Cocoricò

25.04.2025 23:14 di  Stefano Severi   vedi letture
Cocoricò

1. Poche squadre, in fin dei conti, risultano così poco simpatiche come il Sassuolo. Per chi, come noi di Cesena, è cresciuto col mito di Pantani, la squadra della Mapei è fumo negli occhi.

2. Fatta la doverosa premessa, va riconosciuto che questo Sassuolo è decisamente di un’altra categoria. I difensori del Cesena stanno ancora cercando Laurienté, mai visto né fermato.

3. Poi però va anche riconosciuto che i nostri sono in ferie. In vacanza. Chiaramente non hanno voglia di disputare i playoff, che a questo punto assolutamente non meritiamo di fare.

4. Se sugli spalti l’argomento principale di conversazione è quale giocatore si sia incontrato al Cocoricò, discoteca dei colli marchigiani, significa che qualcosa non va.

5. Quel giocatore — ed evidentemente non solo lui — ha già mollato. L’azione del raddoppio del Sassuolo è sintomo della scarsa lucidità e dell’impegno di cui stiamo parlando.

6. Non serve nemmeno attaccarsi alle solite giustificazioni: Tizio aveva la mononucleosi, Caio una botta alla caviglia, Sempronio un affaticamento muscolare di una sua zia ricca. La benzina più importante è finita: quella mentale.

7. Resta solo un’ultima partita tra le mura amiche, col Palermo: tutto sommato, la Curva Mare ha applaudito e cantato oltre il novantesimo, segno che la cavalcata dell’ultimo anno e mezzo di questa squadra è stata riconosciuta.

8. Ora, evidentemente, è tempo di cambiare e di pensare a costruire il futuro. Confermare i giovani più Ciofi, Berti e forse Prestia. Gli altri, se possobile, via tutti.

9. Prima, però, c’è da finire questo campionato almeno in maniera decorosa. Tutti, giocatori e tifosi, meritano un commiato onorevole. Ci abbiamo provato, non ha funzionato. Arrivederci, e amici come prima. Compreso Mignani.

10. Chiusura dedicata al clima isterico che anche stasera si percepiva tra le forze dell’ordine, in vista di un clamorosamente inutile San Marino–Forlì di Serie D. Partita praticamente vietata a tutti quelli che hanno il nome proprio che finisce con una vocale, o giù di lì. Questa è la gestione del calcio in Italia nel 2025.