Giaccherini: “L’Italia dovrebbe arruolare Shpendi. Cesena da A? Io ci credo…”

A tu per tu con la Pulce di Talla: “La squadra di Mignani può arrivare lontano. Berti farà tanta strada. Che gioia a Piacenza nel 2010! E quel ‘famoso’ rigore a Torino per la Juve…”
26.11.2024 10:55 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Giaccherini: “L’Italia dovrebbe arruolare Shpendi. Cesena da A? Io ci credo…”

A tu per tu con Emanuele Giaccherini. A tu per tu con la Pulce di Talla. A tu per tu con uno dei giocatori più amati dell’ultimo ventennio (facciamo pure dell’ultimo trentennio) bianconero. Tra passato, presente e futuro.

Giaccherini, che ci dice di questo Cesena?
“Dico che sta facendo un gran bel campionato. E dico che secondo me, la squadra di Mignani, può arrivare davvero molto lontano…”

Anche in Serie A?
“Bertozzi, tu lo sai bene: quello cadetto è un campionato lungo ed estenuante, un campionato sempre ricco di sorprese, un campionato dove basta un alito di vento per stravolgere tutto. Dunque sì: anche in Serie A…”

Quelle tre là davanti, però, hanno già scavato una bella fossa…
“Sarà difficile togliere la Serie A al Sassuolo, però per me Spezia e Pisa (che attualmente hanno 8 punti di vantaggio sul Cesena, quarto in classifica, ndr) a fine novembre non possono dormire sonni tranquilli. Per me tutti i giochi per la promozione diretta sono ancora aperti. E poi c’è sempre la ‘scappatoia’ dei play-off…”

Per lei si faranno i play-off?
“Assolutamente sì. Al 100%”.

Cesena a parte, chi può puntare in alto?
“Cremonese e Palermo hanno tutte le carte in regola per rientrare nei giro che conta…”

E la Sampdoria?
“I blucerchiati li vedo un po’ più in difficoltà. Oh, Bertozzi: come ti dicevo prima, dopo appena 14 giornate non si possono emettere delle sentenze definitive. Però, per la Samp, una super-rimonta la vedo più dura…”

Chi o cosa le piace di più di questo Cesena?
“Beh, è chiaro: Shpendi. Qui siamo davanti ad un attaccante che arriverà lontano. Mi pare palese: Shpendi, indipendentemente da come finirà questa stagione, nel 2025-26 giocherà in Serie A. Il suo destino è già segnato.…”

In giro, di attaccanti con questo fiuto del gol, ce ne sono davvero pochi. Diciamo pure pochissimi.
“La sana cattiveria che Shpendi sa sfoderare dentro l’area di rigore avversaria mi aveva già impressionato la scorsa stagione in Serie C. E quest’anno, Cristian, si sta ripetendo pure al piano superiore. Non è certo il capocannoniere della B per caso…”

L’Italia sta pensando seriamente di ‘strapparlo’ all’Albania…
“La federazione azzurra farebbe molto bene a portarsi a casa questo ragazzo…”

Un altro giocatore bianconero che le piace particolarmente?
“Dico Berti. Piedi buoni, intelligenza tecnica, gran corsa: credo che anche lui farà tanta strada. E sai cosa ti dico?”

Prego.
“Che rivedere diversi frutti del settore giovanile bianconero in gran spolvero è un qualcosa che mi riempie il cuore di gioia. Il settore giovanile del Cesena, dopo momenti di grande buio, è tornato a sfornare dei talenti veri. Come ai bei tempi…”

Anche lei è un figlio del Cavalluccio.
“Io devo tutto al Cesena. Tutto. Ricordo ancora come se fosse ieri quel giorno in cui arrivai a Cesena. Avevo 16 anni. E un grande sogno nel cassetto: riuscire a debuttare tra i prof con addosso quella maglietta colorata di bianco e nero, in quello stadio che a me pareva immenso…”

Lei, a Cesena, è partito piano. Poi però quando è riuscito ad ingranare le marce alte…
“Ad un certo punto (anno del Signore duemilaotto, ndr) avevo anche maturato dentro di me l’intenzione di smettere col calcio ‘vero’. Di tornarmene a casa. Di tornare a lavorare in fabbrica. Poi però Bisoli mi fece cambiare idea…”

Lei è stato uno dei grandissimi protagonisti di quella fantastica doppia promozione ‘bisolizzata’.
“E dopo quel doppio salto dalla C alla A arrivò pure quell’altrettanto indimenticabile salvezza (ratificata proprio da un gol di Giaccherini al Manuzzi, alla penultima giornata contro il Brescia, ndr). Altra gioia pazzesca…”

L’emozione più forte di quel triennio è legato al suo gol rifilato al Milan futuro campione d’Italia, dico bene?
“Beh, con quel gol ho sicuramente toccato il cielo con un dito (in quell’occasione la truppa di Ficcadenti regolò il Diavolo di Ibra per 2-0, ndr). Però…”

Però…
“…però se deve scegliere soltanto una fotografia in bianco e nero scelgo il pomeriggio vissuto (il 30 maggio 2010, ndr) a Piacenza. Quella promozione, raccolta al termine di quella volata da brividi con il Brescia, era carica di significati. Solo a pensarci mi vengono ancora i brividi…”

Ora mi tocca ritirare fuori anche quel suo discusso trasferimento alla Juventus…
“Per il Cesena, tu questo lo sai bene, mi sarei buttato nel fuoco. Però la Juve è la Juve. E quei treni lì, nella vita, passano una volta sola. Non potevo dire di no alla Juve. Non potevo…”

Con quel trasferimento tanto discusso, il Cavalluccio, riuscì poi a portarsi a casa anche un bel gruzzoletto…
“Bravo! Più o meno 10 milioni di euro. Dunque, quell’affare, ha fatto contento non soltanto il sottoscritto…”

I suoi hater, ad intervalli (quasi) regolari, ritirano fuori quel discusso rigore che lei si procurò in quel ‘famoso’ Juventus-Cesena.
“Quel rigore, ovviamente, non c’era. Ma io quel giorno cosa avrei dovuto fare? Andare dall’arbitro a dire che il penalty non era da assegnare? Suvvia, siamo seri…”

E di quell’altrettanto ‘famoso’ ghigno (qualcuno dice) malefico comparso sulla sua bocca subito dopo la concessione del penalty stesso che mi dice?
“Ti dico che quello non era un ghigno. Ma una semplice smorfia di dolore dovuta al fatto che, dopo essermi scontrato con Antonioli, cadendo avevo preso una botta a una gamba. Lo giuro: in quell’occasione, il sottoscritto, non ha mancato in nessuno modo di rispetto al Cesena…”

Che fa ora di bello la ‘vecchia gloria’ Giaccherini?
“Il papà. E il commentatore di Dazn…”

Ah, a proposito: chi vince per lei lo Scudetto?
“L’Inter, questo Scudetto, lo può solo perdere. Occhio però al Napoli. E all’Atalanta. Ecco sì, state molto attenti all’Atalanta. La Dea, questa volta, può fare lo scherzetto. Dopo aver vinto l’Europa League, a Bergamo, qualcosa è cambiato. Ora l’Atalanta ha preso più consapevolezza dei propri mezzi…”