Io mi sono rotto i maroni. E Artico è un grande attore…
Che poi, il sottoscritto, ad essere sincero si è un po’ rotto i maroni di scrivere sempre e soltanto le stesse cose. E anche voi, gentili lettrici e gentili lettori, dall’altra parte della barricata vi sarete un po’ rotti il cazzo di leggere sempre e soltanto le stesse litanie. Litanie del tipo ‘Mignani assomiglia sempre di più a Drago…’, ‘Il Cesena in casa va fortissimo ma in trasferta viaggia con le marce basse…’, ‘Questa squadra ha lacune strutturali e mentali in ogni reparto…’, ‘Questa squadra è Shpendi-dipendente’, ‘Berti & Friends devono prima di tutto cercare di mettersi in cassaforte una salvezza tranquilla e poi si vedrà…’, ‘Klinsmann è meglio di Pisseri ma di sicuro non un fenomeno…’, o ‘Al momento Van Hooijdonk riesce a vedere la porta avversaria con la stessa frequenza con cui Cristiano Malgioglio vede la patacca…’. Dico bene che vi siete rotti? Ed allora – sto ragionando a voce alta, eh – cosa posso scrivere oggi di diverso? Cosa posso scrivere? Fatemi pensare. Ancora un attimino. Ci siamo quasi. Beh, oggi ad esempio potrei scrivere che ieri a Castellamare di Stabia il Cavalluccio non è proprio sceso in campo, così come era già successo mercoledì scorso a Bergamo. Ah, a proposito dell’ultima (nefasta) trasferta di Coppa Italia: oggi potrei anche scrivere che, vista la prova a dir poco incolore (diciamo pure imbarazzante) sfoderata ieri al cospetto delle Vespe dai bianconeri, forse con l’Atalanta il ‘povero’ Mignani qualche titolare in più avrebbe potuto anche schierarlo. Forse, eh. Ecco, mister Mignani. Parliamone. Diciamo le cose come stanno: l’amore tra lui e la piazza non è mai sbocciato. E forse non sboccerà mai. Perché Cesena, da sempre, ama altri tipi di allenatori. Allenatori più sanguigni, più ruspanti, più veraci, più tarantolati, più figli di puttana. In tanti in queste ore, in riva al Savio, stanno continuando a (ri)chiedere a gran voce l’esonero del tecnico ligure. Ma io, anche se il Cesena di oggi sembra soltanto il lontano (diciamo pure lontanissimo) parente di quello ammirato nel primo scorcio di campionato, anche se Mignani ultimamente ne ha azzeccate davvero poche (dentro fuori dal campo, dietro e davanti le telecamere, insomma a 360 gradi…), ci andrei piano con questa richiesta. Visto che, non scordatevelo mai, il Cesena resta pur sempre una ‘semplice’ matricola che mancava da questi palcoscenici cadetti da 6 anni. Una ‘semplice’ matricola che, a un turno dal giro di boa, è pur sempre sesta in classifica con un bel +7 sulla zona rossa. Ops, mi sa che anche questa roba del ‘Mignani non è da esonerare…’ ve l’avevo già scritta già in passato. Più volte. Ed allora? Come posso concludere questo pezzo? Beh, lo potrei concludere scrivendo che il buon Artico può anche dire a Teleromagna che questa squadra è a postissimo così. Ma ieri davanti alla tv, gettando uno sguardo alla sfida tra le Vespe e il Cavalluccio, anche mia nonna Caterina di anni novantadue (ripeto: di anni novantadue!) si è accorta che questo Cesena ha il fiato corto. E la coperta corta. Diciamo pure cortissima.
PS 1: Quelli che… Artico in tv ha bleffato. Ha preso tutti per il sedere. E, entro fine gennaio, regalerà a Mignani due rinforzi (uno a centrocampo e uno in attacco)
PS 2: Quelli che… Artico in tv ha bleffato. Ha preso tutti per il sedere. E, entro fine gennaio, regalerà a Mignani tre rinforzi (uno in difesa, uno a centrocampo e uno in attacco)
PS 3: Quelli che… Artico in tv ha bleffato. Ha preso tutti per il sedere. E, entro fine gennaio, regalerà a Mignani – tra acquisti mirati e scambi – quattro rinforzi (uno in difesa, uno a centrocampo e due in attacco)