A CESENA Ho visto lei che bacia lui. Che bacia lei. Che bacia me
Ci sarebbe da riparlare della terrificante musica al gusto di merda che, in occasione delle gare interne del Cesena, viene vomitata senza sosta dagli altoparlanti del Manuzzi prima e dopo la partita. Che io – lo giuro su mia mamma, su mia moglie, sui nidi di rondine di Neri, se c’è bisogno pure sul pokerissimo Bisoli-Castori-De Feudis-Cuttone-Hubner – quando gli altoparlanti dell’ex Fiorita cominciano a sparare a tutto spiano una delle irricevibili hit Usa & Getta (anche) di Annalisa, non riesco a sentire nemmeno cosa dice il mio collega di banco in Tribuna Stampa.
Per l’appunto, ci sarebbe. Perché anche in questa sede, con il Cavalluccio reduce da cinque vittorie consecutive (alcune delle quali da urlo) e per giunta secondo in classifica a tre punti dalla Torres (una Torres che, prima o poi, si scioglierà come un Calippo al sole d’agosto), io voglio tornare a parlare – tranquilli: nessun sermone interminabile, solo qualche velocissima considerazione colorata di bianco e nero – soltanto di calcio giocato. Di questo convincente avvio di stagione di Corazza & Friends.
Vagonate di gol segnati, una difesa (quasi) imperforabile, bel gioco, grinta, ardore agonistico, vecchi califfi della categoria che hanno fatto un patto col diavolo, baby di belle speranze che vogliono diventare grandi in fretta: sembra lontana anni luce la disastrosa prestazione sfoderata dai bianconeri al debutto in quel di Olbia. Da quella mesta serata di inizio settembre, in effetti, in Casa Cesena è davvero cambiato tutto. Tutto. A livello tattico (mister Toscano qui è stato bravissimo a fare un passo indietro, pure due, facciamo tre), mentale ed atletico. Soprattutto atletico.
La domanda che – in tv, al bar, per strada, dal dentista, pure dal macellaio – in molti mi fanno: ‘Flavio, ma cosa è cambiato in riva al Savio rispetto alla scorsa stagione?’ Poco o nulla, rispondo convinto io. Visto che nella scorsa stagione – in fin dei conti – il Cesena ha (prima) visto sfumare la promozione per colpa di due miseri punticini e (poi) l’approdo alla finalissima play-off per colpa di un rigore calciato male. Era fortissima la rosa 2022-23, forse la più forte del girone. È forte pure la rosa 2023-24. Fortissima. Ma con tre sole – ehm ehm – piccolissime differenze.
Prima differenza: quest’anno, tra i pali, il Cesena ha un ‘vero’ portiere. Magari non un fenomeno della parata, ma comunque un portiere valido per la categoria. Seconda differenza: Donnarumma, sulla sinistra, non è Calderoni. E, la palla, a differenza del ‘collega’ la sa buttare (anche) in mezzo. Terza differenza: la scorsa stagione, a dettare i ritmi del gioco, non c’era un ‘certo’ Berti. Sì, Berti. Uno dei giocatori più bistrattati dal Cesena (non certo dai tifosi bianconeri, che hanno sempre invocato più tutela per il Talento di Calisese) dell’ultimo biennio.
Ci potrebbero poi essere anche altre differenze tra la rosa attuale e la rosa 2022-23 (del tipo: probabilmente Cristian Shpendi è più forte di suo fratello Stiven, Varone è il giocatore giusto al posto giusto, quest’anno a Cesena non c’è quel gasatissimo spacca-spogliatoio ‘chiamato’ Luca Lewis), ma adesso – ve l’ho promesso pocanzi: niente sermoni – è tempo di salutarvi. È tempo di (ri)pensare ad altro. Alla musica, ad esempio. Che, incredibile ma vero, su Rds proprio in questo preciso momento stanno (ri)passando Mon Amour di Annalisa. Diobò, i baci (al gusto di mononucleosi) della sciura Scarrone mi perseguitano anche lontano dal Manuzzi. Aiutatemi, vi prego…
…ho visto lei che bacia lui
Che bacia lei, che bacia me
Mon amour, amour, ma chi baci tu?
Io farò una strage stasera
Ballo tra le lampade a sfera
Lei piace sia a me che a te