Verità e giustizia per Ramy
1. Venerdì la trasferta al Marassi molto probabilmente non sarà limitata ai soli possessori della tessera del tifoso. Per grazia ricevuta. Per concessione dell’alto. Per atto assolutamente arbitrario di chi in Italia governa questi processi in maniera repressiva e non trasparente.
2. La stessa repressione che questo Governo sta portando nelle strade e nelle piazze: la morte di Ramy, al termine di una caccia all’uomo trasformata in videogioco, è solo l’ultimo atto di una serie di atti ai quali i tifosi di calcio sono abituati ormai da tempo. Nelle curve la sperimentazione, nelle strade ora l’applicazione.
3. Veniamo ora alla partita di oggi, probabilmente il punto più basso – ancora peggio di quanto visto il 26 dicembre contro la Cremonese – toccato in questo campionato al Manuzzi.
4. Il vero dramma è che il Cesena ci ha provato dal primo all’ultimo minuto a far male, a trovare quel gol che manca da tempo immemore, ma la paura ha bloccato tutto. Non è riuscito niente, a partire dalle cose facili.
5. Mignani ha preparato questa partita in maniera scrupolosa e lo si è visto dai dettagli: il Cesena ha sempre avuto un’idea di gioco ben precisa, ha sempre provato ad impostare ma il vero problema è che, a conti fatti, non ci è mai riuscito.
6. Palla a Klinsmann, impostazione dal basso, lancio per gli esterni o per la sovrapposizione dei mediani. Tutto bello, peccato che quasi sempre il Cesena abbia perso la palla prima della linea di metà campo e, una volta riconquistata, sia stato costretto ad affidarsi ai lanci di Prestia.
7. Oggi la palla scottava: Kargbo ha ciccato la prima volta la palla del possibile 1-0 e non ha incornato la seconda, Shpendi ha messo alto da una mattonella dalla quale di solito è infallibile, La Gumina si è steso ma ha mandato centrale (forse in fuorigioco). Insomma, tanta, troppa paura.
8. La partita è stata di una pochezza unica, contraddistinta da un numero gigantesco di errori: su entrambi i lati, certo, ma il Cittadella odierno era davvero poca cosa. Ha sbagliato Ciofi, ha sbagliato Berti (che resta sempre il faro di questa squadra), ha sbagliato Bastoni (il meno peggio) e persino Shpendi.
9. E adesso? Adesso bisogna sconfiggere la paura. Bisogna tornare a giocare spavaldi come ad inizio campionato, bisogna osare l’impossibile. Bisogna scrollarsi di dosso quei brutti pensieri che stanno facendo naufragare il Cesena.
10. A costo di essere ripetitivi: in palio non c’è il mancato aggancio alla zona play-off. Il prezzo di questa crisi potrebbe essere persino la retrocessione. La fine di tutto. Forse non è ancora chiaro proprio a tutti. Vedremo venerdì a Genova chi lo avrà capito.