Dall’Emilia a Cesena... tico, in quella merda che chiami mare…

I ‘soliti’ cori emiliani, il ‘solito’ tarantolatissimo Bisoli, le ‘solite’ amnesie difensive di Curto & Friends, le condizioni di salute di Berti, il Mistero Chiarello: è tutto qui dentro…
14.09.2024 12:20 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Dall’Emilia a Cesena... tico, in quella merda che chiami mare…

Cinque appunti sparsi post Cesena-Modena. Primo appunto sparso. Ieri sera, come da tradizione, i sempre caldissimi e coloratissimi tifosi canarini sbarcati in riva al Savio hanno intonato il solito coretto (tanto caro pure agli ultras di Bologna e Reggiana) che fa così: ‘Romagna mia, Romagna in fiore, tu sei la merda tu sei l’odore, quando ti penso vorrei cagare, in quella merda che chiami mare…’.  Premesso che quest’estate il mio amato Mar Adriatico – con tutta quella mucillagine tra i maroni – non era proprio un gran bello spettacolo, la cosa che mi fa più sorridere è che – oggi come trent’anni fa – gli stabilimenti balneari (anche) di Cesenatico sono pieni di turisti modenesi. Pienissimi. Dunque i casi sono due: o tutti i tifosi del Modena passano le loro vacanze in Sardegna (o in Liguria, o in Puglia, o alle Maldive), oppure tanti supporters canarini continuano a sputare nel piatto dove mangiano. Pardon, dove nuotano. Secondo appunto sparso. Se ieri sera un extraterrestre fosse sceso con la sua bella astronave sul terreno di gioco del Manuzzi e avesse dato un’occhiata all’elegantissimo Mignani (in completo nero con scarpe lucide sempre nere) e al ruspante Bisoli (tuta+antivento+scarpe da tennis), non si sarebbe assolutamente accorto del fatto che quei due signori sopra la cinquantina fanno parte della stessa categoria lavorativa. In ritardo sui cambi il primo, puntualissimo (sempre sui cambi) il secondo. Pacato (pure troppo) il primo, tarantolato (pure troppo) il secondo. Terzo appunto sparso. Anche ieri sera al cospetto di Mendes & Friends, la difesa bianconera, ha palesato le sue ‘solite’ lacune. Lacune che, dopo cinque giornate e sette gol subiti, potremo forse definirle già ‘strutturali’. Gira che ti rigira torniamo sempre al ‘solito’ punto di partenza: dietro si balla troppo, soprattutto (ma non solo) sulle palle inattive. Anche (ma non soltanto) perché, a centrocampo, manca un uomo alla De Feudis. O alla Pestrin. Solita domandina indirizzata al signor Mignani: visto che Curto non è il nuovo Baresi, che Mangraviti non è il nuovo Costacurta e che Ciofi non è il nuovo Scirea, vogliamo darla una chance al ‘povero’ Pieraccini? Quarto appunto sparso: detto che l’ex bianconero Caldara per quell’entrataccia sfoderata su Berti meriterebbe come minimo quattro giornate di squalifica e che il signor Monaldi di Macerata (il quale, prima di venire soccorso dal Var, non si era accorto del fallaccio in questione) meriterebbe un pensionamento anticipato, c’è da parlare brevemente delle condizioni di salute di Berti. Le lastre a cui ieri sera subito dopo il match si è sottoposto il Talento di Calisese hanno escluso lesioni ossee alla caviglia. Per lunedì o martedì è prevista una risonanza magnetica: c’è il rischio di un interessamento dei legamenti. PS: ascoltaci, o Signore. Quinto ed ultimo appunto sparso: qualcuno un giorno dovrà spiegarmi perché giocatori-comprimari che la scorsa stagione annaspavano miseramente in Serie C ora possano trovare minutaggio in Serie B. Che la passerella finale concessa ieri sera a Chiarello (ma anche l’apparizione regalata a Piacentini col Sassuolo a Reggio Emilia) resta davvero un mistero. Sì, un mistero. Come la Sfinge. Come il Buco Nero. Come la carriera di Giampaolo. Come il successo discografico di Tananai. Uno di quei misteri che forse solo il buon Roberto Giacobbo sarebbe in grado di risolvere. Forse.


PS 1: Quelli che… si accontentano di questo 2-2. Perché ieri sera il Cesena proprio non c’era. Perché è stato Pisseri a tenere su la baracca bianconera. Perché il Modena è una signora squadra. Perché le squadre di Bisoli sono come quei vecchi piatti a base di peperoni che ci preparavano sempre le nostre vecchie nonne: indigeribili…

PS 2: Quelli che… vedono il bicchiere mezzo vuoto. Perché la truppa canarina era battibile. Perché il Cesena ha giocato mezz’ora in superiorità numerica. Perché in Zona Cesarini, proprio sotto la Curva Mare, Kargbo & Friends stavano per mettere in scena un 3-2 che avrebbe fatto esplodere di gioia tutta la Romagna. E pure San Marino