Si è chiusa la pagina più buia dal dopo fallimento del 2018 ad oggi
«E avvenne che, alla mezzanotte, l’Eterno colpì tutti i primogeniti nel paese di Egitto, dal primogenito di Faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato ch’era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame. E Faraone si alzò di notte: egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un gran grido in Egitto, perché non c’era casa dove non fosse un morto».
[Dal libro dell’Esodo, 12:29]
Non a mezzanotte, bensì alle 13:46 di ieri pomeriggio il Cesena FC ha comunicato tramite nota diramata sul proprio sito la definitiva separazione dal portiere Luca Lewis, con cui è stata firmata la rescissione del contratto in essere. Sono trascorsi dieci mesi, sedici giorni, due ore e cinquantuno minuti da quando, sempre con un’altra nota, il Cesena FC comunicava l’uscita di scena del padre di Luca, Robert, a fronte della cessione delle quote azionarie detenute all’interno di JRL Investment LLC.
Da ieri pomeriggio dunque la famiglia Lewis rappresenta il passato per i colori bianconeri e il Cavalluccio, con l’inizio della serie B che dista poco più di un mese, può finalmente voltare pagina.
Voltare pagina, sì. Con maggiore ottimismo e senza scoramenti d’animo, ma al contempo coltivando il valore della memoria. Perché quello che il Cesena si è appena lasciato alle spalle rientra a pieno titolo fra i più brutti capitoli dei suoi ottantaquattro anni abbondanti di storia. Con assoluto distacco è senza dubbio quanto di peggio accaduto in riva al Savio dopo il fallimento del 2018.
I trascorsi della famiglia Lewis in Romagna sono un concentrato di supponenza, pressapochismo e inettitudine tragicomica da cui non è assolta alcuna delle tante parti coinvolte. Che sono molte di più del binomio padre e figlio. Da chi si è assunto la paternità dell’inserimento in squadra del rampollo dal cognome importante (persona che ancora oggi inspiegabilmente siede in cda…) a chi ha fatto ingerenze sul preparatore dei portieri sfruttando il ruolo di coordinatore dell’area che gli era stato affibbiato, passando ovviamente per chi ha accettato supinamente di schierarlo in campo. E non dimentichiamoci di chi gli ha permesso di dissertare in diretta televisiva sulle differenze culturali tra Stati Uniti e Italia, concedendogli di atteggiarsi da ‘self-made man’ pur essendo il figlio del presidente operativo.
A spanne, il tutto è costato all’incirca dieci milioni di euro lordi di costi di gestione per rimanere in Serie C. Che, sommati agli altrettanti dieci dell’annata successiva, fanno venti milioni di euro per raggiungere la Serie B. Un disastro economico senza appello, al netto del fatto che ad oggi c’è chi quei soldi li sta cacciando fuori e che il futuro non appaia poi tanto cupo.
Chi cura la comunicazione della società è stato elegante nell’accompagnare la suddetta nota con una fotografia che ritrae Luca Lewis durante una sessione d’allenamento e non in divisa ufficiale nel corso di una gara. Elegante nei confronti dei tifosi e del pubblico, per non rievocare amari momenti che ancora oggi fanno bruciare il fegato dalla rabbia. Elegante nei confronti dello stesso Luca, poiché riportare alla mente quelle che sono state le sue prestazioni (decisamente non all’altezza di una categoria che non gli competeva) avrebbe significato non mostrare alcuna pietà di lui.
Nonostante ciò, l’insofferenza accumulata dal Cesena e dall’ambiente che gli orbita attorno verso Luca Lewis e la sua famiglia è ravvisabile nelle scarne parole utilizzate: non viene fatta menzione del ruolo ricoperto in precedenza dal padre, Luca non viene ringraziato e non gli viene fatto alcun augurio per il prosieguo della sua carriera, cosa che di norma qualsiasi squadra fa nei confronti di un proprio tesserato nel momento in cui le strade si dividono.
Certo: Luca Lewis non è stato colpito dall’Eterno, anzi. Ha continuato a percepire un lauto stipendio, del tutto sproporzionato se raffrontato a quanto percepito da colleghi molto più meritori di lui in serie C. E pure per levare le tende gli è stata sganciata una succulenta buonuscita. Bisogna comunque domandarsi se sia stato giusto che un ragazzo poco più che ventenne, indipendentemente da quanto uno lo possa ritenere borioso e baciato dalla fortuna ben al di sopra delle qualità espresse, venisse esposto a a figure indegne in campo e fuori. Il primo a porsi l’interrogativo dovrebbe essere suo padre, ‘faraone’ del Cesena che durante il suo regno ha potuto nel silenzio generale sconfinare ben oltre quello che solitamente è il limite delle facoltà di un presidente.
Certo: Luca Lewis non è stato colpito dall’Eterno, anzi. Ma la parentesi sua e della sua famiglia per il Cavalluccio e tutto l’ambiente è stata una piaga. La morte dei primogeniti fu l’ultima delle dieci d’Egitto. Chissà quindi se pure per il Cesena si possa ora aprire una pagina più luminosa, il tempo ce lo dirà… L’importante è che ciascuno di noi, nel guardare avanti, tenga sempre stretto a sé il ricordo di quanto successo. Perché chi non vuole ricordare il passato è tristemente condannato a ripeterlo.