Intervista al nuovo segretario dell'AC Cesena

Da quest'anno il Cesena ha un nuovo segretario generale. È Marco Valentini, 41 anni, ultimo esponente della famiglia Valentini che in passato ha già dato al Cesena Calcio un consigliere (lo zio Delio), un dirigente del settore giovanile (il padre Alfredo) e un segretario generale, ora direttore generale, (il cugino Gabriele). Ma anche Marco alle spalle ha già 10 anni di esperienza in società, prima come addetto stampa, poi come segretario del settore giovanile.
Buongiorno Valentini, il suo legame con il Cesena a quando risale?
Come credo sia stato per la maggior parte dei bambini, ho iniziato a seguire il Cesena accompagnato da mio padre. La mia prima partita fu Cesena-Juventus 2-1 del 1976. Mio padre era un dirigente del settore giovanile e quindi ricordo anche tante gare al vecchio antistadio, oppure a Meldola e a Castiglione dove, prima che sorgesse il centro sportivo di Villa Silvia, giocava la Primavera. Dalla stagione 1979-'80 ebbi la mia tessera per la tribuna e praticamente da allora non ho perso una partita del Cesena.
E a livello societario?
Dal 1987-'88, quando ancora frequentavo le scuole superiori, alla domenica prima della partita scrivevo a macchina la distinta con le formazioni delle due squadre. È comunque dal 2002-'03 che ho iniziato come addetto stampa, anche se già prima avevo affiancato in questo ruolo Ezio Manuzzi e Francesca Bonetti. Nel 2006 superai anche l'esame per diventare procuratore, ma essendo tesserato per una società non potei mai esercitare. Avrei dovuto scegliere l'uno o l'altro.
Scelse dunque di continuare a fare l'addetto stampa del Cesena. Come visse quel suo primo incarico?
Mi sentivo onorato di lavorare per la squadra della mia città, ma nello stesso tempo lo vissi con un minimo di apprensione in quanto non avevo fatto una scuola di giornalismo, ma avevo imparato le mansioni sul campo. Quando iniziai a lavorare Edmeo Lugaresi mi disse “Benvenuto tra noi” e tutti in società mi fecero sentire uno di loro. Quanto al rapporto con i giornalisti fui facilitato dal fatto che mi avevano visto crescere e quindi pure loro mi vedevano come uno della famiglia “bianconera”.
Oltre all'addetto stampa lei è stato segretario del settore giovanile. Come maturò quel nuovo incarico?
Quando nel marzo 2009 Antonio Genzano si dimise da segretario del settore giovanile nel corso della stagione, la società mi disse di ricoprire quel ruolo, ma contemporaneamente continuai a svolgere le mansioni di addetto stampa. In questo nuovo lavoro mi fu di grande aiuto Raffaele Rodoquino il quale copriva la segreteria la mattina, mentre io andavo al pomeriggio.
Fino a quando è stato impegnato su questo doppio fronte?
Nel 2010, a seguito della promozione in A, non fu più possibile continuate a seguire entrambi i lavori e così la società mi spinse a portare avanti quanto fatto con il settore giovanile, limitando ai giorni delle partite la mia collaborazione con l'ufficio stampa.
Quest'anno è stato “promosso” in prima squadra come segretario generale. Una bella responsabilità.
Se c'era stata un po' di apprensione per il mio primo incarico, figuriamoci per questo di segretario generale del Cesena Calcio. Giorgio Lugaresi, Rino Foschi e Gabriele Valentini mi hanno fatto coraggio e comunque non potevo dire no ad un simile incarico.
In sintesi in che cosa consiste il lavoro di segretario generale?
Mi occupo del tesseramento di calciatori e tecnici, dei rapporti con la Federazione e la Lega, dei contatti con le altre società e di contrattualistica, avendo come punto di riferimento il direttore generale, Gabriele Valentini, che ha svolto questo lavoro per oltre 20 anni. Facendo un confronto con la mia passata esperienza, a livello di settore giovanile, dove si ha a che fare con circa 230 ragazzi, la mole di lavoro del segretario è molto più alta, ma il coefficiente di difficoltà è più basso. In prima squadra invece, quindi a livello di calcio professionistico, il ritmo e i tempi di lavoro sono diversi, perché bisogna fare tutto e subito.