Addio ai monti

03.11.2024 22:51 di  Stefano Severi   vedi letture
Addio ai monti

1. Il nostro Mignani, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d'essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro.

2. Tutt’altro giudizio per Prestia, il capitano. Uno la cui opinione non a caso pesa tantissimo. Uno che sta mostrando di saper indossare (e meritare) la fascia e che per la cadetteria è davvero Bravo.

3. Un altro davvero Bravo del reparto arretrato, potremmo dire anche bravissimo, è il nostro Ciofi. Lo amiamo perché è uno di noi, perché ha sofferto con noi il fallimento, perché è risorto con noi. 

4. Inevitabile in tutto questo l’addio ai monti di Pisseri che, passato il turnover di Salerno, scopre (ma lo sapeva già) di essere stato retrocesso a secondo portiere. E forse avrà ricevuto anche una pacca sulla spalla da parte di Siano preambolo di discorsi sul futuro, tra uccel di gabbia e uccel di bosco.

5. Insomma, non che servisse un luminare per capire che il future di Pisseri fosse segnato dopo Brescia. Eppure tra chi chiedeva in conferenza stampa a Prestia se fosse andato a cena con l’ormai secondo portiere e chi ancora stamattina scriveva di possibile ritorno di Pisseri tra i pali, beh non tutti avevano le idee chiarissime.

6. Eppure oggi ha vinto don Rodrigo. Lo dicono i numeri, il risultato, la classifica. Quarto posto dopo dodici giornate, appena sotto le tre che hanno sconfitto il Cesena (oltre alla Samp, ma quella fu una partita a parte) e la consapevolezza che solo il Pisa si è mostrato nettamente superiore.

7. Mignani sarà anche di terra cotta ma oggi si è preso una bella rivincita. Una bellissima rivincita. Un Mignani risultatista, che chiude la porta per la seconda partita casalinga consecutiva. Una sola rete al passivo nelle ultime tre gare, 7 punti su 9 a disposizione.

8. Rivincita anche per Artico per il “suo” Cesena, per la sua rosa, per la squadra che lui ha allestito ben prima della scelta di Mignani. Due settimane fa si diceva che il problema della scarsa resa fosse o Mignani o la rosa. In tre partite ha dimostrato di salvare sia capra che cavoli.

9. Tutto bene quel che finisce bene? Non proprio, perché 12 partite, per quanto statisticamente significative, sono ben lungi dall’essere rappresentative di tutto il campionato. E oggi il Cesena giocava con la sua formazione migliore, di gran lunga più forte di quella vista a Salerno.

10. Adesso la sfida più importante per il futuro è una sola: sperare che Klinsmann non faccia errori, soprattutto pacchiani. Potrà anche essere tecnicamente forte – è ancora presto per giudicarlo – ma il ticchettio della bomba ad orologeria è ancora fortissimo e solo il tempo potrà disinnescarla.