Quando c’era Biasi… “Spero che il Cesena ci regali la A, ma anche che il Frosinone si riprenda”
L’uomo delle promozioni con il cuore diviso a metà. Dario Biasi da Isola della Scala è un ex difensore di 45 anni con una carriera legata indissolubilmente ai ciociari e al Cavalluccio. In bianconero ha siglato il doppio salto dalla C alla A mentre in gialloblù ha centrato la promozione in B. Proprio a Frosinone, quando ancora la squadra giocava al Matusa prima che l’impianto venisse dismesso, il primo maggio 2010 ha giocato la sua ultima gara con la maglia del Cesena. Fu una vittoria per 0-2 che spianò la strada verso la serie A e segnò un ipotetico passaggio di consegne verso la maglia che vestirà poi qualche mese dopo. Avviciniamoci alla sfida di domenica con il suo racconto.
I suoi trascorsi a Cesena e Frosinone sono simili: retrocessione dalla B alla C il primo anno, poi la promozione che lancia il club al doppio salto. Che ci dice di questi due club?
“Sono due piazze molto simili e ad unirle è l’attaccamento dei tifosi e dell’ambiente. A Cesena ho sempre vissuto benissimo, il rapporto con i tifosi era puro e genuino, se un giocatore dà tutto viene apprezzato e sostenuto. Anche a Frosinone c’è un ambiente caldo e corretto. Volendo trovare una differenza prendo lo stadio. Io ho vissuto il Manuzzi e so cosa può dare, non ho avuto invece la fortuna di giocare allo Stirpe che è un gran bell’impianto”.
Sente di essere stato un elemento di campo, un leader sul quale questi club hanno potuto contare per ricostruire il proprio successo dopo annate difficili?
“Penso di aver dato una grossa mano in campo e fuori dal campo ai due club e credo di esser stato un punto di riferimento per allenatori e compagni. Ho sempre cercato di tirare il gruppo e fa parte del mio carattere essere un esempio. Spero di aver lasciato qualcosa ai miei compagni, ma credo che sia così”.
Il momento più bello a Cesena?
“La doppia promozione rimarrà per sempre un qualcosa di indelebile nella mia testa e nel mio cuore. Porto con me i viaggi di ritorno da Verona e da Piacenza che hanno accompagnato i nostri due salti di categoria. Ho mantenuto rapporti splendidi con i miei compagni, in particolare con Tardioli ma anche con il preparatore Ragnacci. Io in Romagna ci torno sempre volentieri e ogni anno non può mancare un salto al mare”.
E a Frosinone?
“Anche lì ho vissuto una bella avventura. Ricordo l’anno della promozione in B, dopo aver perso lo scontro diretto con il Perugia abbiamo avuto la forza di vincere i play-off ed è stato bellissimo”.
Il Cesena da neopromossa ha avuto un grande avvio di stagione: vede qualche similitudine con la squadra di cui faceva parte nel 2009-2010?
“Vedo quell’entusiasmo, quella voglia di lottare, quella sensazione di poter battere chiunque che mi fa sperare che possano ripetere il nostro cammino. E poi in panchina c’è Michele Mignani…”
Che ci dice dell’attuale tecnico del Cesena?
“Lui era mio compagno di squadra a Siena e lo ricordo con molto affetto, era il capitano e mi ha aiutato molto nonostante in quella stagione io abbia giocato poco. È stato un esempio per me, mi è sempre piaciuto come persona. Come allenatore penso stia facendo molto bene, i risultati parlano per lui, merita il meglio”.
Il Frosinone ora invece si trova agli antipodi. Magari è il contraccolpo del brutto epilogo dello scorso anno…
“Quando retrocedi ci sono sempre delle scorie che ti porti dietro. L’ambiente è depresso, manca l’entusiasmo e bisognerebbe cercare di partire alla grande, cosa che a loro quest’anno non è riuscita. Ora in panchina c’è Greco che conosco e spero che possano riprendersi”.
Dalla promozione con Biasi protagonista nel 2014, il Frosinone non è mai sceso al di sotto della B e ha assaggiato più volte la serie A, dove non aveva mai militato. Cosa c’è alla base di questa crescita?
“Frosinone è una piazza importante, sono riusciti a fare lo stadio di proprietà ed hanno fatto un gran lavoro. Pur essendo una città di provincia hanno creato qualcosa di grande puntando sulla programmazione e sugli investimenti. Quando ci sono stato io si iniziavano a muovere i primi passi, l’obiettivo era la B e fu centrato. Era solo l’inizio di un grande cammino”.
Come finisce domenica dallo Stirpe?
“I pronostici li lascio a voi (ride, ndr). Spero che il Cesena lotti fino alla fine e ci regali la gioia di tornare in A, così come spero che il Frosinone si riprenda e faccia un bel campionato”.