Il Cesena, Mignani e il panettone
Breve riepilogo per i più distratti. Per gli ottimisti ad oltranza. Per i paladini del Cesenaticamente Corretto. Per tutti quelli che, dopo la croccante vittoria per 4-2 arpionata col Mantova appena tre settimane fa, parlavano insistentemente di Calcio Champagne. Di Serie A diretta. Di Europa League in due anni. Ecco sì, facciamo un breve riassunto. E ripartiamo da qui. Il Cesena è ‘soltanto’ una matricola che manca dai palcoscenici cadetti da ben sei anni, un’eternità quando si parla di calcio. Una matricola che, la scorsa estate in sede di calciomercato, ha commesso qualche errore di troppo. Soprattutto (ma non solo) dalla cintola in giù. Una matricola che deve pensare ‘solo’ a salvarsi, magari cercando di arpionare – di riffa o di raffa – un posticino per i play-off.
Fatta questa doverosa premessa, gettiamo uno sguardo veloce alla classifica. Dopo nove giornate la band di Mignani in cascina ha undici mattoncini, frutto di 3 vittorie, 2 pari e 4 ko. La zona play-off dista appena un punto, mentre il margine di vantaggio sulla zona rossa è di due lunghezze. Ruolino di marcia dunque non così catastrofico, come qualcuno vorrebbe – nei bar, sul web, sui social, all’ufficio postale, in ufficio davanti alla macchinetta del caffè – dipingere. Soprattutto quando ti ritrovi ad avere in casa la peggior difesa del campionato (ben 17 gol subiti), un portiere che nelle uscite non è proprio – ehm ehm – un campione di affidabilità e una rosa che può contare anche su almeno (e sottolineo la ‘parolina’ almeno) due giocatori che non vedrebbero il campo nemmeno in Serie C.
Sbaglia chi urla a gran voce che Mignani sia (già) da cacciare via. Chi afferma che mister Seconda Scelta – perché Artico, non scordiamocelo mai, la scorsa estate aveva praticamente chiuso’ con D’Aversa – abbia perso definitivamente la trebisonda. Sì, sbaglia. Di brutto. Perché se da un lato è vero che l’attuale trainer bianconero in questo già robustissimo scorcio di stagione ha già gettato colpevolmente nel cesso almeno (e sottolineo la ‘parolina’ almeno) 4-5 punti con decisioni tecnico-tattiche più o meno scellerate, dall’altro lato è anche vero che questa rosa non è poi così forte come qualcuno vorrebbe farci credere. Della serie: Mignani non è Van Gaal, ma questo Cesena di certo non è il Barcellona. E nemmeno il Pisa.
Non voglio difendere troppo mister Seconda Scelta. Ci mancherebbe altro. Non voglio. Anzi, sono il primo a dire che se il Cesena nelle prossime 3 gare – Brescia in casa, Salernitana fuori, Südtirol ancora al Manuzzi – non riuscirà a mettersi in saccoccia almeno (e sottolineo la ‘parolina’ almeno) 4 punti, Artico & Friends dovranno pensare seriamente a… negare il Panettone Bianconero all’ex trainer del Palermo. Epperò, gentili lettrici e gentili lettori, voi che di solito avete una buona memoria, vi faccio questa domanda: ricordate quando io, prima dello start di questa stagione, nutrivo seri dubbi sulle qualità ‘cadette’ di Pisseri e su due – pure tre – difensori bianconeri? E basta parlare di gol presi su palla inattiva. Massì, basta! BASTA! Ormai, nel calcio moderno, almeno (fatemi sottolineare per l’ultima volta la ‘parolina’ almeno) il 60% dei gol arriva su palla inattiva. Il Cesena, di dietro, non fa fatica sulle palle inattive. No. Il Cesena, di dietro, fa fatica sempre. SEMPRE.
PS 1: Quelli che… ci vuole – come cantava Luca Dirisio – calma e sangue freddo. E pure un po’ di sano ottimismo. Che ieri il Cesena ha perso con la Sampdoria, mica con la Carrarese. Che ieri il Cesena è stato paciugone ma anche sfortunato. Che questo Cesena, quando riesce ad illuminarsi, è bello da far male. Che se sabato prossimo batti il Brescia ti rilanci alla grande…
PS 2: Quelli che… se continua così qui finisce male. Diciamo pure malissimo. Che il Cesena ha incassato 10 gol nelle ultime 3 partite. Che Mignani non è da Cesena. Che Pisseri mi ricorda un Valerio Fiori ma più scarso. Che il centrocampo bianconero non fa filtro. Che Kargbo è ‘soltanto’ un gran patacca. Che se sabato prossimo non batti il Brescia è un macello…
PS 3: Quelli che… oh mister: lo facciamo giocare o no il ‘povero’ Pieraccini?
PS 4: Quelli che… che poi Mignani andrebbe chiamato Mister Terza Scelta. Visto che la scorsa estate, nella lista di Artico, dopo D’Aversa c’era Sottil. Sì, proprio lui: Sottil. L’attuale trainer della Sampdoria. Un trainer che è simpatico come un tutor dell’A14. O come un bidone di sabbia dentro il costume…