Non solo il Cesena: il calcio tra serie A, B e C parla americano

14 presidenti americani, 1 canadese: il primo a scommettere sul calcio italiano fu Junction Investors che acquisì il 60% di A.S. Roma da UniCredit
26.08.2024 08:00 di  Gian Piero Travini   vedi letture
Joseph Tacopina
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Joseph Tacopina
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

In origine fu Joseph ‘Joe’ Tacopina. Dalle aule di tribunali vip di New York al calcio italiano.

No, meglio. In origine fu Thomas DiBenedetto. Era lui a capo di Junction Investors in quel luglio 2011 quando Fiorentino e Peluso di UniCredit, creditore e proprietario della A.S. Roma, volarono a Boston per vendergli il 60% della società di calcio capitolina. Con DiBenedetto, primo presidente americano in Italia, c’erano Pallotta - che fu presidente dopo di lui -, Ruane e D’Amore. E Tacopina, vicepresidente esecutivo di padre romano: uomo del soccer in mezzo a uomini del baseball e del basket. Era lui quello che snobbavano in televisione, sulla Rosa, nei salotti bene dei Canottieri romani, nei bar del tifoso della domenica.
Tacopina era l’uomo forte, ma i soldi stavano da un’altra parte. E questa è una costante di quando le società sportive vengono acquisite da fondi - o superfondi, nel caso dell’Inter -: chi comanda non necessariamente è il proprietario.

Ma Tacopina fu il primo a capire che il calcio poteva essere business. Provò - ancora vice - a scalare il Bologna con il sì del sindaco Merola, ma solo quando convinse Joey Saputo che si poteva fare affari in Emilia che riuscì a prendersi le Due Torri, forse con la suggestione che avrebbe potuto prendersi la Granarolo. Presidente lui, proprietario l’uomo delle mozzarelle di Montréal: i due litigano spesso e Tacopina si libera con una buonuscita da 3,5 milioni di euro che investe nel Venezia nel 2015. Dalla D alla B in due anni.
Poi lascia nel 2021 per puntare Catania, che non si concretizza, e infine S.P.A.L. - dalla B alla C -, di cui è presidente.

Sono 14 le società ‘italo-americane’ e 1 società ‘italo-canadese’ (il Bologna) professionistiche in Italia, con 17 squadre.

SERIE A
ATALANTA Stephen Pagliuca Candidato senatore per i Democrats nel collegio di Ted Kennedy in Massachussets nel 2009, nel board dei Boston Celtics, Pagliuca si avvicina al calcio italiano con Bain Capital per la partita dei fondi di private equity per i diritti tv della serie A - quando la Lega aveva ventilato nel 2021 la possibilità di creare una propria società di media -: si accontenta di rilevare nel 2022 da Percassi il 55% della Dea.

BOLOGNA Joey Saputo (Saputo Inc.) Nel 2014 Tacopina lo convince a fare il capocordata per acquisire il Bologna. Nel 2015 le strade si separano, Saputo silura il sodale di Tacopina più inviso ai bolognesi, Stu Goldfarb, e diventa il boss. Ha portato il Bologna in A, e ora in Champions League.

FIORENTINA Rocco Commisso (Columbia Soccer Ventures LLC) Proprietario di Mediacom, il quinto canale via cavo americano, e proprietario dei New York Cosmos, acquista la Viola dai fratelli Della Valle nel 2019 per più di 150 milioni di dollari, dando il via alla speculazione edilizia di Viola Park. Tramite il suo braccio destro Giuseppe ‘Joe’ Barone, scomparso recentemente, convince Robert Lewis e John F. Aiello a investire in Italia, dando il via alla nuova storia a stelle e strisce del Cesena.

GENOA 777 Partners Nel 2015 il fondo 777 Partners capitanato da Ian Ratner investe nel calcio europeo acquisendo l’Herta Berlino, lo Standard Liegi, il Red Star di Parigi e il Genoa. Inoltre possiedono il Vasco da Gama in Brasile. Quest’estate il Financial Times aveva lasciato trapelare come 777 Partners stesse per cedere la società ligure, ma il CEO Andres Blazquez è ancora in sella, per ora supportato esternamente dal gruppo assicurativo di New York A-Cap, che però per problemi legati alle leggi sulle esposizioni di capitali dei fondi assicurativi è in contesa con il governo federale. Inoltre, 777 Partners è in contenzioso con Obra per 60 milioni di dollari.

INTER Oaktree A maggio 2021 il fondo americano presta al presidente dell’Inter Zhang 275 milioni di euro rimborsabili in tre anni: con gli interessi si parla di quasi 400 milioni di euro. Il 22 maggio scorso Oaktree diventa proprietaria della compagine milanese.

MILAN RedBird Capital Partners Nel 2017 il fondo americano Elliott presta a Li Yonghong 303 milioni di euro per acquisire il Milan da Fininvest. L’anno dopo Li si volatilizza e il Milan diventa americano. Elliot ripiana i debiti rossoneri e poi vende nel 2022 a RedBird di Gerry Cardinale per la cifra monstre di 1,2 miliardi di euro. RedBird possiede anche il Tolosa e la scuderia di F1 Alpine.

PARMA Kyle Krause (Krause Group) Retrocessione e promozione: a Krause il Parma costa 324,9 milioni di euro, con un passivo dopo la caduta in serie B di 98 milioni. L’americano eredita la catena di minimarket Kum & Go dal padre, la cui cessione a FJ Management permette l’investimento iniziale di più di 100 milioni nella società sportiva emiliana. Krause Group ha affari che vanno dalla vendita diretta, alla logistica, al turismo, vino, immobiliare e agricoltura: il vero business per lui dovrebbe essere la riqualificazione dello stadio Tardini.

ROMA Dan Friedkin (Friedkin Group) Principale rivenditore di Toyota negli Usa, produttore cinematografico, regista, imprenditore e venture capitalist, nel 2020 Friedkin ha comprato la Roma per un totale di 626 milioni di dollari. Nel 2023 acquisice il Cannes che dà in gestione al figlio Ryan.

VENEZIA Duncan Niederauer (VFC Newco 2020 LLC) Nel 2015 Joe Tacopina acquisisce il Venezia con la buonuscita di 3,5 milioni di euro dal Bologna dopo il fallimento dell’allora presidente russo Korablin - già fondatore del Chimki calcio e basket a Mosca -, poi scomparso un anno dopo. Nel 2020 cede tutte le quote a VFC Newco 2020 con a capo Duncan Niederauer, ex CEO della Borsa di New York e leader di Trascend Capital. Dopo la retrocessione del 2022, il Venezia rischia la C e si salva con investimenti faraonici, accumulando 40 milioni di euro di debito (la stessa situazione del Cesena ai tempi di Campedelli): Niederauer e il suo socio Brad Katsuyama - fondatore di IEX - cercano nuovi investitori e interviene il rapper Drake con il suo marchio di moda NOCTA - legato a Nike - con altri soci acquisendo il 40% di VFC. Un giro di investimenti per ritornare in serie A da 90 milioni di euro.

SERIE B
CESENA Mike Melby (JRL Investments Partners LLC) È il grimaldello per gli Aiellos per scardinare la presenza di Robert Lewis, ma non si accontenta e diventa nuovo socio di maggioranza del Cesena lo scorso giugno. JRL Investments Partners LLC è la società di investimento che John Aiello e Robert Lewis hanno allestito per acquisire il Cesena dal pool di imprenditori cesenati capitanato da Corrado Augusto Patrignani.

PISA Alexander Knaster Dopo una vita nel settore bancario, con Credit Suisse a Mosca e Alfa-Bank a New York, entra nel settore private equity con Pamplona nei primi anni del 2000: ad oggi ha un giro d’affari da 15 miliardi di dollari. Dal 2019 è proprietario del 75% del Pisa per 12 milioni di euro.

SPEZIA Robert Platek Finanziere americano di origine polacca, Platek - a capo del portafoglio di investimenti della Dell - ha un portafoglio valutato 2 miliardi di dollari. Possiede il Sønderjyske in Danimarca, il Casa Pia in Portogallo e dal 2021 lo Spezia, acquisendolo per 24 milioni di euro e impegnandoi per i lavori di messa a nuovo dello stadio spezzino. Ha anche piccole quote del Burnley in Premier League.

SERIE C
ATALANTA U23 Stephen Pagliuca

CAMPOBASSO North Six Group Nel 2021 Matt Rizzetta, su invito di Rocco Commisso (eh, sì, sempre lui), arriva in Italia con il suo gruppo N6 per investire nel Campobasso in serie D, prima con una quota di minoranza, poi acquisendo la società intera. Ad Ascoli la scalata non gli è riuscita e, anzi, con la retrocessione della scorsa stagione ha scelto di cedere le sue quote per evitare contenziosi con la Lega dopo la promozione in C del Campobasso.

MILAN FUTURO RedBird Capital Partners

S.P.A.L. Joe Tacopina (Tacollano Holdings LLC)

TRIESTINA LBK Capital Benjamin Lee Ronsenzweig è l’ennesimo proprietario della Triestina da luglio 2023. La società friulana ha una storia travagliata di solvibilità e di cambi societari repentini - ricordiamo quegli strani, scapestrati, folli, romagnoli quattro mesi del 2012 con Sergio Aletti - già geniale vicepresidente del Cesena - dal Ravenna ai triestini in fuga da tutto, ma non da se stesso -, e anche in questo mercato estivo si è parlato di problemi vari, ma LBK resta in sella.