Da Cesena a Brescia divenendo ‘talismano’. Ragusa: “Giocare al Rigamonti è sempre difficile…”

Esterno d’attacco che negli anni migliori era un lusso in cadetteria. Eppure le sue esperienze in Romagna così come con la maglia delle rondinelle sono terminate con la mancata promozione…
06.03.2025 20:00 di  Adriano Antonucci   vedi letture
‘Nino’ Ragusa
‘Nino’ Ragusa
© foto di LaPresse

Al Brescia è legato il ricordo del suo esordio da urlo in bianconero, ma anche quello di una stagione vissuta con le rondinelle nella quale poteva essere e non è stato. Antonino Ragusa per qualche anno è stato sinonimo di promozione in serie A per chiunque lo ingaggiasse, oggi è alla Reggina per provare a riportare gli amaranto tra i ‘pro’ e per lui Brescia-Cesena non una partita qualunque.

Ragusa, il suo unico campionato in bianconero si è aperto proprio con un gol al Brescia dopo una manciata di minuti…
“Si giocava in un Manuzzi fantastico e strapieno già dalla prima giornata. Quello fu un gol più dovuto alla mia caparbietà che alla bravura, seguii l’azione e raccolsi la respinta del portiere Minelli su un tiro, se non ricordo male, di Molina. Fu un bell’inizio”.

Quattro gol nelle prime tre giornate della B 2015-2016: ha più avuto uno start così scoppiettante?
“Credo sia stato il migliore, ma va detto che sono sempre partito forte. Iniziare alla grande è stata una caratteristica ricorrente della mia carriera”.

Agli albori di quell’annata per il Cavalluccio si prospettava un pronto ritorno nella massima serie. Invece…
“Il rammarico per quella stagione resta. Avevamo una rosa completa e forte, c’erano giocatori che adesso sono nelle migliori squadre italiane o straniere. Ci è mancata la continuità: soffrivamo tantissimo le gare in trasferta e magari facendo qualche punto in più ci saremmo piazzati meglio per giocarci i play-off con maggiori possibilità”.

Qual è la partita in bianconero che più le è rimasta nel cuore?
“Quella con il Novara alla penultima giornata. Eravamo in emergenza, giocai prima punta e segnai il gol vittoria che ci diede la matematica qualificazione ai play-off. Eravamo in un periodo difficile e giocavamo contro una buona squadra, ma alla fine la spuntammo”.

Al Rigamonti giocò una partita con la maglia del Cesena, nella quale venne sostituito da Magnusson che causò nei minuti finali il rigore decisivo per le rondinelle. Ci furono grandi proteste romagnole…
“Beh credo che se abbiamo protestato così tanto un fondo di ragione ci fosse (ride, ndr)… Quella partita fu un altro esempio di quelle gare in trasferta andate male che ci sono costate un esito di stagione diverso”.

Dopo l’annata a Cesena e il biennio a Sassuolo, lei è divenuto una sorta di talismano per chi la acquistava: tre promozioni in quattro anni con Verona, Spezia e Lecce.
“È una cosa che mi porto appresso ancora oggi. Io sono uno che guarda l’aspetto migliore delle cose, che vive con positività. Questo mi porta a provare emozioni belle ed anche a far parte di situazioni non scontate come fu la promozione in A con lo Spezia. Tengo molto a questo aspetto della mia carriera”.

L’unico anno in cui mancò la promozione in A in quel periodo fu proprio a Brescia: si è dato una spiegazione del perché?
“Fu una stagione travagliata, la prima post covid. C’erano tante assenze, casi di positività, cambi di allenatore. Alla fine perdemmo ai play-off con il Cittadella, ma avevamo fatto un finale di stagione in crescendo e se ci fossimo ripresi prima credo che ce la saremmo giocata con tutti”.

Dopo il Brescia, il Cesena se la dovrà vedere con lo Spezia, sua altra ex squadra. Ce la faranno i liguri ad ottenere la promozione?
“Hanno una rosa completa che se la gioca con tutti, è una bella realtà. Per il Cesena non sarà facile, credo che lo Spezia sarà lì fino alla fine a lottare per la promozione diretta”.

Il Cesena ha raggiunto la soglia dei quaranta punti ed ora è relativamente sereno. Qual è l’errore da non commettere in questi casi?
“Io sono uno di quelli che tende sempre a guardarsi alle spalle, specialmente in un campionato come la B. Però è anche vero che il Cesena è in piena zona play-off. Il quarto posto dista solo tre punti ed è giusto credere di poterlo raggiungere”.

C’è un Antonino Ragusa nel Cesena di oggi?
“Un Ragusa non so, ma di certo ci sono calciatori importanti. Penso a La Gumina o a Bastoni che conosco dai tempi dello Spezia, a Mangraviti che ha giocato con me a Brescia. Ci sono tanti ottimi giocatori, è una rosa molto valida”.

Breccia-Cesena come finisce?
“Non lo so (ride, ndr). Il Brescia è in ripresa e giocarci contro al Rigamonti è sempre difficile, ma il Cesena ha le sue carte da giocare. Sarà una bella partita”.