L’urlo di John Aiello: “Quel gol era buono! Cesena ancora penalizzato!”

I miei quattro lettori sanno benissimo cosa penso del Var. Cosa penso di questa mostruosa diavoleria tecnologica che ha privato il calcio moderno di tutta la sua poesia, di tutto il suo romanticismo. Cosa penso di questi direttori di gara che – come un’Ambra Angiolini qualsiasi di scena a Non è la Rai – usano l’auricolare e il monitor a bordo campo per essere indottrinati su cosa dire e su cosa fare. Cosa penso di questo Abominevole Sistema che, dopo una segnatura, obbliga – in attesa del famigerato responso dato dal check – il giocatore (o il tifoso) di turno a strozzare all’improvviso in gola il suo urlo di gioia.
Dopo l’elettrica sfida di ieri pomeriggio tra Cesena e Spezia, però, mi tocca ritornare sull’argomento. Mi tocca, eh. Perché, a mio modesto parere, il gol cancellato – su segnalazione, per l’appunto, del Var – a Calò nella ripresa dall’impresentabile signor Prontera di Bologna, è l’indecente riassunto di quanto sia cambiato (in peggio) il mondo del pallone negli ultimi anni. Che ormai, la vivisezione televisiva, è riuscita a trasformare impercettibili sfioramenti in area di rigore in falli degni del ‘miglior’ Pasquale Bruno. A snaturare in modo vergognoso l’essenza di quello che è sempre stato uno sport di contatto fisico.
‘Il Var toglie e il Var regala – dice qualcuno – In una stagione, gli episodi sfavorevoli e favorevoli prima o poi si compensano…’. Sì, vabbè. Questa storiella, se ne avete il coraggio, andatela a raccontare a Mignani. A Prestia e compagni. Ad Artico. Agli Americani. E poi guardate l’effetto che fa. Ecco sì, guardate l’effetto che fa. Che al Cesena, il Var, in questa stagione ha più tolto che dato. ‘Per favore Bertozzi, scrivilo da qualche parte: quel gol non era da annullare! – mi ha detto ieri a fine partita John Aiello – La rete di Calò era regolare. E in questo campionato non è la prima volta che il Var ci penalizza…’. Ecco, l’ho scritto.
È più che mai attapirato, l’infaticabile presidente del Cesena. Attapiratissimo. Perché il Cavalluccio, contro lo Spezia, è stato scippato. Derubato. Privato di un gol sacrosanto che avrebbe potuto spianare a Francesconi & Friends la strada verso una vittoria che avrebbe regalato ai bianconeri ulteriore linfa vitale in vista di questa sempre più appassionante volata play-off. Questa volta, però, non starà zitto il Cesena. No, non starà zitto. A stretto di giro di posta infatti, dalla sede del Cesena e con destinazione Palazzo (pardon, Lega), partirà una bella ‘letterina’ in cui il club bianconero chiederà più rispetto. Perché la Romagna che parla bianconero merita PIÙ RISPETTO.
PS 1: Quelli che… buon punto, quello arpionato ieri al Manuzzi. Perché lo Spezia resta una delle grandi corazzate di questo torneo cadetto. Perché al Cesena mancavano Mangraviti, Antonucci, La Gumina e Klinsmann. Perché la band di D’Angelo, nel primo tempo, ha completamente annullato il Cesena. Perché la traversa colpita da Reca è ancora lì che balla. Perché se non c’era San Pisseri…
PS 2: Quelli che… punticino misero misero, quello arpionato ieri al Manuzzi. Perché il Cesena, nella ripresa, ci ha creduto molto di più dello Spezia. Perché la truppa di Mignani, il gol (regolare, regolarissimo) dell’1-0, lo aveva segnato. Perché nel finale di gara Ciofi e Russo, sotto la Curva Mare, potevano fare meglio. Molto meglio…