il Cesena. Sarà la sfida più difficile delle ultime tre. Avanti bianconeri.