Il Cesena è davvero guarito?
Allora, ricapitoliamo. Non si vinceva (e non si gonfiava la rete avversaria) da più di un mese, ovvero dalla sfida casalinga del 14 dicembre con il Cosenza. Non si esultava lontano dal catino amico del Manuzzi da più di due mesi, ovvero da quell’ormai impolverato 0-2 maturato a Cittadella lo scorso 10 novembre. Non si espugnava il Ferraris di Genova da quasi 14 anni, ovvero da quell’indimenticabile 2-3 ‘targato’ Ficcadenti del 2011. E poi, soprattutto, non si assisteva a un gol del redivivo Antonucci dai tempi in cui in Italia si pagava ancora con la cara vecchia Lira. Insomma, l’anticipo della 22esima giornata cadetta ha portato al Cavalluccio tante notizie croccanti. Notizie che fanno bene alla classifica (ma pure al morale) di Bastoni & Friends, alla panchina (che è stata, sino a una misera manciata di ore fa…) traballante di Mignani e pure al cuore ‘ballerino’ del Popolo Bianconero. Notizie che permettono al Cesena di guardare al futuro con un po’ più di tranquillità. Con un po’ più di serenità. Con un po’ più di ottimismo. Solo un po’, però. Solo un po’. Perché se da un lato è vero che il Cesena ieri sera a Genova – dopo l’ennesima partenza da film horror – ha sfoderato una prova gagliarda riuscendo a portarsi a casa tre punti di platino, dall’altro lato però è anche vero che Prestia e Soci dinnanzi a se si sono ritrovati una squadra di cadaveri, una squadra infarcita di ansie e lacune. Per capire se il Cesena è davvero guarito, per capire se la squadra di Mignani è riuscita ad uscire definitivamente dal tunnel della depressione, bisognerà vedere come si comporterà la truppa bianconera nelle prossime due complicatissime sfide con Bari (sabato prossimo al Manuzzi) e Catanzaro (tra 13 giorni in Calabria). Sperando che nel frattempo il buon Artico sia riuscito a portarsi a casa questo benedetto ‘forte’ centrocampista di cui tutti (ma proprio tutti: compreso il mio fiorista di fiducia, compreso mia suocera, compreso un mio vecchio zio di Verghereto che non segue il calcio dai mondiali di Italia ’90…) parlano. Sì, questo benedetto ‘forte’ centrocampista di cui tutti parlano. Perché anche se ieri sera il Cesena ha vinto meritatamente a Genova, là in mezzo (ma pure là dietro, eh) continua ad esserci un problema grosso come una casa. Anzi, come un grattacielo di venti piani. E non fate quelle facce lì, eh. Che vi ho visto. Sì, confermo. Confermo tutto. Anche là dietro c’è un grosso problema. Anche là dietro la coperta è un po’ corta. Non è tutto oro quel che luccica, gentili lettrici e gentili lettori. E non lasciatevi infinocchiare (si può dire ancora infinocchiare nel 2025 oppure – chiedo anche a Curto, eh – sono troppo politicamente scorretto?) dall’hurrà di Genova, dagli ultimi voti da secchione beccati in pagella da Mangraviti e compagnia ‘bella’. No, non lasciatevi infinocchiare. Caro Artico, un consiglio disinteressato: meglio prevenire, che curare. Molto meglio. Soprattutto se Pieraccini (sinora vergognosamente impiegato da Mignani col contagocce, per lui appena 125 minuti in campo) deciderà che non può continuare a marcire così in panca e raggiungerà per 5 mesi il suo ‘scopritore’ Toscano a Catania.
PS 1: Quelli che… ci salviamo in scioltezza
PS 2: Quelli che… andiamo pure ai play-off
PS 3: Quelli che… vinciamo addirittura i play-off
PS 4: Quelli che… io, per sicurezza, il pannolone me lo tengo ancora su…