The Masterplan: il Cesena è in B
Può funzionare.
Non è detto che piaccia, ma può funzionare.
Sarebbe stato meglio con un SÌ dell’Agenzia delle Entrate piuttosto che un NON NO...
... ma può funzionare.
E sarebbe un capolavoro.
Il Cesena oggi si è iscritto al campionato di serie B, e tra lunedì e martedì pagherebbe gli stipendi. Servono 2 mln, finora ce ne sono poco meno di 1,5 mln. Potrebbe anche riaprire la campagna abbonamenti...
Intanto si va a negoziare una quarta istanza per la ristrutturazione del debito con l’Agenzia. Il NON NO precedente fa riferimento al fatto che in realtà il Fisco avrebbe sospeso le valutazioni stante le inchieste di Procura di Forlì, Bologna e federale, rimandando al NO precedente. Presentando ulteriori garanzie – che verranno chieste oggi in cda alle 17:30, valutando come devastante il fallimento di AC Cesena spa rispetto ad un nuovo sacrificio economico dei ‘soliti buoni’ –, nell’ordine di ulteriori 3-5 mln di euro oltre alla fidejussione da 1 mln rinnovabile ogni anno per cinque anni già presentata, potrebbe arrivare finalmente il SÌ dell’Agenzia. E questo è il primo nodo da sciogliere perché, comunque, sarebbero ancora in piedi le ragioni di cui sopra, ovvero le inchieste: se l’Agenzia nicchierà, saranno probabilmente carte bollate e cazzimma fino all’ultimo minuto; se concedesse, si andrebbe avanti. Le tempistiche possono essere estese fino al 16 luglio, ma la prossima settimana dovrebbe essere quella veramente definitiva.
Il 12 luglio Covisoc boccerà la richiesta di iscrizione del Cesena, di fatto un plico vuoto. Fino al 16 luglio i bianconeri avranno tempo per riempire la domanda con il SÌ dell’Agenzia e gli adempimenti di luglio. Il 20 luglio Covisoc potrebbe ratificare l’iscrizione al campionato cadetto del Cesena.
Tra il 20 luglio e il 9 agosto, prima di arrivare in Tribunale per quello che di fatto è un accorpamento tra istanza fallimentare e procedura ex Art. 182 bis-ter, il Cesena potrebbe fortificare progetto sportivo e industriale, con passi avanti e passi indietro: quello che si evince tanto dalle parole dell’Agenzia delle Entrate, quanto dalle rilevazioni di Covisoc e dal fatto che nessun imprenditore si sia avvicinato al Cesena in questi anni è la totale sfiducia nella attuale governance. Se anche arrivasse un ds vero, il problema di una proprietà poco gradita rimarrebbe per chi potrebbe aiutare ad affrontare una serie B vera.
Il 9 agosto il Cesena sarebbe forte del SÌ dell’Agenzia, quindi potrebbe obiettare come il procedimento ex Art. 2409 C.C. non si possa più applicare poiché sussisterebbero le condizioni per rientrare nella procedura di ristrutturazione del debito ex Art. 182 bis-ter, con un abbattimento immediato del debito erariale dai 13 ai 17 mln. Difficile arrivare a 20 mln come auspicato all’inizio della procedura. Che potrebbe dunque partire. Ed è il quarto nodo.
Quattro nodi su cui verrà chiamato a pronunciarsi alle 17:30 il cda di AC Cesena spa.
Può funzionare. Ma non può avere continuità con questa dirigenza. Non con anziani che minacciano schiaffoni ai contestatori: in questi termini non si costruisce credibilità.
Anzi, è scontato che possa esistere un RC Cesena in serie D, perché è proprio questo modo di fare che ha costretto la Città a difendersi. A correre ai ripari. A lasciare il Cesena solo.
Perché a gennaio non puoi scrivere al Sindaco e ad altri imprenditori: “Il fallimento del Cesena Calcio si ripercuoterebbe sull’intero territorio ma anche sulla stessa amministrazione comunale in vista degli Europei Under 21 in programma a giugno 2019” come se fossi il padrone del destino della tua stessa Città, pretendendo di metterla sotto scacco solo perché ti si è sempre detto di sì fino a quel momento – e non è nemmeno scontato lo si sia fatto per meriti conseguiti –, senza aspettarti di rimanere solo. O che qualcuno inizi a presentare progetti alternativi ai tuoi, forse anche meno altisonanti ma molto più solidi.
E devi aspettarti che ci siano persone che tifino per RC Cesena in serie D. E che forse diventino la maggioranza dei tuoi concittadini.
Ad oggi il cda è chiamato a fare i propri interessi e quelli della propria azienda, ma iniziano ad essere tanti i NO, pochini i NON NO e nessun SÌ. Non sono più solo un paio di giornalisti tenuti fuori dallo stadio. Sono tifosi. Imprenditori. Federazioni.
E fare i propri interessi e quelli della propria Azienda è anche prenderne atto.
Prenderne atto e farsi da parte. Potrebbe essere un capolavoro, è vero, ma ora è solo una possibilità su nuovi azzardi.
E se proprio è necessario tentare quella via – che nessuno ha diritto di mettere in discussione, ma solo di commentare –, e rischiare di far perdere un anno di sport alla Città, l’atto di responsabilità è anche capire che servono altri per provarci. O che ci sono zavorre che comunque affonderebbero la Società. O che non è una amministrazione capace quella che permette ai propri vertici di decidere prima di riferire al cda.
E chi dovrebbe mettere quei 3-5 mln di garanzie è questa la prima cosa che dovrebbe pretendere: l’azzeramento del management.
Solo riguadagnando il terreno perduto in termini di credibilità la Società potrebbe avere delle possibilità per farcela.
Se dobbiamo proprio crederci, serve un passo indietro responsabile della governance bianconera.
Per (ri)cominciare.