ESCLUSIVO Castori: “Sta nascendo un bel Cesena. Antonucci? È forte…”
A un passo dal record assoluto. A diciannove panchine dalla Storia. L’inossidabile Fabrizio Castori (uno degli allenatori più amati della lunga storia bianconera) è carico come una molla. Sprizza vitalità da ogni poro. E, soprattutto, non vede l’ora di ributtarsi nella mischia cadetta. Di salire su un treno in corsa. Anche (ma non soltanto) perché c’è da battere un primato a dir poco croccante.
Castori, il suo curriculum-vitae ‘dice’ 553 panchine in Serie B.
“Proprio così, Bertozzi: cinquecentocinquantatré. Sono il secondo allenatore con più presenze cadette di sempre (al 1° posto, con 572 panchine, c’è Guido Mazzetti, ndr)…”
Quanta voglia ha di tornare in pista e di battere questo record?
“La voglia di tornare è tanta, tantissima. Il record? Sarebbe il coronamento di una carriera. Ma, se proprio devo dirtela tutta, a questa cosa ci penso il giusto. Io sono uno che, più che al passato, ama guardare avanti. Al futuro…”
A proposito di futuro: proviamo a fare un po’ le carte al prossimo torneo cadetto. Le sue favorite per la A?
“A mercato ancora aperto e con ancora un mese di contrattazioni, tutte le squadre possono ancora cambiare radicalmente fisionomia. Ora come ora, qualsiasi pronostico, potrebbe rivelarsi affrettato…”
Suvvia mister. Qui non si vince e non si perde nulla.
“Ed allora mi sento di indicare tra le favorite Cremonese, Palermo e Sampdoria: tutte e tre hanno già preso le ‘misure’ nella scorsa stagione e sono pronte a riprovare il grande salto. Poi ovviamente non posso non citare le tre retrocesse (Frosinone, Sassuolo e Salernitana, ndr)…”
Della matricola (si spera) terribile Cesena che ci dice?
“Anche il Cesena, così come tante altre squadre, non è ancora completo. Le ultime mosse di mercato saranno importanti e ‘regaleranno’ quello che ancora manca alla rosa bianconera. Comunque, secondo me, la società finora ha messo a segno dei colpi importanti. Colpi che sono andati a puntellare un organico di partenza di per sé già competitivo”.
Lei Antonucci lo conosce bene, benissimo: che giocatore si è portato a casa il Cavalluccio?
“Mirko (che Castori ha allenato a Salerno, ndr) è un giocatore con grande tecnica, con grande velocità. Sa saltare l’uomo e sa calciare bene in porta. A Cesena potrebbe trovare l’ambiente giusto per la sua definitiva consacrazione”.
La B non è la C. I golden boy Pieraccini, Berti, Francesconi e Shpendi potrebbero far fatica tra i cadetti?
“Un giovane, a differenza di un trentenne, in B può solo crescere e diventare più forte. Il Cesena, da sempre, ha un settore giovanile che sforna ottimi talenti. Mi auguro che la tradizione possa continuare. Questi quattro ragazzi che hai citato hanno un gran potenziale. A me, in particolare, piace molto Cristian Shpendi. Per lui prevedo un futuro ricco di soddisfazioni…”
Il livello della B si è alzato tremendamente negli ultimi anni. Dico bene?
“Dici bene. E questo perché le diverse proprietà straniere che sono arrivate in Italia hanno portato capitali importanti. I giocatori che si vedono in cadetteria sono sempre più forti: tanti di loro potrebbero giocare tranquillamente in Serie A e all’estero…”
Sembra ieri. Ma sono già passati 20 anni dalla Battaglia di Lumezzane.
“Vent’anni, sì. Molti dei quali vissuti in Romagna, da allenatore e da cesenate d’adozione. Quella volta avevo ‘solo’ 50 anni, quella è stata la prima volta che ho ‘assaggiato’ la Serie B. Su quella ‘famosa’ partita non credo serva aggiungere altro a quando già detto dal 2004 a questa parte…”
L’ultima salvezza (sul campo) del Cesena porta la sua firma. Quel fallimento (dietro la scrivania) resta ancora una ferita aperta?
“Quel crac del 2018 è una cicatrice sul cuore. Perché ci ha tolto la gioia di un’impresa epica, di una salvezza miracolosa. Io avevo firmato il rinnovo per altri due anni, pensavo di aprire un nuovo ciclo in bianconero. Un ciclo importante. Invece poi…”
Come sta il calcio italiano? Spalletti riuscirà a riportare l’Italia ai Mondiali?
“Per me il calcio italiano sta bene, non farei troppo allarmismi. Spalletti? Capita a tutti di cadere, anche rovinosamente. L’importante è rialzarsi e ricominciare a correre. Ai prossimi mondiali dobbiamo andarci…”