Petrella ricorda di aver ‘zittito’ il Manuzzi: “Il Südtirol meriterebbe la serie A”
Il primissimo Cesena-Südtirol, l’unico precedente giocato dinnanzi un pubblico pagante prima che la pandemia imponesse le porte chiuse, l’ha deciso lui che pure due anni più tardi si è concesso il lusso di dare un dispiacere ai bianconeri con la maglia della Triestina. Lui che in riva al Savio avrebbe voluto giocarci… Mirco Petrella mise la sua firma sul match del 2019 al Manuzzi, regalando con il suo centro i tre punti ai bolzanini nel finale. Con il suo racconto ci avviciniamo al match di domenica.
Ventitré ottobre 2019, Cesena-Südtirol 0-1: la decide Petrella. Che ricordi ha?
“Proprio qualche giorno fa mi sono apparsi sui social i ricordi di quella partita (sorride, ndr). C’era la curva piena e appena entrato misi a segno il gol decisivo in una partita equilibrata. Un particolare mi colpì: stavamo giocando in un frastuono incredibile ma dopo il gol lo stadio calò nel silenzio. Lì ti rendi conto di aver fatto qualcosa di grande. Fu un’emozione particolare”.
Nella stagione successiva fece gol al Cesena con la maglia della Triestina. Ce l’ha proprio con il Cavalluccio…
“Ma no (ride, ndr), anzi vi svelo un aneddoto. Nell’estate del 2019 avrei potuto vestire il bianconero, poi non se ne fece più nulla e passai al Südtirol, il resto lo sapete. Certo è che mi sarebbe piaciuto giocare a Cesena”.
Quel Cesena-Südtirol si giocò in orario preserale, durante un turno infrasettimanale. A seguirvi c’era solo un tifoso bolzanino. Ricordava questo particolare?
“Certo che sì. Ricordo anche che lo avevano collocato in tribuna per non aprire appositamente il settore ospiti, aveva uno striscione e poi dopo la partita l’abbiamo incontrato. Ci seguiva spesso, ora però le cose sono cambiate…”
Cosa vuole dire?
“Quando sono arrivato a Bolzano c’era già il centro sportivo ma il vero cambio di passo si è avuto con il rifacimento dello stadio e la promozione in B che ha creato entusiasmo. Il calcio era seguito da pochi, si privilegiava l’hockey ma oggi è diverso. Sono orgoglioso di aver fatto parte di quel percorso con calciatori come Tait e Casiraghi che poi hanno fatto la storia del club. Sento ancora molti miei ex compagni”.
Due anni fa il Südtirol si è spinto ad un passo dalla finale play-off per la serie A, pensa che sia un traguardo realmente raggiungibile per i tirolesi?
“Penso che per come stanno lavorando si meriterebbero la serie A. L’Italia tra centri sportivi e stadi non completati è ferma, a Bolzano invece le cose si fanno per bene e vedrete che alla fine costruiranno anche le due curve”.
Cesena-Südtirol come finisce?
“Impossibile fare pronostici. Il Südtirol ora è al di sotto delle aspettative mentre credo che il Cesena sia in linea con gli obiettivi iniziali. La B è un’altalena e basta poco per salire o per scendere. Sarà una sfida aperta ed equilibrata. Ah, ho visto ciò che è accaduto al Cesena con la Salernitana, una cosa incredibile quel fischio finale ad azione in corso”.