“Ciao, Sydney”. Il killer d’area di rigore che va aspettato e non celebrato prima del tempo
L’impressione che suscita a prima vista è quella di un ragazzo beneducato e sufficientemente acuto per capire di non dare mai nulla per scontato, che nulla gli sia dovuto a priori. Il centravanti olandese Van Hooijdonk si palesa nella sala stampa del Manuzzi sfoggiando un sorrisone perfetto, da fare invidia alle dentature che si vedono negli spot pubblicitari di dentifrici e collutori. Prima di accomodarsi alla canonica postazione di chi si appresta a rispondere alle domande, ci tiene a salutare tutti i presenti, giornalisti e non, stringendo ad uno ad uno la mano e dicendo di volta in volta un conciso quanto efficace: “Ciao, Sydney”. Un esordio che per qualche cinefilo potrà rimandare alla mente la celebre battuta che il killer Ghostface pronunciava reiteratamente nella saga Scream, rivolgendosi al telefono verso la protagonista interpretata dall’attrice Neve Campbell. L’auspicio è che ad essere spietato ed efferato sia Van Hooijdonk, nei confronti della porta degli avversari del Cesena.
A fare gli onori di casa c’è come sempre il direttore sportivo Fabio Artico che presenta così l’ultimo acquisto effettuato in ordine cronologico: “Abbiamo qui un attaccante dalle caratteristiche che mancavano a questa squadra. Ha firmato un contratto biennale con opzione per la terza stagione. Questo ragazzo è cresciuto in Olanda, con il NAC Breda in seconda divisione. Ha fatto qualche presenza in A a Bologna prima di tornare in patria dove, in Eredivise (la massima categoria, ndr) ha messo a segno 26 gol in nemmeno cinquanta partite disputate. Ha cominciato l’anno scorso di nuovo a Bologna salvo poi passare al Norwich durante il mercato di gennaio. È arrivato qui con grande umiltà e si è messo subito a disposizione. Ha bisogno di qualche settimana di lavoro con la squadra per entrare nei meccanismi ed entrare in condizione fisica perché prima si allenava a parte. È un giocatore che dentro l’area di rigore ci darà tanto”.
Sale quindi in cattedra il diretto interessato che compie immediatamente un apprezzabilissimo sforzo nel cercare il più possibile di parlare in italiano. Benché la proprietà di linguaggio sia ancora da affinare, il risultato è ottimo per uno che sino ad oggi è transitato per lo Stivale solamente per due semestri, per giunta nemmeno consecutivi ma a distanza di due anni l’uno dall’altro (stiamo parlando della seconda metà del 2021 e della seconda metà del 2023). Dove non arriva con l’italiano, Van Hooijdonk ricorre all’inglese ma si tratta davvero di brevissimi frangenti perché, come diceva Vasco Rossi, ‘si vede che si fa capire bene quando vuole’.
“Sono venuto a Cesena perché l’ambizione del club è grande. Ho sentito sin dai primi contatti quanto questo club mi volesse. È un grande e importante step per la mia carriera. Non conosco bene la serie B però a Bologna la guardavamo in autobus durante gli spostamenti. Non sono ancora fisicamente pronto ma non vedo l’ora di cominciare”.
Il fisico imponente è già di per sé un eloquente biglietto da visita su quali possano essere le caratteristiche dell’olandese in campo. Van Hooijdonk si racconta così: “Io sono un attaccante forte nell’area di rigore, penso che sia lì dove do il mio meglio. Ho un destro molto potente, anche di testa non sono male: in questa maniera ho segnato sette gol in un anno e mezzo. Penso che alla mia età io possa perfezionare ancora tutto, ci sono grandi margini di miglioramento. In area so come muovermi, dove correre e posizionarmi. Fuori dall’area ho ancora tanto da imparare per migliorare il mio livello di gioco. Ho segnato parecchio da dentro l’area, però sono voglioso di dimostrare il meglio di me armando la potenza del mio destro da fuori i sedici metri. Ho giocato spesso con un assetto che prevede due attaccanti dalle caratteristiche complementari. Ma al di là di ciò mi piace soprattutto che la palla arrivi in area, sia che si giochi a due punte o con una sola punta supportata da due ali”.
La scorsa stagione non è stata felice per il puntero orange, con un solo gol messo a segno in Coppa Italia contro l’Hellas Verona mentre è rimasto completamente a secco tra Serie A e seconda divisione inglese. Van Hooijdonk racconta le difficoltà vissute: “L’anno scorso sapevo già da subito che fosse complicato trovare spazio in Serie A, però il club mi avrebbe ceduto solo per otto milioni. A gennaio il mister non voleva lasciarmi partire, mi ha detto ‘tu stai qua e non vai via’. Tuttavia, per quanto Zirkzee sia un amico, mi sono trovato chiuso e ho preferito cercare spazio altrove. Joshua è un giocatore perfetto per Thiago Motta, io un po’ meno… Anche in Inghilterra era difficilissimo dopo sei mesi a Bologna in cui non avevo giocato, non ero pronto fisicamente. Ricordo bene che contro il Sunderland sono entrato al sessantesimo e dopo soli cinque minuti già non avevo più fiato. Lì si corre a velocità folli. Il campionato olandese è meno fisico ma il livello è comunque alto. Anche in Italia il livello fisico è alto ma i ritmi di gioco mi sembrano più bassi rispetto all’Inghilterra. Almeno in serie A, in serie B non lo so. So però quanto corrano Shpendi e Kargbo, entrambi hanno caratteristiche diverse da me e spero al più presto di giocare con uno di loro due. O magari entrambi…”
Si viene quindi al presente, con il suo ambientamento in Romagna: “Con l’allenatore parlo continuamente da due settimane a questa parte, è molto chiaro ciò che il mister vuole, sia da parte mia che della squadra. Ho avuto modo di rendermene conto nella trasferta di coppa a Verona. I compagni di squadra parlano tutti italiano e questo per me è perfetto per imparare la lingua. La città è bella. Un po’ piccola però bella. Sono contento che ci sia vicino il mare. Devo dire che fa molto caldo, ma sono contentissimo di essere qui”.
Sulla sua felicità non sorgono dubbi, a vederlo da vicino trasuda gioia e contentezza da tutti i pori. Un’esaltazione ricambiata da un’ingente fetta della tifoseria che lo ha già innalzato a proprio idolo. Tuttavia solo il campo sarà unico inappellabile giudice del rendimento di Van Hooijdonk. La storia del Cavalluccio è piena zeppa di eroi celebrati prima del tempo, rivelatisi invece delle meteore. Senza indietreggiare di chissà quanti anni, basti pensare a Frieser e alle bandiere austriache che facevano capolino al Manuzzi. O quelle colombiane per Juan Manuel Valencia, desaparecido guarda caso arrivato anche lui dal Bologna. Giusto per fare un confronto con un ‘collega’ di ruolo, impossibile non pensare agli onori con cui venne accolto Hugo Almeida.
Dal punto di vista squisitamente della cabala, il vessillo dei Paesi Bassi esposto da qualcuno dei pochi tifosi ospiti presenti sabato scorso al Bentegodi non è affatto benaugurante. E quelle bande rosse e blu, pur intervallate da una bianca, non è che facessero proprio una bella figura in un settore riservato ai supporters del Cesena… Van Hooijdonk si dimostra voglioso di battere anche la scaramanzia e, a precisa domanda di TuttoCesena.it, così risponde: “Tutti mi hanno detto che lo stadio è molto caldo, la curva è sempre piena. A Verona è stato veramente carino vedere la nederlandse vlag (chiama proprio così la bandiera, ndr), ho apprezzato molto questo gesto. So che la gente ha grandi aspettative su di me ma anche le mie aspettative sono molto elevate”. La speranza è che l’ambiente non carichi questo ragazzo di troppe responsabilità prima del tempo ma che gli lasci sufficiente tranquillità per esprimere il proprio talento.