Mignani era da esonerare…

I miei lettori (nonché telespettatori) più attenti lo sanno bene. In questa stagione, anche in quel dicembre da film horror infarcito di harakiri clamorosi e di abominevoli sconfitte, non ho mai sparato a zero su Michele Mignani. MAI. Certo, il mister bianconero l’ho criticato più volte. Anche duramente. Anche platealmente. Però, allo stesso tempo, non ho mai chiesto a gran voce - come invece hanno fatto almeno un paio di miei colleghi - il suo esonero. Perché ho tenuto questa condotta? Perché la matricola Cesena ha sempre veleggiato ampiamente sopra la zona rossa. E poi anche perché, al di là dei suoi limiti strutturali, ritengo Mignani - oltreché un galantuomo d’altri tempi e un professionista a 360 gradi - un buon allenatore da Serie B. Un allenatore con (forse) ancora qualche margine di crescita. Lo sottolineo un’altra volta, casomai ce ne fosse ancora bisogno: non ho mai chiesto a gran voce - come invece hanno fatto almeno un paio di miei colleghi - la defenestrazione dell’attuale condottiero del Cesena. MAI. Epperò adesso, dinnanzi a questo buon momento del Cavalluccio (11 punti raccolti nelle ultime 5 partite, una sola sconfitta nel 2025), mi fa davvero sorridere chi adesso - al bar, per strada, sui social - si rivolge a qualche mio collega dicendo ‘Ah, facile ora salire sul carro dei vincitori…’. FA-CI-LE. Ecco, parliamone di questa cosa del carro. Parliamone. Premesso che qui nessuno è mai salito sul carro dei vincitori visto che Mignani - almeno sino a questo momento - a Cesena non ha ancora vinto un emerito cazzo, voglio comunque ricordare a tutti coloro che accusano scioccamente qualche mio collega di essere un ‘carrista’, che un buon giornalista - dunque un giornalista non prezzolato - non ha soltanto il dovere di raccontare la realtà. Ma anche l’obbligo di provare a cercare soluzioni alternative qualora l’argomento della sua analisi (in questo caso) sportiva presenti delle palesi criticità. Altresì nessuno deve mai scordarsi del fatto che mister Mignani, ad un certo punto della stagione, ha perso completamente la trebisonda. Obbligando gli Americani, dopo la terrificante prova sfoderata a Carrara prima della sosta, a valutare attentamente l’eventualità di un suo possibile esonero. In soldoni, con questo mio breve editoriale che cosa voglio dire? Voglio dire che ora come ora è doveroso tributare i giusti onori a Mignani, a colui che ha (quasi) salvato il Cesena, a colui che molto probabilmente trascinerà il Cavalluccio sino ai play-off. Ma, al contempo, voglio sottolineare con forza anche il fatto che non si può criticare chi, un paio di mesetti fa, chiedeva il siluramento del tecnico bianconero. Siluramento che - mi preme dirlo, per completezza di informazione - avrei invocato con fermezza pure io nel qual caso il Cesena, in quella gara da sliding doors andata in scena a Genova lo scorso 17 gennaio, avesse perso quella delicatissima sfida contro quella Sampdoria che non riusciva a mettere insieme due passaggi di fila.
PS 1: Quelli che… punto pesante, quello arpionato ieri a Brescia. Pesantissimo. Perché consente al Cesena di mettere in saccoccia il suo quinto risultato utile consecutivo. E di restare al 6° posto…
PS 2: Quelli che… vittoria gettata alle ortiche, quella di ieri a Brescia. Che questo Brescia è davvero poca cosa. Che se La Gumina la buttava dentro al 91' ora il Cesena era 5°, in condominio col Catanzaro…
PS 3: Quelli che… ed intanto Francesconi ha sfoderato un’altra prestazione da applausi. Bene. Bravo. Bis…
PS 4: Quelli che… ed intanto Shpendi ha sfoderato un’altra prestazione da Chi l’ha visto? Tieni duro, Cristian. Tieni duro…
PS 5: Quelli che… e comunque – diciamola tutta – la sfida di ieri del Rigamonti è stata avvincente come la lettura del bugiardino della Tachipirina. Eccitante come una camomilla al cardamomo e finocchio selvatico…