Ma il Cesena non doveva andare direttamente in A?

Anche (ma non solo) in riva al Savio ci vorrebbe un po’ più di equilibrio, sia dopo le vittorie che dopo le sconfitte. Va bene, a Pisa il Cavalluccio è stato davvero triste. Però…
06.10.2024 11:55 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Ma il Cesena non doveva andare direttamente in A?

Triste. Sì, triste. Triste come un film di Vincenzo Salemme. Triste come una puntata del Grande Fratello (poco, quasi nulla) Vip. Triste come una scenata di gelosia a Temptation Island. Trieste come un nuovo pezzo del tandem Renga-Nek. Triste come una domanda di Gigi Marzullo fatta all’una di notte. Triste come uno di quei bazar cingalesi pieni di cianfrusaglie che si possono trovare d’estate sul viale principale (anche) di Gatteo a Mare. Triste come la piadina bassa, alla riminese. Triste come la Nazionale di Spalletti agli ultimi europei. Triste come la faccia del Professor Giampaolo dopo l’ennesimo esonero subito. Triste. Sì, triste. Perché, fatemelo dire senza girarci troppo attorno, il Cesena visto all’opera ieri pomeriggio all’Arena Garibaldi è stato davvero triste. Mesto. Grigio. Bolso. Cupo. Epperò, gentili lettrici e gentili lettori, niente drammi. NIENTE DRAMMI. Che ci sarà pure un motivo se il Pisa è lassù. In vetta alla classifica del campionato cadetto.

C’è la difesa che continua a ballare troppo, anche ma non soltanto sulle palle inattive (ben 12 gol subiti in 8 gare: in media 1,5 reti a match). C’è qualche titolare – almeno sulla carta – inamovibile che continua a non convincere (Bastoni e Calò su tutti, anche Mangraviti però spesso fa fatica…). C’è qualche seconda linea che continua a fare pesantemente rima con nebulosa (ieri molto male Ceesay e Celia, mentre Van Hooijdonk al momento è ‘semplicemente’ abile ed arruolabile per una puntata di Chi l’ha Visto?). C’è Mignani che, sui cambi a gara in corso, continua a non fare propriamente rima con reattività. C’è questo mal di trasferta (1 punto raccolto in 4 match) che non passa. Epperò, gentili lettrici e gentili lettori, niente drammi. NIENTE DRAMMI. Che il ‘povero’ Cesena, dopo 8 turni, in saccoccia ha 11 punti. Undici punti. Mica male per una matricola che non respirava l’odore della cadetteria da 6 anni. Mica male.

Questo Cesena è infarcito di lacune prevalentemente localizzate dalla cintola in giù, lacune (probabilmente) strutturali. Epperò, chi si indigna davanti a un ko rimediato al cospetto della prima della classe, chi si allarma perché il Cavalluccio dista già 8 lunghezze dalla vetta, chi ritira fuori quell’abominevole virgolettato al gusto di muffa che dice ‘Con Silvestri dietro e con De Rose in mezzo al campo, tutto ciò, non sarebbe successo…’ non ha capito un cazzo. Sì, un emerito cazzo. Poche storie: il Cesena era e resta una buona squadra. Una squadra che ha tutte le carte in regola per portarsi a casa una salvezza tranquilla. E magari - se Mignani riuscirà a sistemare alcune ‘cosine’, se Pisseri continuerà a fare il suo dovere tra i pali, se Shpendi e Kargbo riusciranno a segnare (in due) almeno 30 gol - ad arpionare pure un succosissimo posticino per i play-off.


PS 1: Quelli che…ma dove sono finiti tutti quei fanatici dell’ottimismo ad oltranza – ed erano tanti, tantissimi, una marea – che, subito dopo la vittoria col Mantova, affermavano convinti che Antonucci avrebbe espugnato da solo l’Arena Garibaldi, che Kargbo è illegale (anche) in B e che il Cesena avrebbe lottato sicuramente sino alla fine per la Serie A diretta?

PS 2: Quelli che…ci vuole equilibrio. Equilibrio. Sia dopo le vittorie, che dopo le sconfitte. Un semplice dato: le uniche tre squadre che hanno battuto il Cesena in questo già robusto avvio di stagione – Pisa, Spezia e Sassuolo – sono ai primi tre posti. Solo un caso? Non credo. Non credo proprio. Ora… ben venga la sosta. E poi sotto con la Samp. Con Berti titolare, ovviamente…