Il Cesena di Ficcadenti, la Pulce scatenata e la Samp che cola a picco

Il 6 marzo 2011, sui dorati palcoscenici della Serie A, il Cavalluccio riuscì ad espugnare Genova per 3-2. Sugli scudi un ‘certo’ Giaccherini, autore di una doppietta da urlo…
15.01.2025 00:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Il Cesena di Ficcadenti, la Pulce scatenata e la Samp che cola a picco
© foto di Ansa

Nostalgia. Nostalgia – sigh – canaglia. Di una casa, di un amico, di un bar, di una vittoria che ha fatto storia. Massì, di una vittoria che ha fatto Storia. Sei marzo duemilaundici. Nona giornata di ritorno del campionato di Serie A. Alla radio furoreggiavano Emma e i Modà con la sanremese Arriverà. La Voce di Romagna era un giornale in salute. E al timone di comando del Cesena c’era Igor Campedelli. Una vita fa. Fu Marco Parolo, quella soleggiata domenica di fine inverno, a rompere il ghiaccio. Un paio di minuti prima dell’intervallo. Con un gran tiro dai venticinque metri che non lasciò scampo all’intontito Curci. Ad inizio ripresa, poi, si scatenò la furia di Emanuele Giaccherini. Minuto quarantasei: cross dalla sinistra del ‘solito’ Parolo, gran tiro al volo di destro da posizione defilata della Pulce di Talla, l’incredulo Curci è di nuovo battuto. Minuto quarantotto: l’intontito Gastaldello va (ancora) in bambola, il ‘solito’ scatenassimo Giaccherini ne approfitta e in contropiede gonfia ancora la rete blucerchiata. Clamoroso al Cibali! Anzi, no: clamoroso al Ferraris!!! Tre a zero per il Cavalluccio!!! Chi l’avrebbe mai detto?!? I padroni di casa, contestati pesantemente dai propri tifosi, riescono ad abbozzare una timida reazione solo nei minuti finali, con l’ex bianconero Volta (83') e con Maccarone dal dischetto (92'). Ma ormai è troppo tardi: la frittata, per la Sampdoria, è già servita in tavola. Sotto una valanga di fischi, finisce 2-3. Con tale vittoria il Cesena di Ficcadenti – fresco reduce dall’hurrà da dentro o fuori con il Chievo – riuscì ad intascarsi altri tre punti di platino. E a rimettersi definitivamente in carreggiata in chiave salvezza (salvezza che, come noto, arriverà poi due mesetti dopo). Dopo quell’inopinato stop maturato al cospetto di Antonioli & friends, invece, il patron blucerchiato Garrone mise in atto il ribaltone in panchina: via il ‘povero’ Di Carlo (a cui il mercato invernale aveva tolto i superbig Cassano e Pazzini), dentro l’ex trainer bianconero Cavasin. Un Cavasin che però non riuscì poi ad evitare una retrocessione assurda. Una retrocessione vergognosa. Una retrocessione che a Genova nessuno ha ancora dimenticato. Sì, una retrocessione che a Genova nessuno ha ancora dimenticato. Anche (ma non soltanto) perché, quella Sampdoria, avevo iniziato quella stagione gonfia di speranze giocando i preliminari di Champions League. Contro il Werder Brema. Sembra ieri. Ieri. Ed invece sono passati già (quasi) quattordici anni…