Dal vangelo secondo Matteo

1. Matteo, lo so, sono stati mesi difficili. Non poteva essere altrimenti.
2. Matteo, lo so, è difficile spiegare perché quella sera all’Arechi tu sia stato fatto accomodare in panchina.
3. Era il 29 ottobre e la tua storia a Cesena è cambiata proprio quella sera. Da portiere titolare, vincitore del campionato di Serie C con annesso record di punti e della Supercoppa, sei passato improvvisamente a riserva anonima.
4. Polemiche? Zero. Mai una parola fuori posto, mai un post sui social sopra le righe, mai un gesto di stizza. Anzi, a detta di tutti, anche in allenamento e nello spogliatoio sei sempre stato leale al massimo con i tuoi compagni.
5. Poi arrivano le sliding doors, le porte scorrevoli. Contro uno Spezia coccolato dal Palazzo e dato per vincente già alla vigilia al Manuzzi, improvvisamente sei stato chiamato in causa. Nella partita più difficile. E hai risposto da gigante.
6. Non hai avuto paura. Nel primo tempo hai tolto dalla testa di Lapadula un pallone che in pochi ricorderanno, ma che vale come un gol salvato. Poi il doppio miracolo sul rigore, con la seconda parata ancora più difficile – e bella – della prima.
7. Domani forse non avrai mega interviste sulla Gazzetta né storie virali sui social, ma quella doppia parata, se non altro, ce la siamo goduta tantissimo. Per sbatterla in faccia alla presunzione degli spezzini.
8. Lapadula sviene sul contatto del rigore (in Sudamerica probabilmente funziona così: citofonare Lautaro Martínez), Hristov è sempre a terra e Reca, sul gol di Calò, fa un tuffo clamoroso, restando stecchito a terra, tanto da sembrare quasi colpito da un cecchino dagli spalti.
9. Intendiamoci: nessuna critica allo stile di gioco dello Spezia. In Serie A ci si va anche così e, conoscendo il loro allenatore, non c’è nulla di sorprendente. Però capita che, a volte, queste tattiche finiscano per non funzionare e allora la goduria è doppia. Anzi, tripla.
10. Non possiamo dire quadrupla solo perché l’urlo di Ciofi e Russo nel finale ci si strozza in gola. Va bene lo stesso: andiamo felici alla pausa per le nazionali. A un doppio Italia-Germania che a me, insomma… ma questa è un’altra storia. Restiamo sui fondamentali: grazie, Matteo. Grazie, Cesena.