Benassi e ‘l’ora di passare la mano’: “Devo tanto alla Lucchese. Cesena tra le più belle emozioni in carriera”
Per lui Lucchese-Cesena è un po’ il derby del cuore. Sia in bianconero che con la maglia dei toscani ha conquistato una promozione dalla D alla C, oggi ci sta riprovando con il Siracusa ma domenica, appena potrà, darà uno sguardo a quanto accaduto al Porta Elisa. A presentarci Lucchese-Cesena c’è Maikol Benassi.
Lucchese e Cesena per lei significano vittoria e sorrisi. Due piazze che sono nel suo cuore.
“Sono viareggino, tra le due città c’è una forte rivalità ma io alla Lucchese devo tanto. Sono nato calcisticamente lì, mi hanno prelevato a quattordici anni da una piccola società, la Croce Verde, e ho fatto tutta la trafila fino alla prima squadra in serie C. La Lucchese è una parte importante della mia vita, ci ho passato l’infanzia e ho avuto anche la fortuna di tornarci nel 2019 vincendo un campionato di serie D in rimonta, riaccendendo la passione di una piazza.
Cesena poi, beh, è stata un’esperienza bellissima. L’ho vissuta con la mia famiglia in una città stupenda con una tifoseria spettacolare che merita altri palcoscenici. Ho impresso un ricordo: la coreografia dalla prima giornata con il Francavilla, da brividi”.
Lei è tra gli eroi della promozione 2018-2019, l’ultima conquistata dal Cavalluccio. Pensa che sia arrivata l’ora di passare la mano?
“Credo proprio di sì. Non ho mai lavorato alle dipendenze di mister Toscano, ma in serie C lo conoscono tutti. Ho molti amici che sono stati allenati da lui e me ne hanno sempre parlato bene. Il merito della società è quello di aver messo lo scorso anno le basi per arrivare all’obiettivo, quest’anno ha confermato il blocco di quella squadra mettendo i ‘puntini sulle i’. Le vittorie sono il risultato di un lavoro giornaliero e costante: tifo per loro, se lo meritano”.
Quella fu una stagione per certi versi simile a questa con un testa a testa poi concluso in modo positivo.
“Un percorso bellissimo con mister Angelini, uno staff e una squadra con la quale si è creato un rapporto speciale: ci sentiamo e ci vediamo ancora oggi. Vincere un campionato non è mai facile, soprattutto in piazze così importanti dove hai l’obbligo di doverlo fare, e noi ci siamo riusciti pur partendo in ritardo e pur affrontando un avversario ostico come il Matelica. Avrei voluto continuare, ma si decise di voltare pagina: è il calcio”.
A proposito, se le diciamo minuto 89 di Cesena-Notaresco cosa ci risponde?
“Quella è stata una delle più belle emozioni della mia carriera. Fare il gol del 3-2 in una partita così delicata sotto la Curva Mare e in uno stadio stracolmo è stato qualcosa di straordinario. Non vi nascondo che ogni tanto vado a rivedere quel gol: chiusura sul secondo palo e poi dritto in Curva Mare, una cosa bellissima”.
In quella squadra c’era un giovane Andrea Ciofi, lei le ha un po’ fatto da chioccia: si aspettava che diventasse il calciatore importante che è oggi?
“Andrea lo sento ancora, sono stato molto bene vicino a lui, fin da subito si vedeva potesse fare qualcosa di importante. Oltre alle doti tecniche ha una caratteristica fondamentale, quella dell’intelligenza. Ricordo che bastava parlargli una volta per trasmettergli un concetto, nonostante fosse un under con la testa era già tre o quattro anni più avanti. Sono felice per lui, è un ragazzo serio, un lavoratore, un professionista”.
Lucchese-Cesena oggi è la sfida tra una squadra a caccia dei play-off ed una in volo verso la B, che partita si aspetta?
“Sarà una partita tosta. La Lucchese ha una buona rosa e credo stiano gettando le basi per raggiungere in futuro obiettivi importanti. Il Cesena dal canto suo saprà cosa fare, andrà ad affrontare una squadra vogliosa di prendersi 3 punti importanti per i play-off e di concedersi il ‘lusso’ di battere la capolista: ma come ho detto prima Toscano è ‘micidiale’ in queste situazioni, di sicuro non ci si annoierà”.
Qual è il ricordo più bello che la lega a Cesena?
“Ce ne sono tanti. L’ingresso allo stadio con diecimila persone, il sostegno in trasferta e in particolare in quella stagione la sensazione di essere in una famiglia. Avevamo un ‘comandante’ come Angelini che faceva da collante e poi le birre con Biondini, gli aperitivi post vittoria con squadra e staff, l’abbraccio dei tifosi dopo le trasferte e sotto la pioggia. Una stagione bellissima, come bellissime sono Cesena e la Romagna”.