Un bar che profuma (sempre più) di Cesena
Nel mio bar preferito, oggi come ieri, la gente sul giornale legge prima le notizie sportive sul Cavalluccio. E soltanto dopo, se ha tempo, se ha voglia, le notizie di cronaca nazionale e locale. I missili sulla Polonia? Il Caro Bollette? I primi dubbi della Meloni? Gli stanziamenti per i lavori sull’E45? Frega poco o nulla, agli aficionados del mio bar preferito. Per loro, prima, vengono gli ultimi aggiornamenti relativi alle cartelle cliniche di Celiento e di Coccolo.
Nel mio bar preferito, tutte le mattine verso le dieci, alle prese con succo d’arancia e una crostatina alle mele, puoi trovare la classe 1967 Luana. Sguardo malinconico, fronte segnata dallo scorrere del tempo, dentatura non propriamente da prima serata, qualche chiletto in più in zona fianchi, cosce da Sagra della Lasagna. Nulla di speciale, sia chiaro. Ma nel mio bar preferito ci sono (almeno) quattro o cinque vecchi mandrilli autoctoni che farebbero follie per questa romagnola purosangue dai grandi (e rassicuranti) seni che sa sempre regalare un buongiorno a tutti. Che sa cucinare divinamente. Che adora Ballando sotto le stelle. E che, soprattutto, frequenta la Fiorita dal lontano 1978.
Nel mio bar preferito, tutte le sere dopo le nove, puoi trovare Francesco. Che è convinto che il Cesena, anche in questo campionato, uscirà ancora – sigh – ai play-off. Questa volta con la Juve Stabia. Ma nel mio bar preferito, sempre tutte le sere dopo le nove, puoi trovare anche Giorgio. Che è già sicuro – ieri ha parlato anche con la Maga di Sala – che il Cesena andrà in Serie B.
Nel mio bar preferito gli unici santi a cui ci si può affidare sono San Bitter, San Buca e San Giovese. Soprattutto San Giovese.
Nel mio bar preferito le escort dell’Est Europa – che transitano dal di lì per bersi un cappuccino con tanta schiuma, per comprare un pacco di sigarette o per ricaricare il cellulare – si fanno spesso la coda di cavallo. Forse perché hanno i capelli un po’ sporchi, un po’ unti. O forse soltanto perché vogliono sembrare un po’ meno vacche del solito.
Nel mio bar preferito, dietro al bancone, alle prese con caffè fumanti oppure con inquietanti tramezzini gonfi di colesterolo cattivissimo, c’è (anche) Andrea. Il proprietario della baracca. Che sa sempre usare le parole giuste al momento giusto. Che sa sempre in anticipo cosa sto per ordinare. Che sa già cosa farà il Cesena domenica al Manuzzi con l’Ancona: 1 fisso.