Doudou ‘trottolino amoroso’: “Non restai a ‘rubare’ lo stipendio. Ola non lo sento più…”
Bari e Cesena sono state due tappe importanti del suo percorso. Le ha vissute entrambe in modo agrodolce, ma restano impresse nella sua memoria come momenti fondamentali della sua crescita. Diaw Doudou oggi ha 45 anni ed allena il Corato, in Eccellenza pugliese, per lui la sfida di sabato al San Nicola.
Bari-Cesena, una partita non banale per lei.
“Sono due posti nei quali, al di là di tutto, sono stato benissimo. A Bari ho trascorso quattro anni, a Cesena un anno e mezzo. Ci arrivai dopo l’esordio in serie A con la maglia del Torino, è una piazza straordinaria. L’ideale per un giovane che vuole provare a far bene ed a crescere”.
A Cesena però le cose non andarono benissimo e la sua avventura si chiuse con la retrocessione. Che spiegazione si dà?
“A Cesena mi volle fortemente mister Castori. Ci eravamo incrociati da avversari quando ero a Torino e forse l’avevo colpito particolarmente, questo magari chiedetelo al lui (ride, ndr). Firmai un contratto di due anni e mezzo, ma dopo un po’ qualcosa si ruppe e decisi di andare via piuttosto che restare lì a ‘rubare’ lo stipendio”.
Ha qualche rammarico per come sono andate le cose?
“Io non vivo di ricordi o di rammarico, per me ognuno ha ciò che si merita nella vita. Se penso da dove sono partito e al fatto che sono arrivato in Italia a 21 anni credo che sì, potevo fare di più. Ma alla fine posso ritenermi soddisfatto per come è andata la mia carriera”.
Daniel Ola, il suo ‘celebre’ compagno di reparto, lo sente ancora?
“Purtroppo no, così come con Daniel anche con tutti gli altri compagni. Alla fine, sono andato via relativamente presto. Lo stesso però vale anche per gli ex compagni del Bari. L’unico che sento ancora è Gillet, mentre l’unico che incontro è Michele Anaclerio”.
La sua esperienza a Bari, però, è stata decisamente migliore.
“Bari è stata una tappa agrodolce. Sono arrivato dall’Ancona nella stagione dopo la loro retrocessione dalla serie A, ho avuto sei allenatori diversi e questo la dice lunga. Quando si cambia significa che le cose non vanno bene. I primi due anni sono andati male, poi sono arrivati momenti belli, ma alla fine decisi di non rinnovare il contratto nonostante la proposta del presidente Matarrese”.
Da allenatore, come vede Mignani e Longo?
“Entrambi stanno facendo bene. Mignani è ancora molto amato a Bari, ha vinto la serie C e l’anno dopo ha sfiorato la serie A. Fu mandato via senza reale motivo, solo per qualche pareggio. Se pensate che anche Longo, che sta facendo bene, sta pareggiando molto capirete come è strano il calcio e come siano strane le dinamiche di scelta ed esonero degli allenatori. Comunque sia, ripeto, stanno facendo entrambi molto bene. Il Cesena da neo-promossa sta facendo buoni risultati, il Bari dopo le difficoltà dello scorso anno ha una identità chiara”.
Il Cesena viene da una sconfitta brutta e inaspettata a Frosinone, il Bari dall’ennesimo pari. Che partita si aspetta?
“Una partita divertente con un grande pubblico. Il Cesena gioca un buon calcio e si vede il percorso che hanno fatto. Vincere un campionato con sei ragazzi delle giovanili non è da tutti, gli va dato merito”.
Infine, un aneddoto particolare. In Curva Mare ai suoi tempi campeggiava una scritta ‘Doudou trottolino amoroso’, se le ricorda?
“Sono cose divertenti, mi strappa un sorriso (ride, ndr). Ai tifosi piace scherzare, mi è accaduto un po’ ovunque. In realtà non conosco il significato e vi dirò, non mi emoziono facilmente perché sono molto concentrato. Non ero un talento quando giocavo, ma con l’applicazione sono riuscito a fare qualcosa di buono”.