Il Papa è morto, il calcio pure: ennesimo schiaffo ai tifosi

21.04.2025 12:33 di  Stefano Severi   vedi letture
Il Papa è morto, il calcio pure: ennesimo schiaffo ai tifosi

Niente Modena. Niente Serie A, Serie B, Serie C e Serie D: la FIGC ferma tutto

Oggi il calcio italiano si ferma. Niente Serie A, B, C e D. La decisione arriva dopo la scomparsa del Santo Padre, Papa Francesco, avvenuta questa mattina alle 7:35. La FIGC, in accordo con tutte le componenti federali, ha disposto la sospensione di tutte le competizioni in programma nella giornata odierna. Di conseguenza, la Lega Nazionale Professionisti Serie B ha rinviato a data da destinarsi tutte le gare valide per la 34ª giornata del campionato di Serie BKT 2024/2025, previste per oggi, lunedì 21 aprile.

Un tributo doveroso, ma anche un’esagerazione tutta italiana

A Papa Francesco, figura simbolo di pace e dialogo, va riconosciuto il coraggio di aver preso posizioni nette contro la guerra in Ucraina e il massacro di Gaza. Le sue parole sono risuonate forti, anche per chi non si riconosce nella fede cattolica. Con la sua morte, perdiamo tutti una guida morale. Il lutto è giusto, il cordoglio doveroso.

Ma, come spesso accade in Italia, si è andati oltre. E nel rendere omaggio a un grande del nostro tempo, si finisce per penalizzare chi, da mesi, aspettava una partita, un evento, un momento di passione condivisa. Il rinvio deciso da Gravina è difficile da accettare, reso forse più semplice dal fatto che l’Inter – guarda caso – aveva già giocato (e perso) ieri. Anche questo fa riflettere: si è scelto di programmare il turno tra Pasqua e Pasquetta proprio per accomodare le esigenze nerazzurre.

Ora, con mezza Italia già in viaggio per stadi e trasferte, si blocca tutto. Il risultato? Caos logistico, biglietti da rimborsare, hotel da disdire. Un disastro evitabile.

Il rispetto non deve diventare servilismo

Rendere omaggio a Papa Francesco non dovrebbe tradursi in una forma di servilismo istituzionale che sa ancora di Patti Lateranensi. È sempre il tifoso a pagare il prezzo più alto: tra tessere obbligatorie, trasferte vietate e ora giornate rinviate con poche ore di preavviso, il calcio italiano continua a ignorare il suo cuore pulsante.

Vergognarsi, almeno un po’, sarebbe il minimo.