La pulizia etnica di Netanyahu a Gaza è sotto gli occhi di tutti

10.11.2024 21:24 di  Stefano Severi   vedi letture
La pulizia etnica di Netanyahu a Gaza è sotto gli occhi di tutti

1. Va a finire che aveva ragione Fabio Artico. Criticato un po’ da tutti – compreso chi scrive – dopo Cesena-Samp, il diesse bianconero ha dato fiducia sia alla rosa che all’allenatore, non ha cambiato nulla e… va a finire che ha davvero avuto ragione lui.

2. La classifica è chiarissima e, no, non ce ne frega niente dei nove punti dal Pisa o dai sei dallo Spezia. Guardiamo in basso: dopo 13 partite abbiamo 8 punti sulla zona rossa. Di più: non abbiamo mai perso, e spesso battuto, tutte le squadre sino ad ora affrontate della parte bassa della graduatoria.

3. È vero, abbiamo perso con le tre davanti, ma ciò fornisce una indicazione ben precisa: ci potrà mancare ancora qualcosa per lottare con quelle davanti ma rispetto a chi sta dietro siamo più forti. È un verdetto temporaneo, certo, ma già statisticamente rilevante.

4. Siamo ancora una delle peggiori difese del campionato ma da quando il duo Prestia-Ciofi ha imposto il cambio tra i pali è arrivata una sola rete, a Salerno. Addirittura se contro la Samp erano state subite cinque reti in una sola gara, ora ne abbiamo presa una sola in quattro gare. 

5. Per il momento la cosa migliore di tutte è il fatto che Klinsmann sia praticamente ancora immacolato. Sappiamo bene quanto sia grande la pressione sulle spalle, quanto pesi quel nome e quanto sia difficile scacciare la nomea di raccomandato (titolo che in partenza gli spetta comunque di diritto).

6. Nelle prime tre gare di Klinsmann è girato tutto per il verso giusto e anche i difensori sembrano sentirsi più rilassati. È da un po’ che non si prende gol su angolo. Sono piccole cose, certo, ma è con piccoli passi che si arriva lontano.

7. Dicevamo all’inizio che questa squadra dopo 13 gare ha dimostrato di meritare un posto nella parte sinistra della classifica. E questo nonostante la mini rivoluzione estiva e nonostante le polemiche alcuni tagli in rosa non proprio indolore.

8. Adesso lo possiamo dire: un conto è fare la differenza in C e un altro è giocare bene in B. Per uno Shpendi o un Berti che incantano anche tra i cadetti ci sono i Donnarumma e Adamo che si difendono ma non dominano come un anno fa e persino un Prestia spesso decisivo ma non più impeccabile. E parliamo di giocatori che rappresentavano comunque il meglio della terza serie.

9. Ora possiamo finalmente riavere Curto disponibile (sulla sua squalifica sono state scritte tante cavolate: sono stati semplicemente ingenui lui e i dirigenti del Como a mettere a referto la frase su Jackie Chen che l’arbitro non avrebbe mai potuto capire, tantomeno l’avversario coreano che non parla né capisce l’italiano) e speriamo che le nazionali non causino il solito bollettino medico di guerra.

10. Ah, devo spiegare il titolo, è vero, altrimenti vedo già orde di fan di sedie vuote o di parcheggi su strisce gialle pronte a parlare di “parole d’odio”. Non è una mia constatazione ma un titolo di un editoriale di Haaretz [LINK], principale quotidiano israeliano. Pensate, pur con tutte le loro mille contraddizioni, riescono ad essere più obiettivi dei Mieli e dei Galli della Loggia di casa nostra.