Trasferte libere
Bergamo e Castellammare di Stabia, ecco le due trasferte che a stretto giro di posta potrebbero interessare i tifosi bianconeri. Perché potrebbero? Per quale motivo il condizionale? Per decisioni di autorità che nulla hanno a che fare col calcio e che nulla dovrebbero averne a che fare, trattandosi di azioni ai limiti della negazione dei diritti civili.
A Bergamo, è cosa nota, si potrà andare solo con la tessera del tifoso. Che non si capisce a cosa possa servire visto che già i biglietti sono nominali e si entra negli stadi solo dietro presentazione del documento d’identità. Scelta di marketing? Non più, dopo un entusiasmo iniziale non sono certo le società ad usare questa tessera a fini commerciali, avendo compreso come gli aspetti negativi siano di gran lunga superiori ai vantaggi. La tessera del tifoso è, ad oggi, solo un metodo per escludere tifosi che sul piano legale hanno in realtà gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino. Si tratta di uno strumento che andrebbe abolito seduta stante.
Anziché parlare di questi temi purtroppo c’è chi è comunque contento per poter andare a Bergamo in Coppa: fino a qualche giorno fa si paventava una chiusura completa del settore ospiti. Sarebbe stata la soluzione decisamente più facile e spettacolare: meno lavoro per tutti e meno rotture di scatole. Gli esempi non mancano: senza spostarci di molto come distanza ma passando dal calcio al basket, recentemente sono state vietate le trasferte di Rimini a Pesaro e di Forlì a Bologna. Due derby estremamente sentiti, due partite di quelle attese sin dalla compilazione dei calendari, semplicemente stroncati, cancellati, forse calpestati. È forse questo lo sport che vogliamo in Italia? Vogliamo vederci rovinati così gli spettacoli più belli? Perché tali provvedimenti sarebbero fantascienza in qualsiasi altra nazione europea?
La risposta a quest’ultima domanda è lunga e complessa e dovrebbe necessariamente far leva su molti aspetti, non ultimo quello dei rapporti tra tifoserie e società (gli Slo, addetti ai rapporti col tifo, in questa connotazione italiana hanno poteri pressoché nulli) ma che fondamentalmente è dovuta all’incapacità dello Stato e dei suoi organi di saper gestire la situazione.
Poi c’è la trasferta di Castellammare di Stabia, partita a rischio nullo, con le autorità locali che fino all’ultimo non sanno se concedere 100 biglietti per il settore ospiti (capacità ridotta come nelle ultime partite) o 300 (intero settore). Perché? Al di là di quella che sarà la decisione finale, perché a meno di una settimana da una trasferta lunghissima un tifoso non sa ancora se potersi organizzare o meno? È rispetto questo?
No, non è rispetto. Quasi tutto quello che verte attorno al mondo del tifo in Italia non è rispettoso. Ma da questa amara e forse tautologica considerazione il passo verso una seria analisi del problema è purtroppo lungi dal venire.