Brambilla e Tonin come Sala e Capanni? No, sarà una storia diversa
«Ma Milan, l’è on gran Milan!»
Si potrebbe riassumere così la conferenza stampa di presentazione di Brambilla e Tonin che non sono stati ‘mandati al diavolo’ bensì ‘mandati DAL diavolo’. A fare gli onori di casa ci pensa sempre il direttore sportivo Moreno Zebi.
“Come di consueto mi piace fare un piccolo riepilogo. Queste due operazioni si concretizzano in maniere differenti ma hanno una genesi comune. Tonin è infatti in prestito secco dal Milan, col quale abbiamo un buon canale di collaborazione. Brambilla invece diventa patrimonio del club. Entrambi gli innesti servono a confermare e sottolineare la duale attività del club in sede di mercato, ovvero rapporti con società molto importanti.
Questi ragazzi vengono da una scuola importante. Li ho seguiti molto nello scorso campionato, si sono distinti molto per l’impegno.
Tonin è un attaccante che può giocare in vari modi del parco d’attacco, non solo come prima punta. Abbiana bene le due fasi è molto generoso, atteggiamento battagliero.
Brambilla invece ha delle qualità tecnico-tattiche che mancavano nel roster del nostro centrocampo.
Devono intraprendere un percorso e io mi auguro colgano l’opportunità che questa società oggi rappresenta per loro”.
La parola passa subito al determinatissimo Riccardo Tonin, molto sicuro dei propri mezzi: “Il mio obiettivo è crescere e migliorare. Impegnandomi al 100% metterò in difficoltà il mister sulle scelte. Il Cesena ha giocatori importanti e non sarà scontato giocare: è una sfida.
La stagione è lunga. L’importante è sempre dare il massimo e migliorare sia sportivamente che come persona. Ho trovato un gruppo una società e uno staff che mi ha aiutato molto. Sono tranquillo, so quale sarà il mio ruolo. Non vedo problemi penso solo a migliorare e dare il massimo.
È la mia prima esperienza fuori dalle giovanili. È un calcio diverso. L’anno scorso già spesso mi allenavo con la prima squadra, sono pure stato convocato per un paio di gare di Europa League e una di Serie A.
Cesena è una piazza importante con una grande storia. Non potevo chiedere di meglio. Sono riuscito subito ad ambientarmi e capire le differenze principali.
Mi sono trovato bene con tutti i miei compagni sin dal primo giorno. Da Mattia (Bortolussi, ndr) e da Sasà (Caturano, ndr) sto imparando molto e mi stanno aiutando. Sono due giocatori fortissimi ma soprattutto due persone che si sono subito messe a disposizione per aiutarmi e farmi crescere.
Il gioco di Viali è molto propositivo e moderno. Fortunatamente il mio percorso nel settore giovanile mi ha portato a giocare in un tipo di calcio simile.
Non mi pongo obiettivi a lungo termine, penso solo a quest’anno. A me piace puntare l’uomo e giocare spalle alla porta. Ho delle caratteristiche che penso possano combaciare bene con ciò che chiede il mister. Mi piace giocare anche in altri ruoli dell’attacco. Mi trovo bene sia con le due punte che con una. Se c’è bisogno posso anche giocare sull’esterno.
L’errore da non commettere è essere presuntuoso quando si arriva da un top club. Cesena è comunque una piazza molto importante. Su questo non c’è nessun problema, non sono una persona arrogante. Voglio mettermi in gioco”.
Dopodiché nessun inganno della cadrega ma è la volta di Alessio Brambilla: “La scelta di venire qui a Cesena è prevalsa perché sia il ds che il mister mi hanno subito dato fiducia. È una piazza importante in cui posso dire la mia.
Da capitano (primavera Milan, ndr) devi dare l’esempio dentro e fuori dal campo. Devi tirare fuori il carattere sia nel bene che nel male. Questo mi ha aiutato a crescere molto caratterialmente.
Deluso di essere stato ceduto dal Milan? Ho dato tanto al Milan come loro hanno dato a me. Non penso sarà un problema per la mia crescita. Sarà un motivo di lancio in più. Sono un giocatore tecnico a cui piace mantenere il possesso palla. Devo migliorare sotto molti aspetti, serve entrare meccanismi e ci vuole un po’ di tempo, ma siamo già a buon punto. Non è difficile il gioco di Viali, basta abituarsi a questo cambiamento. Una volta acquisito diventa tutto automatico”.
E su quest’ultima chiosa riprende parola il direttore che vuole fare una puntualizzazione sulla domanda posta a Brambilla: “Il gioco di Viali non è difficile, non voglio che passi questo. Noi giochiamo semplici. La difficoltà è oliare le sincronie dei movimenti”.
Poi l’atmosfera si scalda perché Zebi si infervora e inizia a sparare bombe di mercato neanche fosse la buon’anima di Maurizio Mosca: “Mulè a breve firmerà. Siamo in contatto con la Juventus e con l’entourage del ragazzo, è un obiettivo dichiarato del nostro mercato, sebbene su di lui ci siano parecchie squadre. Sono fiducioso che la trattativa possa andare in porto. I tempi? Domani, lunedì… non dipende da me. Con l’addio di Ricci diventa fondamentale acquisirlo.
Per Bifulco invece non abbiamo mai aperto una trattativa vera e propria.
Pittarello ci piace, però non ho garanzie che arrivi perché è di proprietà di un’altra società che non lo mollerà facilmente. Sono dinamiche legate a questioni che non dipendono solo da noi.
Manzari può considerarsi sfumato, ormai è andato al Frosinone.
Con il Pordenone abbiamo aperto una discussione sulla loro manifestazione di interesse per Ciofi. Ma in questo momento non ci sono novità. Il tempo che passa non li favorisce, perché in caso di cessione di Ciofi dovremo sostituirlo. Faccio fatica a considerare una sua cessione ad oggi. Sono dell’idea che se si vuole acquisire un giocatore dei sacrifici vadano fatti. Ad esempio l’anno scorso per Bortolussi sono andato a Milano otto volte. Ho incontrato la proprietà del Novara calcio pure al McDonald di Cinisello Balsamo. Addirittura li inseguivo con la macchina perché non si volevano fermare”.
In difesa, malgrado la dolorosa cessione di un totem come Luca Ricci, Zebi non pare preoccupato: “Il ritorno di Maddaloni è abbastanza imminente. Può esserci prima di ottobre. È molto avanti con il percorso e siamo molto ottimisti. Da qui a un mese conterei ad averlo in rosa. Dobbiamo fare qualcosa anche sui terzini. Stiamo immaginando varie soluzioni”.
Innegabile però che il mercato proceda a rilento, il direttore replica in maniera chiara e tonda: “L’input della società è il completamento della rosa quanto prima. Vogliamo lavorare con senso razio e ragionevole convinzione con ragazzi della primavera. Dobbiamo consentire loro del respiro in prima squadra.
Il cambio di società non ci sta ostacolando per nulla. Ho già vissuto sulla mia pelle un passaggio di questo tipo, ora però siamo in una condizione completamente diversa. Il nostro lavoro, mio e del mister, non è stato minimamente intaccato da ciò. Siamo al 20 agosto e mancano ancora dei tasselli? Ci piacciono giocatori forti e le difficoltà sono relative al momento di mercato. I ritardi sono dettati da ciò, il cambio di società non c’entra nulla.
Budget superiore con cambio società? Magari sì, però non posso immaginare di cambiare strategia e obiettivi sulla base dei presupposti. Io vado avanti per la mia strada.
Di Gennaro non mi chiama da parecchio. Con l’entourage di Di Gennaro ho rapporti quasi quotidiani, ma è da tanto tempo che non parliamo di lui.
Delusione per il mercato? L’anno scorso abbiamo fatto un mercato importante facendo con questi giocatori percorsi lunghi. Quest’anno il lavoro doveva essere diverso per dare una base al gruppo. Il nostro mercato è aver tenuto i pezzi importanti del gruppo (ma Ricci e Capellini?, ndr).
Necessariamente bisogna puntellare la rosa, ma una base c’è e lì rimane: anche questo è mercato. In molti ci hanno chiamato per avere i nostri giocatori. Gradirei che sottolineaste questa mia riflessione. Il giudice imparziale sarà il campo”.
Con buona pace della Madonnina che domina dal duomo.