Ravaglia: “Vi racconto D’AVERSA. E sul Cesena dico che…”
Mai dare nulla per scontato a Cesena. MAI. Soprattutto quando di mezzo c’è un budget ‘targato’ America non ancora definito. Soprattutto quando di mezzo c’è Fabio Artico. Soprattutto quando di mezzo c’è un club che, a - sigh - 64 giorni dalla ratifica ufficiale della promozione in Serie B, veleggia ancora a vista. Presto però, il sempre più chiacchierato Roberto D’Aversa, dovrebbe sedersi sulla panchina del Cavalluccio. Chiudendo così, una volta per tutte, questo toto allenatori che ha incendiato gli ultimi due mesetti targati Cesena. Chi ben conosce l’ex trainer di Lecce e Sampdoria (trainer che, a stretto giro di posta, dovrebbe spuntarla definitivamente su Andrea Sottil e Leonardo Semplici) è l’ex portiere – nonché ‘vecchio’ cuore – bianconero NICOLA RAVAGLIA.
Ravaglia, ha sentito? D’Aversa pare sempre più vicino al Cesena…
“Ho sentito. E sono molto contento di questa cosa. Io, in fin dei conti, resto un grande tifoso del Cavalluccio. E, secondo me, D’Aversa a Cesena può essere l’uomo giusto al posto giusto. Non prendiamoci in giro: D’Aversa è un signor allenatore, uno che l’ultima volta che ha fatto la B (stagione 2017/18, a Parma, ndr) è andato in A. Se il Cesena ha deciso di prendere un allenatore di questo tipo vuole dire che punta a fare un campionato di vertice. È un bel segnale…”
Lei, D’Aversa, l’ha avuto come allenatore a Genova nel 2021/22. A metà gennaio però, per lui, arrivò l’esonero…
“Sì, e al suo posto arrivò il tuo amicone Giampaolo (risata fragorosa, ndr). No dai, a parte tutto: quella volta la Sampdoria era reduce dal 9° posto in A raggiunto l’anno prima con Ranieri. Ferrero si aspettava qualcosa di più di una semplice salvezza tranquilla. E così ad un certo punto, anche se avevamo 4 punti di vantaggio sulla zona rossa, decise di cacciare D’Aversa. Che però non stava facendo male…”
Che mister è D’Aversa?
“Un mister di grande temperamento, amante del 4-3-3 e della praticità. Un tipo tosto, autoritario. Uno che si fa rispettare, che urla molto, che ha delle regole ferree. Per lui gli allenamenti sono sacri. Per lui, più che il nome o il curriculum-vitae, conta l’impegno settimanale. Come modo di fare mi ricorda due miei vecchi allenatori, peraltro ancora amatissimi a Cesena: Bisoli e Castori. Se dovesse arrivare D’Aversa in Romagna, i castorizzati e i bisolizzati saranno contenti…”
Quella ‘famosa’ testata rifilata da D’Aversa ad Henry lo scorso marzo continua a far parlare…
“Quel gesto (sfoderato al termine di Lecce-Hellas Verona, ndr) è assolutamente da condannare. E sono certo che il mister si sia pentito amaramente di quello che ha fatto (anche perché, quel gesto, gli ha ‘regalato’ l’esonero da parte del club salentino più 4 giornate di squalifica che sono ancora da scontare, ndr). Il calcio è cambiato. Una volta, di queste cose, ne succedevano tante e nessuno ne parlava. Ora invece che siamo spiati come al Grande Fratello…”
Voltiamo decisivamente pagina. Tanti tifosi del Cesena avrebbero voluto continuare con Toscano. E lei?
“Beh, io l’avrei confermato. O meglio, prima di ‘liquidarlo’, ci avrei pensato non cento ma mille volte. Se non altro perché quest’anno il Cesena ha letteralmente asfaltato tutte le altre pretendenti alla promozione, vincendo il campionato con 21 punti di vantaggio sulla seconda (la Torres, ndr). Comunque, chi sono io per decidere queste cose? Se a Cesena hanno scelto di cambiare significa che hanno le loro buone ragioni…”
Intanto, il suo matrimonio con la Sampdoria, pare più solido che mai…
“A Genova in questa stagione il campo l’ho visto poco (sospirone, ndr) ma già il fatto di fare parte di questa grande famiglia è un qualcosa che mi riempie il cuore. Quella blucerchiata è una piazza che trasuda storia e passione da ogni poro, un qualcosa da difficile da spiegare a parole. Sono felice di essere qui. Ho ancora due anni di contratto e, nella prossima stagione, cercheremo di nuovo di dare l’assalto alla A. La Samp non può stare in B…”
Lei, il prossimo dicembre, taglierà il traguardo delle 36 primavere. Più il tempo passa e più le probabilità di rivederla a Cesena diminuiscono.
“La carta d’identità dice questo. Ma io resto un gran sognatore. La mia storia dice che nulla è impossibile. Nel 2011/12, dopo quella sfortunata avventura a Cesena, tutti dicevano che io non avrei mai più visto la Serie A. Tutti. Ed invece, nel 2022/23, sono riuscito a raccogliere nel massimo campionato italiano altri nove gettoni di presenza. Dunque mai dire mai: chissà, magari un giorno torno in Romagna a fare la chioccia. Sarebbe la chiusura ideale del mio cerchio…”