ESCLUSIVO | TuttoArtico: calciomercato, Lewis, Aiello e il resto
Pacatezza e garbo nei modi. Tanta sostanza nei fatti. C’è tanto di Fabio Artico nel primato in classifica conseguito dal Cesena al termine del girone d’andata: un direttore dal piglio deciso e soprattutto fermo nel far sì che ciascuno si attenga al proprio ruolo.
Direttore, 46 punti in 19 partite sono davvero tanta roba. Cosa ci dice della sua squadra?
“Dico che ancora non abbiamo fatto niente. La prima partita con l’Olbia ci ha dato la sveglia. Ha resettato il malessere che tutto l’ambiente si portava dall’anno precedente e ci ha dato la forza di ripartire. Il pareggio a Gubbio ci ha dato una consapevolezza di solidità che sino a quel momento avevamo avuto solo a tratti. Infine, nell’ultima vittoria a Perugia, arrivata dopo che la Torres aveva già giocato, non abbiamo patito lo scoglio psicologico del momentaneo sorpasso. Ma, ripeto, ancora non abbiamo fatto niente”.
L’entusiasmo attorno al Cavalluccio è palpabile, non era scontato dopo gli ultimi play-off…
“L’atmosfera che si respira attorno alla squadra è molto stimolante. Il tifo è costruttivo, mai negativo o pessimista al di là delle alte aspettative. C’è tanta spinta e speranza da parte della gente che incontro in città e che sto imparando a conoscere”.
Tra fine giugno e inizio luglio la situazione era ben differente…
“Non posso nascondere che in quella fase io abbia avuto molto lavoro da fare…”
Anche nei mesi successivi, con i rinnovi di Prestia, Silvestri e De Rose. Che ci dice su Adamo? Il suo contratto scade il prossimo giugno.
“No, lui è in scadenza a giugno 2025”.
Il Cesena nelle comunicazioni ufficiali parlò di biennale, e non si è mai parlato di rinnovo.
“In quel periodo non ero alle dipendenze del Cesena, ma i tifosi possono stare tranquilli: il termine era sin da subito nel 2025”.
Tempi passati… sempre a proposito di lavoro, il suo è quello di ds. Ha mai pensato di fare il direttore generale?
“No. Io sono un direttore sportivo e basta. È ciò che ho cominciato a fare da quando ho smesso con il calcio giocato. È ciò che sono venuto fare qui a Cesena e ciò che farò in futuro”.
Lo sa che, pochi mesi prima del suo arrivo, c’era chi scriveva che Lewis avesse individuato lei come nuovo dg. Peraltro a discapito di Mario Passetti, che sarebbe stato voluto dalla famiglia Aiello.
“Era evidente ci fosse una discussione in corso tra gli Aiello e Lewis. Mi era stata pure paventata l’ipotesi di entrare in corsa, sempre nell’area sportiva, prima che cominciassero i play-off per il Cesena, ma non aveva senso: c’era gente che stava lavorando da mesi”.
Come ha conosciuto l’ex presidente del Cesena?
“Erano i primi giorni del gennaio 2022. Ero ad Alessandria, stavamo lottando per ottenere la salvezza e serviva inserire in rosa un terzo portiere. Vengo contattato da Franco Granello, il procuratore di Luca Lewis, fissiamo un appuntamento per i giorni seguenti a Torino. Io conoscevo Luca dai tempi della Primavera granata ed in quel frangente è stato oggetto di valutazione. All’appuntamento, Granello si presenta in compagnia di Robert Lewis che io non sapevo avesse appena acquisito il Cesena [tramite JRL, ndr] e che ne fosse diventato presidente. Mi paventa la possibilità di diventare il nuovo ds bianconero… ”
E lei cosa ha risposto?
“Ho rifiutato perché non mi sembrava corretto parlarne in quel frangente. Sono amico di Zebi, nonché estimatore del suo lavoro: mi sembrava assurdo mettere lui e Viali in discussione. Secondo me stavano facendo un buon lavoro e lo ribadisco tuttora: per la rosa di quel Cesena il terzo posto è stato un traguardo molto difficile da raggiungere”.
Passano i mesi e in tarda primavera il suo nome comincia a circolare…
“Sì, a metà maggio [sempre 2022, ndr] ad Alessandria eravamo già retrocessi mentre il Cesena era stato eliminato dagli spareggi. In quel periodo ho fatto la conoscenza dei fratelli Aiello, ma anche di altri soci di JRL. Mi hanno illustrato quel che avevano in mente per l’annata successiva”.
Lei però ha rifiutato.
“Ma, sai… Uscivo da una stagione difficile, avevo altri due anni di contratto con l’Alessandria… Non sentivo dentro di me quella spinta che ho avvertito un anno più tardi. Non ci eravamo trovati”.
Sulla sua decisione ha influito il fatto che il Cesena avesse all’atto pratico già scelto l’allenatore, prima ancora di aver individuato il ds?
“Vedevo che c’era un po’ di confusione. Ufficialmente non era stato annunciato Toscano come nuovo tecnico, mi sembrava però strano… In tutta onestà ti confido che avrei fatto anch’io quella precisa scelta, Mimmo è un vincente: ma, per rispetto dei ruoli, è giusto che la società faccia in primo luogo un passaggio con il direttore per la selezione del mister”.
A giugno 2023 le carte in tavola erano ben diverse.
“Sì, uno scenario completamente differente. Da parte mia c’è stata una spinta emotiva e mentale differente, lì ho capito che lo spazio tecnico per me c’era. La proposta della società è stata: ‘Bene, adesso vieni, decidi e fai il direttore’. L’anno prima la situazione era un po’ più nebulosa, meno chiara”.
Ne sono state scritte tante sul suo conto: ad esempio che lo stallo creatosi per la divergenza di vedute tra Lewis e gli Aiello sul suo conto abbia fatto saltare, a metà dello scorso maggio, il ritorno a Cesena di Gianni Rovereti nel ruolo di responsabile del settore giovanile.
“Vedo difficile che questo sia accaduto a metà maggio. Per quella che è la mia esperienza, i responsabili dei settori giovanili si scelgono nel mese di giugno. Può darsi che sia stato allora che Rovereti abbia declinato la proposta. Quando sono arrivato io, il Cesena aveva già imbastito un discorso con Piangerelli, che però ha preferito prendere altre strade [ha firmato per il Bologna, ndr]. Solo a quel punto ho cominciato a muovermi in prima persona per trovare una figura adatta a ricoprire quel ruolo”.
Invece per quanto riguarda i tecnici delle giovanili? Gli allontanamenti di tecnici validi come Ceccarelli e Masolini hanno fatto rumore.
“Lo ammetto candidamente: visti i tempi stretti ho lasciato che ad occuparsi degli allenatori che avevano lavorato nella passata stagione fosse chi aveva gestito l’area sportiva per quell’arco di tempo [Agostini e Stefanelli, ndr]”.
Altro argomento di dibattito: al 18 giugno lei aveva già “in mano un contratto triennale, non depositato ma già firmato, con cifre da nababbo”?
“Tutto ciò è assolutamente falso. Avevamo raggiunto un’intesa di massima ma non avevo firmato proprio niente, anche perché i moduli per i contratti escono il 30 di giugno, era materialmente impossibile firmare prima. Inoltre io ho firmato un biennale, l’estensione della durata avviene solo al conseguimento della Serie B”.
Il suo contratto prevede uno ‘stipendio da 75mila euro netti che raddoppierebbe in caso di promozione e, cosa che non si fa più neppure ai top manager di Serie A, percentuale sulle cessioni dei giocatori’?
“Ditemi voi: vi risulta che nel mondo del calcio quelle siano ‘cifre da nababbo’? Per quanto riguarda invece le percentuali, sono sulle plusvalenze e non sulle cessioni. Una clausola che io avevo anche ad Alessandria ed è diffusissima a tutti i livelli del professionismo per chi fa il mio mestiere. Per giunta ci sarebbe un’altra cosa da dire a riguardo… ”
Prego.
“Quella clausola me l’ha proposta la società, non l’ho voluta io. In prima battuta avevo avanzato altre richieste, il Cesena ha fatto questa proposta ed io l’ho vista come un incentivo a svolgere al meglio il mio lavoro. Per questo ho accettato”.
Franco Granello è stato dipinto in passato come consulente di mercato del Cesena, già procuratore di Luca Lewis e Dominik Frieser. Nella rosa attuale del Cesena quanti suoi assistiti ci sono?
“Zero”.
Le pesa l’assenza di un dg nei quadri dirigenziali?
“No, affatto. Anche perché c’è Marco Valentini, il segretario generale, che lavora per dieci: io posso tranquillamente concentrarmi sulle mie mansioni”.
Fa specie che tutte le ipotesi citate siano arrivate dalla stessa fonte: probabilmente lei non era così gradito a qualcuno in città. Le ha fatto uno strano effetto?
“Ad essere sincero, no. Non ho avuto la percezione che il mio arrivo sia stato vissuto da tifosi e società come la venuta di ‘un uomo di Lewis’ o ‘quello delle plusvalenze’. Ho militato in dodici squadre da calciatore e in sei da dirigente: sono un professionista, non l’araldo di qualcun altro”.
Toscano ha rivelato di essere stato in quei giorni vicino alla panchina del Vicenza. È stato difficile persuaderlo a rimanere?
“Anche in questo caso ti dico di no. Per me lui è un allenatore al top per la categoria, ha dimostrato con i numeri di essere un vincente e non avevo alcuna intenzione di cambiare allenatore. Gli ho detto che se voleva che lavorassimo insieme, sempre per raggiungere lo stesso obiettivo, io ero pronto”.
Il Pontedera ha ufficializzato nelle ultime ore l’ingaggio di un nuovo portiere. In tanti sono terrorizzati al solo pensiero che Luca Lewis possa tornare a Cesena.
“Da Pontedera mi hanno informato circa un mese fa della loro volontà di prendere un nuovo estremo difensore, anche alla luce dell’infortunio accorso a Stancampiano. Ho sentito da poco il loro direttore e non ho percepito la volontà di interrompere il prestito”.
Nell’arco di pochi mesi Lewis si è ritrovato ad essere il terzo portiere dopo essere partito come primo. Al di là della parentela con un ex presidente, il cartellino è del Cesena: rimarrà in Toscana ora che il rischio è che il suo valore si svaluti?
“Non ho vissuto in prima persona quel che è accaduto a Cesena l’anno scorso e non posso conoscere tutti i retroscena, ma avere un parente del presidente all’interno della squadra rende tutto molto più difficile, anche la sua gestione tecnica. Se a Pontedera è chiuso completamente preferirei mandarlo a giocare da un’altra parte, ma non è facile a gennaio trovare una situazione congeniale. Vorrei capire, al netto delle difficoltà avute l’anno scorso, qual è il suo valore e a che livello può giocare: credo che anche lui sia alla ricerca di questo”.
Toscano ha detto che il mercato ora è l’ultimo dei suoi pensieri. Si trova in fondo anche alla sua lista o un po’ più in alto?
“Be’, proprio in fondo no. Non è al primo posto... al primo posto c’è il rientro al campionato dopo una settimana di sosta. Ho il dovere di stare vicino alla squadra. Non ho molti pensieri sul mercato, né l’ansia di dover chiudere operazioni”.
Che mese è gennaio per un ds?
“Devastante. Ma va detto che se ci arrivi da primo in classifica la vivi decisamente meglio. Ho vissuto mercati ben peggiori, con il telefono che squilla ogni tre per due anche quando non ci sono molti movimenti. Le idee ti vengono e cadono dopo un’ora. Quest’anno sono fortunato perché ho pochissimo da fare. Quando le cose vanno bene è giusto farle andare e non cambiare tanto”.
Direttore, l’ho tenuta impegnata per un bel po’. Buon 2024.
“Buon anno a tutti i tifosi del Cesena. L’augurio che faccio alla piazza è di vivere la seconda parte di campionato così come abbiamo vissuto la prima. Solo in questa maniera ci toglieremo tutti delle soddisfazioni”.