ESCLUSIVO Agliardi: “Cazzo, non può finire così…”
Un divorzio gonfio di rimpianti. Un divorzio che fa male agli spiriti romantici. Un divorzio che fa discutere. Salvo ormai improbabili terremoti, il matrimonio tra Federico Agliardi e il Cesena, ha emesso l’ultimo suo sospiro lo scorso 30 giugno. Eppure, spinto più dal cuore che dalla ragione, l’Eroe di Latina 2014 non ha ancora smesso di credere in un (a questo punto davvero complicatissimo) ritorno di fiamma tra lui e il ‘povero’ Cavalluccio.
Agliardi, questo per lei non deve essere un bel momento.
“Le sensazioni, non lo nascondo, sono negative. Ogni giorno che passa, la mia conferma a Cesena, si fa sempre più lontana. Io, però, non ho ancora perso tutte le speranze. Io ci spero sempre in una telefonata. Il mio numero ce l’hanno. Il mio desiderio, i dirigenti bianconeri, lo conoscono ormai da mesi…”.
Ma lei quanto è disposto ad aspettare ancora il ‘suo’ Cesena?
“Non mi sono ancora dato una dead line. Anche perché, Cesena e il Cesena, fanno ormai parte della mia vita. Della mia quotidianità. E io farei di tutto pur di continuare la mia avventura in bianconero. Però è chiaro che, prima o poi, dovrò pure io cominciare a pensare a un piano B…”.
Ha già avuto qualche contatto con altre squadre?
“Un paio di abboccamenti ci sono stati (uno dei club interessati ad Agliardi è il Fano, ndc). Però ripeto: finché ci sarà una minima speranza di essere richiamato in extremis dal Cesena, continuerò a coltivarla”.
Perché tutta questa voglia di rimanere in riva al Savio?
“Perché sono qui dal 2014. Perché con addosso questa maglia ho raccolto una strepitosa promozione in A e un altrettanto indimenticabile salto in C. Perché in questo club ne ho viste di cotte e di crude, fallimento compreso. Perché, nonostante i miei 36 anni suonati, sono ancora convinto di poter dare ancora tanto a questa società e ai suoi straordinari tifosi”.
Questo Cesena, più che di vecchie glorie, avrebbe bisogno di forze fresche. Freschissime.
“Ma nel calcio, così come nella vita, conta anche l’esperienza. Contano i ‘vecchi’. Conta il senso di appartenenza. Ho letto sul giornale che Zebi ha detto che, in vista della prossima stagione, ha bisogno di gente che sappia trasmettere la passione per il Cesena. Ecco, io se vuole ci sono. Non sono più un giovincello, ma costo poco. Sono integro. So come funziona uno spogliatoio. E, soprattutto, so bene il significato della ‘parolina’ Cesena…”.
Ha mai pensato di appendere i guanti al chiodo?
“Assolutamente no. Non è ancora giunto il momento di dire basta. E non soltanto perché quel lunghissimo lockdown mi ha fatto capire che, senza calcio giocato, al momento io proprio non ci so stare. Se non riuscirò a trovare una squadra in C, vorrà dire che scenderò di una categoria”.
La vedremo magari a Cattolica alla corte di un ‘certo’ Cascione?
“È ancora presto per parlare di questa cosa. Di sicuro, fra me ed Emmanuel, c’è una bella amicizia. Un rapporto a dir poco speciale. Sì, magari potrei anche decidere di andare a dargli una mano in Riviera. Vediamo…”.
Per poterla rivedere ancora a Cesena ci vorrà invece davvero un miracolo degno del ‘miglior’ San Gennaro.
“Cazzo, non deve finire così. Non può finire tutto così, in questo modo. Anche perché, per questa società, ho sempre dato tutto. Io, per il Cesena, ci sono sempre stato (anche relativamente al recente ‘taglio’ degli stipendi, ndc). Lo so, sono un romantico. Ma io ci credo ancora in un revival in bianconero…”.